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Israele bombarda Beirut, nuovi avvisi di evacuazione per il sud del Libano #adessonews



(Adnkronos) – Israele, in stato di allerta nel timore di attentati in vista dell’anniversario del 7 ottobre, continua con i bombardamenti su Gaza e Libano. Nuovi, pesanti raid israeliani sono stati registrati su Beirut, dopo che dal Paese dei Cedri sono stati lanciati due missili terra-terra, abbattuti, contro il nord di Israele. Israele ha colpito oltre 30 volte la periferia sud di Beirut in quella che è stata definita “la notte più violenta”. Lo ha riferito l’agenzia di stampa libanese Nna, secondo cui i raid aerei hanno preso di mira diverse zone del sobborgo di Dahiyeh, anche vicino all’aeroporto della capitale. Più di 150 siti sono stati colpiti, riferisce l’esercito israeliano, sottolineando di aver individuato e distrutto depositi di armi, tunnel e altre infrastrutture di Hezbollah nei villaggi del Libano meridionale. L’Idf ha quindi invitato i civili a evacuare immediatamente 25 villaggi e città del Libano meridionale e a dirigersi a nord del fiume Awali, aggiungendo che emetteranno un avviso quando i civili potranno rientrarvi in sicurezza. Negli ultimi giorni, l’esercito israeliano ha chiesto agli abitanti di decine di località nel Libano del sud, comprese quelle a nord del fiume Litani, di lasciare le proprie città. Le evacuazioni avvengono nel mezzo delle operazioni di terra israeliane nel Libano meridionale, che l’esercito ha descritto come “incursioni limitate, localizzate e mirate”, con l’obiettivo di demolire l’infrastruttura di Hezbollah nell’area di confine. L’Idf intende effettuare operazioni che terminino il più rapidamente possibile. L’esercito israeliano ha confermato anche di aver “condotto una serie di attacchi mirati” nell’area della capitale libanese, affermando di aver preso di mira “i depositi di armi” e infrastrutture terroristiche di Hezbollah. L’esercito accusa Hezbollah di aver posizionato i suoi siti di stoccaggio e produzione di armi sotto edifici residenziali nella capitale libanese, mettendo in pericolo la popolazione, e promette di continuare a colpire con forza le risorse militari di Hezbollah. Almeno 23 persone sono rimaste uccise e 93 ferite nei bombardamenti israeliani in Libano, ha riferito su X il ministero della Salute di Beirut, aggiungendo che i raid hanno colpito le città e i villaggi del Libano meridionale, Nabatieh, il governatorato orientale della Beqaa, Baalbek-Hermel, il Monte Libano e il nord. E’ invece di almeno 24 palestinesi uccisi e di 93 feriti il bilancio dell’attacco notturno dell’esercito israeliano contro una moschea e una scuola adibita a rifugio nella parte centrale di Gaza. Lo rende noto su Telegram l’ufficio stampa del governo di Gaza. La moschea colpita nel raid aereo, così come e la scuola Ibn Rushd, si trova vicino all’ospedale dei Martiri di al-Aqsa, nella città dei Deir al-Balah, nel centro della Striscia. Entrambe le strutture ospitavano centinaia di sfollati, ha affermato l’ufficio stampa. Secondo l’Idf, membri di Hamas erano attivi in entrambi i complessi. L’esercito israeliano ha confermato di aver effettuato l’attacco, definendolo “preciso” e affermando che obiettivo era un centro di “comando e controllo” di Hamas che era “insediato all’interno del complessi”. Diversi filmati pubblicati dai media mostrano scene caotiche mentre i corpi venivano estratti dalle macerie del sito religioso dove civili, personale della protezione civile e personale ospedaliero lavorano al buio utilizzando solo la luce dei loro telefoni. Le Forze di difesa israeliane hanno lanciato una nuova operazione di terra contro Jabaliya, nel nord della Striscia di Gaza, tra informazioni