Una scuola più accessibile? Ci pensano gli studenti grazie alle mappe tattili

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di
Alice D’Este

Il progetto della scuola media Manuzio di Mestre. Gli allievi realizzano targhe inclusive in compensato. Guida alle aule per studenti con disabilità e non solo

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Emma avvicina le mani al compensato. È bendata e deve provare a «sentire» le lettere. «Qui sento la forma di una provetta, e qui sotto si legge vediamo, A-U-L-A S-T-E-M. Sì, prof, secondo me si capisce!». Michele, sempre bendato un banco più in là urla di gioia: «Ma prof le scale si capiscono benissimo anche senza la scritta!».
Le hanno testate sotto le loro dita, dopo averle progettate una ad una. Alla scuola media Manuzio di Mestre le targhe con i nomi delle aule scolastiche sono ora diventate dei sussidi tattili. Non sono scritte in braille (il sistema di lettura e scrittura tattile a rilievo per non vedenti e ipovedenti ndr) ma sono state pensate in forma iconica e con delle scritte che permettono la lettura aptica cioè quella che avviene grazie al tatto (lettere maiuscole a bastone, con una distanza precisa). A produrle sono stati proprio i ragazzi. Lavorando in piccoli gruppi ed effettuando dei test per verificarne l’utilità anche con persone con disabilità.

Lettura per immagini

«Prima hanno individuato tutte le aule comuni dell’istituto, dall’aula stem ai laboratori di arte, passando per il laboratorio di informatica e l’aula insegnanti, e poi hanno progettato secondo i criteri di una lettura per immagini delle targhe tattili, con un lavoro – spiega Federica Montesanto, docente di arte della scuola e vicepresidente di Isola tour, un’associazione culturale veneziana che si occupa di percorsi tattili multisensoriali per ipo e non vedenti – di immedesimazione profondo. Abbiamo lavorato sulla chiarezza e sulla semplificazione, poi le targhe sono state posizionate all’ingresso dei vari spazi in modo da renderle più accessibili a tutti». Ad altezza di ragazzino, naturalmente.
Sì perché il progetto, che è diventato anche la tesi per la fine del tirocinio dell’abilitazione all’insegnamento di sostegno di un docente, Riccardo Belli, è destinato a restare. E sarà in grado di migliorare l’autonomia e l’accessibilità alle aule di diversi ragazzi con disabilità sensoriali e non solo. «Le targhe si sono rivelate utilissime non solo con persone con disabilità visiva dell’istituto ma anche in caso di altre disabilità sensoriali e cognitive» dice Montesanto.




















































Il laboratorio

La conferma arriva da Gianluca (il nome è di fantasia). Ha 12 anni e un disturbo dello spettro autistico. Passa accanto alla targa, appesa da poco, e la sua insegnante Lorena De Faveri gli chiede di fermarsi e spiegargliela. «Qui c’è l’aula laboratorio!» dice lui. Ed entra curioso.
Dentro l’aula i suoi compagni stanno finendo le ultime targhe tagliando il compensato con la macchina a taglio laser durante l’ora di tecnologia del professor Dabalà. Listella su listella compongono le lettere sotto alle immagini. Qualcuno sta provando a ricostruire addirittura una piantina generale dell’istituto che andrà appesa all’ingresso della scuola.

Lavoro di gruppo

«Ma no, lì ci sono le scale, non l’aula benessere, devi invertire tutto!» dice una ragazzina a un compagno. Lavorano in gruppo, si aiutano. Anche Jasmine, neoarrivata da pochi mesi dal Bangladesh guarda soddisfatta le targhe sensoriali. All’inizio non conosceva nemmeno una parola d’italiano. Per lei sentir dire «aula stem» equivaleva a un suono indefinito non collocabile. Ma ora: «Nell’aula stem, laboratori!», dice indicando la provetta.
Tre mesi dopo, alla fine dei lavori, il giorno in cui le targhe sono state appese è diventato una festa cui ha partecipato anche la dirigente Cristina Stocco. Le targhe create dai ragazzi sono state testate da un gruppo di non vedenti e in particolare a tre persone dell’Unione ciechi di Venezia che hanno dato ai ragazzi il loro «sì» definitivo confermandone la funzionalità e hanno dedicando loro una mattinata intera, per raccontarsi e raccontare la disabilità visiva anche aiutando i ragazzi a mettersi nei loro panni (bendandoli).
Le targhe inaugurate rimarranno lì. Tutti ora si muovono in autonomia. Lo studente ipovedente, Gianluca e Jasmine. A conferma del fatto che ciò che rende migliore la vita di qualcuno, migliora la vita di tutti.

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12 gennaio 2025

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