Chi mente sullo spionaggio di Paragon? Questa vicenda puzza, il governo deve spiegare

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Questa mattina abbiamo letto sul Guardian e su Haaretz che ci sarebbe stata un’interruzione dei rapporti commerciali fra Paragon Solution e il nostro Paese.

Facciamo un passo indietro.

Paragon Solutions è un’azienda produttrice dello spyware Graphite, di cui si è letto negli ultimi giorni dopo che è emerso che questa tecnologia sarebbe stata usata per prendere di mira 90 persone, fra cui attivisti e membri della società civile. Si tratta di un’azienda israeliana, fondata dall’ex premier israeliano Ehud Barak, che sarebbe stata recentemente venduta a una società di private equity statunitense, AE Industrial Partners. In Italia, il direttore di Fanpage Francesco Cancellato è stato il primo a riferire di avere ricevuto notifica da WhatsApp di un attacco al suo dispositivo.

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Ieri si è scoperto che Meta ha comunicato ad alcuni italiani, tra cui Luca Casarini, fondatore e capomissione di Mediterranea Saving Human che i loro telefoni erano compromessi. L’attacco proviene da un particolare spyware, un software militare distribuito dall’azienda Paragon, “tra i più sofisticati al mondo”.

Un software che può essere acquistato solo dai governi che hanno accordi con la società. Non abbiamo fatto in tempo a depositare un’interrogazione che poche ore dopo Palazzo Chigi ha mandato una nota che metteva le mani avanti: la Presidenza del Consiglio esclude che siano stati sottoposti a controllo da parte dell’intelligence, e quindi del governo, i soggetti tutelati dalla legge 3 agosto 2007, n. 124 (Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e nuova disciplina del segreto), compresi i giornalisti”.

Poi, la smentita, indiretta, dei quotidiani internazionali.

Paragon Solutions, il cui software di hacking di livello militare sarebbe stato utilizzato per colpire 90 persone, tra giornalisti e membri della società civile, in due dozzine di Paesi, ha interrotto i suoi rapporti con l’Italia, perché il cliente ha fatto un uso improprio del suo software. Come altri fornitori di spyware, infatti, Paragon vende la sua arma informatica a clienti governativi che dovrebbero usarla per prevenire il crimine, non per spiare chi fa informazione come Francesco Cancellato, direttore di Fanpage, o salva le persone in mare, come il Presidente di Mediterranea Luca Casarini.

Come avrete colto lo spyware Graphite è una tecnologia di sorveglianza di livello militare in grado di penetrare anche in smartphone criptati. Il Guardian, che ha seguito la vicenda fin dall’inizio, spiega che ha capacità simili allo spyware Pegasus, di proprietà di un’altra azienda israeliana, la NSO Group, che è emerso sia stato usato per spiare attivisti, giornalisti e leader politici.

Se abbiamo compreso, tanto quanto Pegasus, Graphite potrebbe – per così dire – “infettare” uno smartphone all’insaputa del proprietario. Senza che si clicchi su un link o un’e-mail malevola. Una volta “attivato” un telefono con Graphite, l’operatore dello spyware ha accesso totale al dispositivo, compresa la possibilità di leggere i messaggi inviati tramite applicazioni crittografate come WhatsApp e Signal.

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Secondo WhatsApp il cosiddetto vettore, cioè il mezzo con cui ‘l’infezione’ è stata trasmessa ai dispositivi degli utenti, potrebbe essere stato un file pdf ‘malicious’ inviato a persone aggiunte a chat di gruppo.

La testata britannica The Guardian ha precisato che “non è ancora chiaro chi siano gli specifici clienti governativi dietro i presunti attacchi”. Meta e Paragon Solution oggi sono impegnate nel dire che queste cose non dovrebbero succedere, se sono successe è perché qualcuno non ha rispettato le regole di ingaggio, le policy. Chi poteva comprare questo spyware? Ma soprattutto il nostro Paese che commesse e contratti in essere aveva con Paragon Solution e quali sono stati disdettati? Questa vicenda puzza e puzza dall’alto. Chi mente?

Dopo la vicenda Almasri ne sta scoppiando una altrettanto preoccupante. Sembra che Palazzo Chigi e i servizi segreti siano allo sbando. In questo caso la domanda appare semplice: attivisti e giornalisti sono stati spiati da una potenza estera o dal nostro Paese?

Altrove cadono esecutivi per vicende gravi come questa, il governo venga a riferire in Parlamento.

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