Novità sui controlli dell’Agenzia delle Entrate: scopri subito cosa sta accadendo, nel mirino ci sono i conti correnti dei cittadini.
Negli ultimi anni, la lotta all’evasione fiscale è diventata sempre più stringente, portando l’Agenzia delle Entrate a intensificare i controlli sui conti correnti. Molti contribuenti si chiedono se questi accertamenti possano avvenire senza un’autorizzazione specifica.
La risposta è sì: il Fisco ha accesso diretto ai dati bancari grazie al Registro dei Rapporti Finanziari, senza necessità di un permesso preventivo. Ma entriamo più nel merito e vediamo nel dettaglio i controlli dell’Agenzia delle Entrate.
Come funzionano i controlli dell’Agenzia delle Entrate sui conti correnti?
L’Agenzia delle Entrate può monitorare i conti correnti attraverso l’Anagrafe Tributaria, una banca dati che raccoglie informazioni finanziarie sui cittadini italiani. Le banche e gli istituti di credito sono tenuti a trasmettere periodicamente al Fisco i dati relativi ai movimenti bancari, in conformità con l’articolo 32 del D.P.R. 29 settembre 1973, n. 600.
I controlli possono risalire fino a 5 anni per chi ha presentato la dichiarazione dei redditi, ma ha omesso alcune voci, mentre per chi non ha presentato alcuna dichiarazione il controllo può estendersi fino a 7 anni.
Per evitare violazioni della privacy, l’Agenzia utilizza strumenti come l’anonimometro, un algoritmo che analizza i dati senza identificare direttamente il contribuente. Solo in caso di irregolarità emergono controlli più approfonditi.
Quali Informazioni può Controllare il fisco?
L’Agenzia delle Entrate può accedere ad una serie di dati bancari, tra cui:
- Saldo del conto corrente.
- Investimenti (titoli, fondi, azioni). A proposito di investimenti, ti lascio qui un consiglio per far fruttare i tuoi soldi.
- Carte prepagate, comprese quelle senza IBAN (es. Postepay).
- Movimenti bancari (versamenti, bonifici, prelievi).
- Esistenza di cassette di sicurezza (senza accedere al contenuto).
- Utilizzo di assegni e carte di credito.
Inoltre, il Fisco ha il diritto di esaminare qualsiasi rapporto finanziario intrattenuto da un contribuente con le banche e gli istituti di credito.
Sebbene l’Anagrafe Tributaria contenga informazioni solo sui conti italiani, l’Agenzia delle Entrate può ottenere dati anche su quelli esteri grazie a convenzioni internazionali. L’Italia aderisce al Common Reporting Standard (CRS), un accordo globale per lo scambio automatico di informazioni bancarie tra Stati. Questo consente al Fisco di ricevere dati su conti detenuti in Paesi con cui esistono accordi di cooperazione fiscale.
Come avvengono i controlli dell’Agenzia delle Entrate sui conti correnti?
I controlli sui conti correnti si svolgono attraverso diversi meccanismi. Per esempio, il controllo può essere automatizzato, oppure possono esserci indagini mirate o anche richieste da parte delle banche.
Se l’Agenzia delle Entrate rileva movimenti sospetti non giustificati, questi vengono considerati redditi non dichiarati. Il contribuente dovrà fornire prove documentali per dimostrare che le somme non sono imponibili. Se il contribuente non riesce a dimostrare l’origine lecita delle somme, rischia accertamenti fiscali, sanzioni e obbligo di pagamento delle imposte evase.
In presenza di sospetti fondati, il Fisco può estendere i controlli ai conti bancari di familiari, soci o amministratori che potrebbero essere coinvolti nell’evasione fiscale del contribuente.
Cosa può fare un contribuente quando c’è un controllo dell’Agenzia delle Entrate?
Se il Fisco avvia un accertamento bancario, deve fornire una motivazione dettagliata e specificare gli elementi su cui si basa il controllo. Il contribuente ha il diritto di:
- Essere informato sulle ragioni del controllo.
- Fornire prove per giustificare i movimenti bancari contestati.
- Impugnare le decisioni in caso di errori o valutazioni non corrette.
Ad ogni modo, per evitare problemi, è fondamentale tenere traccia di tutti i movimenti bancari e conservare documenti giustificativi in caso di controlli. Se vengono riscontrate anomalie, il contribuente ha sempre il diritto di difendersi tramite prove e anche un legale esperto in ambito finanziario.
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