di intelligence secondo cui Hamas starebbe cercando di raggrupparsi nell’area. I carri armati hanno circondato il campo profughi, mentre l’aeronautica e l’artiglieria hanno colpito decine di siti, tra cui depositi di armi, tunnel e altre infrastrutture. Il bilancio di un raid aereo israeliano su Jabaliya è di 17 morti, tra cui nove bambini. L’esercito israeliano ha annunciato l’ampliamento dell’area umanitaria ad Al-Mawasi, nel nord della Striscia di Gaza. “L’area umanitaria ampliata comprende ospedali da campo istituiti dallo scoppio della guerra, complessi di tende e scorte di cibo, acqua, medicine e attrezzature mediche”, si legge in un comunicato del Coordinamento delle attività governative nei territori (Cogat). Sono state riaperte due vie di evacuazione dal nord di Gaza: una lungo la strada Salah al-Din e l’altra lungo la strada costiera Al-Rashid, ha affermato l’esercito. L’Idf ha inoltre reso noto di aver pubblicato mappe per i civili palestinesi, evidenziando le aree di evacuazione nel nord di Gaza. Che fine ha fatto il generale Esmail Ghaani, il capo della Forza Quds dei Pasdaran, visto l’ultima volta a Beirut domenica scorsa, due giorni dopo l’uccisione di Hassan Nasrallah? E’ la domanda che si rincorre tra Teheran e la capitale libanese, da dove ieri arrivavano voci secondo cui potrebbe essere rimasto ucciso o ferito nel raid della notte tra giovedì e venerdì, in cui sarebbe morto anche il successore designato di Nasrallah, Hashem Safieddine. “L’opinione pubblica aspetta la notizia che il nostro generale è vivo e vegeto”, scrive il sito iraniano Tabnak, mentre un altro, Shahreh Khabar ha pubblicato una lunga biografia del 67enne Ghaani. Quasi fosse un necrologio. Nulla invece arriva dai Guardiani della rivoluzione. Secondo il New York Times, Ghaani – che, in quanto comandante della Forza Quds, si occupa delle operazioni esterne dei Pasdaran e supervisiona le attività dei proxy – sarebbe stato visto in pubblico l’ultima volta una settimana fa (come mostrano alcune foto pubblicate dai media iraniani), due giorni dopo il raid del 27 settembre su Beirut nel quale è stato ucciso Nasrallah, ma anche il generale iraniano Abbas Nilforushan, mandato da Khamenei per avvertire il leader di Hezbollah di lasciare il Libano. E Ghaani era assente al sermone di venerdì della guida spirituale iraniana. Secondo tre fonti iraniane citate dal giornale americano, il generale – che aveva ereditato i ‘progetti’ di Qassem Soleimani, ucciso in un raid americano nel gennaio del 2020 – sarebbe andato a Beirut la settimana scorsa per incontrare i vertici di Hezbollah e aiutare il gruppo dopo la serie di attacchi israeliani che ne hanno decapitato la leadership. Il silenzio di Teheran sulla sua sorte, secondo una fonte dei Guardiani a Beirut, starebbe creando il panico nei vertici dei Pasdaran. “Se Ghaani è vivo e vegeto – scrive Tabnak – il modo migliore per chiarire e rassicurarci che sta bene è pubblicare un breve video con lui”.  Sale intanto l’attesa per l’attacco di Israele all’Iran, che potrebbe essere ormai “imminente”. Ci sarebbe anche un ruolo degli Stati Uniti nell’operazione, alla quale non dovrebbero partecipare i caccia, mentre ci sarà senz’altro un coordinamento tra Washington e Tel Aviv. Ieri in una dichiarazione video, Benjamin Netanyahu ha promesso che Israele risponderà all’attacco con missili balistici sferrato dall’Iran martedì scorso. “Nessun Paese al mondo accetterebbe un simile attacco alle sue città e ai suoi cittadini, e nemmeno Israele”, afferma il primo ministro. “Israele ha il dovere e il diritto di difendersi e rispondere a questi attacchi – e lo faremo”. —internazionale/[email protected] (Web Info)


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