In Italia sempre più donne imprenditrici

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Mentre la situazione economica italiana risulta essere ferma come dimostrato dai recenti report che hanno smentito le parole del governo e il tasso di occupazione femminile risulta essere il più basso d’Europa, un dato però emerge nella sua positività.

L’Italia ha il numero più elevato di lavoratrici indipendenti. Artigiane, commercianti o libere professioniste, le donne italiane imprenditrici sono pari a 1.610.000 contro le 1.433.100 della Francia o le 1.294.100 della Germania, come attestato dall’Ufficio Studi della CGIA.

Numeri che, in una situazione di crisi generalizzata che interessa tutti i lavoratori di ambedue i sessi, testimonia la forte determinazione delle donne italiane nel voler intraprendere un’attività imprenditoriale.

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Una determinazione che acquista un significato ancora più decisivo se si considera che le donne italiane in età lavorativa compresa tra i 20 e i 64 sono un numero inferiore rispetto alle donne su citate, francesi e tedesche.

Circa il 56% delle donne imprenditrici sono attive nel settore dei servizi alla persona ma soprattutto, come evidenziato da numerose statistiche a livello internazionale, queste donne imprenditrici creano nuove opportunità lavorative per altre donne, in quanto esse tendono ad assumere donne molto più frequentemente rispetto ai colleghi maschi.

Un timido ma concreto incremento dell’occupazione femminile in un paese come il nostro che, da decenni, non investe in modo concreto in riforme a sostegno dei servizi sociali e della prima infanzia, penalizzando in modo significativo la possibilità lavorativa delle donne che sempre più spesso si trovano costrette a dover rinunciare al proprio posto di lavoro per doversi dedicare alla cura della famiglia e dei figli o trovano notevoli difficoltà a reinserirsi nel mondo del lavoro dopo la nascita di un figlio.

La propensione a una maggiore imprenditorialità femminile si manifesta maggiormente nelle provincie del Mezzogiorno che, secondo i dati del Registro imprese, registrano un’incidenza più elevata di imprese a conduzione femminile del 23,6% rispetto alla media nazionale che è del 22,3%

In particolare si distinguono la Basilicata e la Sicilia per il maggior peso delle imprenditrici locali sul territorio analizzato.

Secondo uno studio effettuato dall’Osservatorio Economico di Confartigianato Imprese Sicilia, risulta che la Sicilia sia tra le prime 30 regioni  in Europa per numero di imprenditrici e lavoratrici autonome.

Sono ben oltre 115 mila le imprese siciliane al femminile, come attestato da  Assoesercenti, e rappresentano quasi un quarto del totale delle imprese regionali.

Di queste imprese “rosa” oltre 11mila sono rivolte al settore dell’artigianato e dimostrano come la creatività femminile siciliana occupi un posto di rilievo e che in questi ultimi anni è cresciuta notevolmente.

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Questo è un segnale importante che evidenzia come ci sia una sempre maggiore partecipazione delle donne siciliane alle attività imprenditoriali e commerciali, attività tradizionalmente dominate dagli uomini.

Le donne anche se ancora rappresentano una percentuale più bassa rispetto al totale delle imprese siciliane, in questi anni hanno dimostrato la loro capacità di saper coniugare tradizione e innovazione tecnologica.

Questo ha portato l’imprenditoria femminile siciliana in una posizione di rilievo in quanto ha dimostrato di poter contribuire attivamente non solo all’occupazione ma anche allo sviluppo del nostro territorio.

Le donne siciliane imprenditrici si sono imposte come esempio non solo di forza personale ma soprattutto come modelli produttivi in continua evoluzione.

E non è stato un compito facile, né lo sarà in futuro.

Il nostro è un territorio complesso, segnato da una precarietà e una instabilità economica oramai cronica, ma anche da persistenti ostacoli culturali e sociali che molto spesso si frappongono tra la determinazione di queste donne e l’effettiva realizzazione della loro attività imprenditoriale.

Però queste donne imprenditrici, con questa loro determinazione individuale e lavorativa, rappresentano l’energia femminile siciliana nel volersi affrancare dai pregiudizi e dalle ostilità di un territorio da troppo tempo carente di strutture sociali a misura delle donne e delle madri lavoratrici.

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Purtroppo sono ancora molte le imprese di donne che chiudono poco dopo l’apertura, soprattutto per problemi economici ma anche per problematiche legate ad aspetti culturali e sociali non ancora risolti e che nella quotidianità non garantiscono una effettiva parità di genere lavorativa.

Come ha giustamente sottolineato Salvo Politino, presidente di Assoesercenti, bisogna che le Istituzioni intervengano con sostegni economici concreti per favorire l’attività imprenditoriale delle donne siciliane nella fase di avvio con una facilitazione all’accesso al credito, che permettano di sostenerle nei momenti di difficoltà e che le tutelino in gravidanza e nella cura dei figli.

Solo in questo modo si raggiungerà una piena parità di genere in ambito lavorativo che possa finalmente assicurare una pari attività imprenditoriale che abbia le stesse opportunità garantite agli uomini.



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