A fare scalpore sono state le polemiche seguite alla trasmissione del caso Almasri al Tribunale dei ministri, con l’iscrizione sul registro degli indagati della premier e ai suoi ministri per favoreggiamento personale del torturatore libico, dopo la mancata esecuzione del mandato della Corte penale internazionale, di peculato, per il rimpatrio del generale. Ma sulla valutazione insindacabile di Lo Voi, secondo il quale la denuncia presentata dall’avvocato Luigi Li Gotti non era manifestamente infondata, la politica nulla può e non risulta alcuna irregolarità. La questione più spinosa, rispetto alla quale il procuratore può trovarsi in difficoltà e invece un’altra. Ed adesso è un’arma in mano al governo, colpito dall’inchiesta sul caso Almasri. Ossia il deposito nel fascicolo a carico di alcuni giornalisti del “Domani”, indagati per rivelazione di segreto per alcuni articoli sul capo di gabinetto della premier, Gaetano Caputi, di un’interlocuzione con l’Aisi, relativa proprio ad alcune verifiche fatte dal servizio segreto interno su Caputi. Un inciampo. Lo Voi si dice sicuro di avere agito correttamente in entrambi i casi, ma rischia che il ministro Carlo Nordio possa promuovere nei suoi confronti l’azione disciplinare. Mentre il sottosegretario con delega ai servizi (o la stessa Meloni) potrebbero denunciarlo per rivelazione di atti segreti alla procura di Perugia. Anche se difficilmente un procedimento penale si concluderebbe con una condanna, perché è chiaro che si è trattato di un errore. Due giorni fa, nel corso dell’audizione al Copasir, il sottosegretario Alfredo Mantovano ha parlato di un «reato molto grave» commesso dal procuratore.
LA VICENDA
Era stato lo stesso Caputi a presentare un esposto sugli articoli pubblicati dal Domani, così come aveva fatto il ministro della Difesa Guido Crosetto, facendo scoppiare il “caso Striano”. Durante le verifiche, la procura si era accorta di alcune verifiche da parte dell’intelligence sulla posizione patrimoniale del capo di gabinetto della premier, per questo il procuratore si era rivolto all’allora numero uno del Dis, Elisabetta Belloni, per chiedere se quegli accertamenti fossero autorizzati. Dalla risposta emergeva come tutto fosse regolare, con la specifica delle ragioni che avevano spinto l’intelligence a controllare Caputi. Un documento “riservato”. Alla fine dell’indagine quella corrispondenza è stata depositata nel fascicolo. Ma una legge del 2017 prevede che «Qualora l’autorità giudiziaria ordini l’esibizione di documenti classificati per i quali non sia opposto il segreto di Stato, gli atti sono consegnati all’autorità giudiziaria, che ne cura la conservazione con modalità che ne tutelino la riservatezza, garantendo il diritto delle parti nel procedimento a prenderne visione senza estrarne copia». E invece gli atti sono finiti su “Il Domani”. Il fascicolo era nelle mani di un altro pm della procura di Roma e non si può ancora escludere che possa essersi trattato di un errore commesso in segreteria, anche se Lo Voi potrebbe comunque risultare corresponsabile di quanto accaduto. Se l’infrazione – ovvero l’errata procedura sul documento – non dovesse configurare un reato grave, la sua natura colposa potrebbe comunque essere oggetto di valutazione del Csm.
PROCEDIMENTO DISCIPLINARE
Dovrebbe Nordio ad avviare un’iniziativa disciplinare. Il primo step sarebbe l’invio di ispettori del ministero a piazzale Clodio, per stilare una relazione. Solo dopo l’esito positivo delle verifiche, verrebbe coinvolta la procura generale della Cassazione, con la richiesta di fissazione di un’udienza davanti alla sezione disciplinare del Csm. Le eventuali sanzioni previste vanno dall’ammonimento alla censura, fino all’incapacità temporanea a esercitare un incarichi direttivi o semidirettivi.
Ieri, riferendo alle Camere sul Caso Almasri, Nordio ha ricordato di avere ricevuto la comunicazione dalla procura: «La qualità di indagato iscritta nel registro citato è sottolineata in grassetto nell’informazione di garanzia: l’ho vista con una certa tenerezza questa sottolineatura che io sarei persona indagata, perché un pubblico ministero sa benissimo che se sei nel registro del 335 sei persona indagata, non è iscritto all’associazione dei bocciofili». E intanto i consiglieri laici di centrodestra hanno chiesto il trasferimento di Lo Voi per incompatibilità ambientale, in relazione alla vicenda Almasri: provvedimento che potrebbe essere valutato anche nelle prossime ore dal comitato di presidenza del Csm ed essere indirizzato alla prima commissione. Nel frattempo è stato l’avvocato Luigi Mele a denunciare – per l’iscrizione degli esponenti del governo – lo stesso procuratore di Roma per omissione di atti d’ufficio aggravata. E a Perugia è stato aperto un fascicolo senza ipotesi di reato.
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