Olimpiadi Milano-Cortina 2026, vietato parlare di costi e ritardi. Gli interventi di Salvini e Sala

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The show must go on”. Lo spettacolo deve continuare. Thomas Bach, presidente del Comitato Olimpico Internazionale, liquida con questa battuta le perplessità che hanno accompagnato l’iter tormentato della nuova pista da bob di Cortina, in corso di costruzione per le Olimpiadi Invernali 2026. Non c’è spazio per le criticità durante la cerimonia di consegna degli inviti alle federazioni olimpiche che si è tenuto al teatro Giorgio Strehler di Milano. Anzi, l’occasione viene utilizzata per rafforzare la convinzione che queste “saranno le Olimpiadi più belle di sempre”, come scandisce il sindaco Giuseppe Sala.

Bach risponde alla domanda sullo strano comportamento del Cio, che da un lato ha detto più volte che non servivano nuove piste da bob, visto che in Europa ce ne sono abbastanza, mentre dall’altro lato ha lasciato fare: “La decisione è stata presa in modo autonomo dall’Italia e noi l’abbiamo rispettata. Dalle notizie che ci arrivano i lavori sono a un punto positivo, quindi ci aspettiamo una grande competizione”. Non ha spiegato nemmeno la deroga di un anno concessa per ultimare l’opera, passando dall’ottobre 2024 all’ottobre 2025: “Le federazioni si sono accordate sulle modifiche e sui tempi di consegna. Adesso ci aspettiamo che nel mese di marzo avvengano i test di pre-omologazione”.

Nel teatro milanese è imponente la sfilata delle amministrazioni coinvolte nell’organizzazione, a un anno esatto dall’accensione del braciere olimpico prevista per il 6 febbraio 2026. Ci sono il ministro dello sport Andrea Abodi e quello alle infrastrutture Matteo Salvini, il presidente del Coni Giovanni Malagò, il primo cittadino di Milano Beppe Sala, il sindaco di Cortina Gianluca Lorenzi, i presidenti di Lombardia e Veneto Attilio Fontana e Luca Zaia, i presidenti delle province autonome di Trento e Bolzano Maurizio Fugatti e Arno Komptascher.

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Soprattutto Salvini non vuol sentire parlare di criticità. Gonfiando il petto, dice a ilfattoquotidiano.it, prima di infilarsi in ascensore: “Adesso dovrete scrivere che la pista da bob si fa, perché la pista di Cortina c’è”. Durante l’intervento in pubblico ha azzannato ambientalisti, scettici e tutti coloro che sono preoccupati per uno spreco di risorse, ai danni della montagna. “Abbiamo 3 miliardi e mezzo di investimenti per 94 infrastrutture di cui 44 sportive. È la vittoria dell’Italia del dopo due anni di battaglie. Dietro le quinte ricordiamo ricorsi, controricorsi, titoloni di quotidiani nazionali: ‘Non si faranno… la pista da bob di Cortina è un fallimento’. Oppure i comitati che si abbracciavano agli alberi perché non erano Olimpiadi sostenibili”.

Preso dall’entusiasmo, Salvini si lascia andare a qualche imprecisione: “A Cortina sono stati tagliati 840 alberi e ne sono stati ripiantati 10.252”. La realtà è che la montagna è ancora sventrata, un bosco è scomparso e le pianticelle saranno messe a dimora solo tra più di un anno. Quando cresceranno, per raggiungere l’altezza di quelle abbattute, saremo arrivati di sicuro nel prossimo secolo.

In ogni caso Salvini proclama: “La sostenibilità non è una parola, deve essere praticata. Negli occhi ho gli operai stranieri che alle 9 del mattino, a Livigno, lavoravano a 12 gradi sotto zero. Quella è inclusione vera, non uno slogan”. Poi una stilettata al Movimento Cinquestelle. “A Torino qualcuno, anni fa, per motivi ideologici si tirò indietro. Sarebbe stato il top legare Piemonte, Lombardia e Veneto, sono comunque Olimpiadi dell’autonomia e legate al valore dei territori”. Da milanese ha poi concluso: “Alla città rimane il più grande studentato universitario dopo il villaggio olimpico e per i lombardi la tangenziale di Tirano, che doveva finire nel 2026. Lavorando siamo riusciti ad anticiparla e sarà pronta prima”. Incurante del caro-biglietti e alloggi in hotel, si è augurato: “Che sia un’Olimpiade di tutti, non solo dei ricchi, di chi se lo può permettere, ma l’Olimpiade di Corvetto e Gratosoglio, di Cinisello e di Sesto, che sia l’Olimpiade delle periferie”.

Tutti gli altri si sono accodati. Fontana: “Ghe sèm (ci siamo, ndr), senza sprechi e nella sostenibilità. Avremo anche le Olimpiadi giovanili del 2028”. Zaia: “Ghe sèmo, grazie a Bach, avete creduto in noi due volte”. Kompatscher: “Sarà una festa dei popoli”. Abodi: “Coltiviamo un sogno, che lo sport migliori la nazione”. Su un grande schermo continuavano ad essere proiettati i video di un mondo composto di neve intatta, valli incantate, boschi lussureggianti e montagne perfette. Per l’appunto, lo spettacolo deve andare avanti.



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