Energia, lo stop al prezzo unico è un assist per la Puglia e il Sud

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Microcredito

per le aziende

 


Il Sud è da alcuni anni il motore energetico del Paese grazie alla sua produzione di energia elettrica rinnovabile. In altri termini in diverse Regioni del Sud si produce molta più energia elettrica di quella che si consuma e il surplus va a beneficio di Regioni come quelle del Nord che invece consumano molto più di quello che producono.

Tra le Regioni virtuose ci sono Calabria, Sardegna, Sicilia ma al primo posto c’è la Puglia che, dai dati Terna più recenti, presenta una produzione netta pari al 175% del suo consumo. Per capirci il surplus di energia elettrica della Puglia è pari al 4,7% di tutta la produzione nazionale. Pensate cosa potrebbe significare per questa Regione, come per le altre del Sud, la possibilità di offrire nel suo territorio un costo dell’energia inferiore ad altre regioni. Il fatto nuovo è che dal primo gennaio di quest’anno si è avviata una rivoluzione epocale nel settore.

Si tratta del superamento del prezzo unico nazionale (il cosiddetto Pun). Il mercato elettrico italiano è costituito da diverse zone di mercato: Nord, Centro-Nord, Centro-Sud, Sud, Calabria, Sicilia e Sardegna. Mentre i venditori di energia elettrica formulano una offerta di vendita che è differente in base alla zona in cui producono, gli acquirenti, grazie al Pun acquistano sempre allo stesso prezzo, determinato dalla media ponderata dei prezzi delle varie zone, a prescindere dalla zona in cui comprano.

Prestito personale

Delibera veloce

 

Questo meccanismo, dettato anni fa dalla volontà di non creare squilibri tra i consumatori, con le trasformazioni della rete elettrica italiana avvenute in questi anni e con lo sviluppo delle energie rinnovabili distribuite crea oggi enormi distorsioni economiche.

Le aree che producono energia a costi più bassi (come il Sud Italia, ricco di energia da fonti rinnovabili) non trovano riscontro di questi costi più bassi nei prezzi finali anzi, a causa del livellamento di prezzo imposto dal Pun, si fanno carico di un sovrapprezzo che dovrebbero pagare le regioni che importano energia elettrica, come Lombardia e Veneto.

L’Unione europea, in una ottica di maggiore armonizzazione del mercato unico, ha chiesto all’Italia di abolire, a partire dal primo gennaio del 2025, il Pun e di stabilire solo prezzi zonali. L’Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, ha recepito la direttiva e ha programmato un periodo di transizione che dovrà portare dall’attuale regime Pun ai prezzi zonali.

Con un mercato zonale, il prezzo dell’energia elettrica nel Meridione risulterà più basso grazie all’abbondanza di fonti rinnovabili e alla riduzione dei costi di trasmissione e ciò potrebbe tradursi in una poderosa leva economica. Un costo dell’energia più basso potrebbe attrarre aziende energivore che cercano territori con costi energetici competitivi; potrebbe favorire l’insediamento di nuove attività produttive, aumentando la competitività dell’area rispetto al Nord Italia o ad altri Paesi europei. La Zes unica del Mezzogiorno potrebbe essere ulteriormente potenziata, favorendo la localizzazione di aziende grazie a un mix di incentivi fiscali e costi energetici ridotti.

Con un costo dell’energia inferiore, aree specifiche potrebbero diventare cluster tecnologici ed energetici e l’export potrebbe essere più competitivo. Tutto il Sud, con in testa la Puglia, potrebbe diventare più attrattivo per investitori stranieri. Gli utenti domestici pagherebbero bollette meno care.

Molto dipende dall’efficacia delle politiche di accompagnamento che si attueranno ma è realistico stimare una riduzione del 10-15% dei costi energetici. Ciò potrebbe aumentare gli investimenti esteri del 5-10%, la creazione di posti di lavoro legati a nuovi investimenti potrebbe crescere del 20-30% nei primi anni e il PIL delle regioni interessate potrebbe registrare un incremento dello 0,5%-1% annuo nel medio termine. In altri termini il superamento del Pun e l’avvio di prezzi differenziati per zone può rappresentare per il Meridione una formidabile occasione di sviluppo.

Occorre però superare quanto prima il meccanismo transitorio di perequazione deliberato da Arera. Occorrono politiche coordinate a livello regionale e interregionale che garantiscano investimenti per il potenziamento e l’efficientamento delle infrastrutture energetiche (reti e sistemi di accumulo), investimenti per il sostegno alle energie da fonti rinnovabili. Il successo dipenderà dall’attenzione della politica locale nell’implementare una strategia coordinata in grado di creare un ecosistema delle rinnovabili che renda il più possibile competitivo il prezzo dell’energia elettrica aprendo così le porte ad un importante sviluppo del Mezzogiorno.

Santolo Meo è docente e coordinatore del corso di laurea magistrale in Ingegneria elettrica presso l’università “Federico II”

Prestito personale

Delibera veloce

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link