Frodi da 100 milioni, 179 indagati e 400 aziende coinvolte, calabresi tra i capi

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La Procura di Reggio Emilia smantella un sistema di frodi per oltre 100 milioni. Molti gli indagati calabresi, originari di Cutro e Crotone


CUTRO – Ci sono anche cutresi emigrati in Emilia, specialisti delle false fatturazioni, tra i gestori delle società cartiere utilizzate per una frode fiscale da oltre 100 milioni, scoperta dalla Guardia di finanza grazie a un’operazione condotta su scala nazionale.  Ben 400 aziende coinvolte, reali e fittizie, 179 indagati, 91 perquisizioni personali e locali eseguite in tutta Italia, con sequestri di disponibilità finanziarie per quasi 70 milioni.

Sono i numeri dell’operazione “Ombromanto”, nome preso in prestito da Tolkien per rappresentare un magnifico gruppo di cavalli selvaggi che si trovano nella regione settentrionale della Terra di Mezzo. Cavalli incredibilmente intelligenti e veloci. Un po’ come i “fatturisti” delle operazioni inesistenti che la Guardia di Finanza, coordinata dalla Procura di Reggio Emilia, ritiene di aver scovato nelle province di Torino, Milano, Roma, Reggio Emilia, Parma, Modena, Piacenza, Bologna, Rimini, Bolzano, Asti, Pavia, Monza, Verona, Perugia, Terni, Firenze, Pisa, Pesaro, Rieti, Frosinone, Pescara, Napoli, Caserta, Benevento, Taranto, Crotone e Trapani.

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Perquisizioni e sequestri sono scattati nei confronti di 87 persone fisiche e 4 società, domiciliate in varie province italiane, di cui 23 in quella di Reggio Emilia, dove sarebbe la base operativa della gang. Un territorio, quello emiliano, meta dell’esodo di migliaia di calabresi emirati, soprattutto provenienti dal Crotonese, ma anche luogo di proiezione di cosche tra le più potenti della ‘ndrangheta.

LEGGI ANCHE: Smantellata rete di false fatture sull’asse Crotone-Emilia – Il Quotidiano del Sud

 L’ORGANIGRAMMA

L’organizzazione sarebbe stata dedita alla commissione di reati tributari, tra cui frodi fiscali e indebita compensazione di crediti d’imposta, trasferendo il denaro anche all’estero e comunque reimpiegandolo, come hanno spiegato in una conferenza stampa il procuratore Gaetano Paci ed il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Emilia, colonnello Filippo Ivan Bixio. Gli organizzatori sarebbero Michele Mastropietro, di Bibbiano, e Roberto Marzana, di Fiorano Modense.

Gli altri capi Whendy Maioli, di Parma, e Marco Rizzi, di San Pietro Bolognese. Le società cartiere sono ben 35 e qui entrano in gioco i calabresi. Tra i professionisti che apponevano il visto di conformità e trasmettevano i modelli F24 a saldo zero per le indebite compensazioni vi sarebbe Gaetano Nardo, originario di Cutro ma residente a San Paolo D’Enza.

Tra i gestori delle società cartiere che materialmente eseguivano le indebite compensazioni vi sarebbe Salvatore Gaetano, 44enne crotonese. Importante, secondo l’accusa il ruolo di due notai bolognesi, Fabio Cosenza ed Elisa Gentilucci. Tra i concorrenti esterni della presunta associazione a delinquere vi sarebbero intermediari che operavano in territorio romano per la riscossione di crediti fittizi per 18 milioni, ma anche tutta una serie di procacciatori di clienti e consulenti.

LE INDAGINI

L’inchiesta trae spunto da denunce dell’Agenzia delle Entrate per una serie di mancati versamenti di somme per debiti di imposta. I sospetti si appuntarono sullo strano caso del cutrese Vito Muto Gaetano che nel 2017 presentò 63 deleghe di pagamento con modello F24 a saldo zero aventi ad oggetto crediti erariali. La sua società, con sede legale a Reggio Emilia, aveva compensato debiti tributari e contributivi di terzi con posizioni creditorie proprie la cui esistenza era esclusa dall’organo accertatore.

A partire da questa incongruenza, gli inquirenti sono risaliti ai vertici dell’organizzazione e alle attività illecite. Analoghe operazioni di accollo di debiti compensati con crediti di società inesistenti sarebbero state compiute dalla ditta di Giuseppe Rossi, sempre con sede a Reggio Emilia. Gli inquirenti hanno così ricostruito, tassello dopo tassello, un vero e proprio sistema di frodi. Dichiarazioni Iva fraudolente e compensazione di crediti creati ad hoc da parte di società cartiere intestate a prestanome.

Un giro che coinvolgeva vari professionisti, a quanto pare. Insomma, società prive di struttura, in molti casi, come risultato anche dai sopralluoghi dei finanzieri. Nessun ufficio né personale, neanche insegne riferibili alle aziende di volta in volta controllate. I contratti di accollo attraverso la compensazione di crediti venivano stipulati a volte attraverso la simulazione di cessione di rami d’azienda. Le illecite compensazioni venivano eseguite tramite bonifici, per cui l’organizzazione si avvaleva anche di “prelevatori” dei contanti.

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I CALABRESI

Ecco i nomi dei calabresi indagati. Gaetano Nardo, di 50 anni, nato a Crotone ma residente a San Paolo D’Enza. Salvatore Gaetano (44), nato a Crotone ma residente a Sant’Ilario d’Enza (RE). Vito Gaetano Muto (56), di Cutro. Giovanni Sicilia (54), nato a Crotone ma residente a San Marcellino (CE). Luigi Masciari (44), di Isola Capo Rizzuto. Salvatore Gareri (41), nato a Cariati ma residente a Egna Neumarkt (BZ). Rosario Barberio (64), di Scandale. Giuseppe Costanzo (53), nato a Petilia Policastro ma residente a Quattro Castella (RE). Marilena Manfredi (39), di Isola Capo Rizzuto. Francesco Vrenna (40), nato a Crotone ma residente a Lavagno (VR). Manuel Samà (40), nato a Crotone ma residente a Canossa (RE). Salvatore Martino (47), nato a Crotone ma residente a Reggio Emilia.



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