Cosa è successo a Novate Milanese: lite in casa, la «spedizione» contro il patrigno che aveva schiaffeggiato la madre, il 18enne gravissimo #adessonews

Il colpo esplode in strada. E trafigge al collo un ragazzo ucraino di 18 anni, che stramazza al suolo in una pozza di sangue. In via XXV Aprile, davanti al civico 41, a Novate, Comune alle porte di Milano, si scatena il fuggi fuggi. Il giovane era in compagnia di tre amici, che s’allontanano di corsa. Sono più o meno coetanei. Con loro, poco prima, in piena notte, il 18enne s’era presentato a casa per dare una «lezione» al patrigno, dopo aver saputo del litigio che l’uomo aveva appena avuto con la madre. All’arrivo dei soccorsi, chiamati dai vicini, il ferito è in pericolo di vita. Il proiettile l’ha perforato alla base del collo, sul lato destro, lesionando un’arteria. Viene trasportato d’urgenza al Niguarda, dove rimane ricoverato in condizioni giudicate gravissime ma stabili.

A fare fuoco, attorno alle 3.30 di ieri mattina, è il patrigno, Minako Manxhari, 45enne albanese, incensurato, di professione camionista. I carabinieri del gruppo di Rho, guidati dal tenente colonnello Emanuela Rocca, trovano la pistola nell’appartamento: è una Beretta 84 calibro «9 corto», risultata rubata nel 2013 a Sassuolo. «L’avevo presa per difesa più di dieci anni fa da un marocchino», si giustificherà l’uomo davanti al pm di turno, Paolo Storari. «Non c’ho visto più», s’è poi difeso durante l’interrogatorio, mostrandosi rammaricato per quanto accaduto, ma giustificandolo con una scatto di rabbia seguito al pestaggio subito. A terra, i militari sequestrano il bossolo del colpo sparato. In casa, una scatola con altre 40 munizioni dello stesso calibro.

Per ricostruire il motivo della sparatoria le lancette dell’orologio vanno portate indietro di un’ora. La coppia è a casa di amici, a una festa. I due iniziano a discutere. Il diverbio s’accende in fretta. Tanto che i due — il 45enne albanese, e lei, 39enne ucraina, in Italia dal 2011 — faranno ritorno a casa in momenti diversi. Ma una volta nell’appartamento al primo piano il litigio prosegue.

Sono quasi le 3. In casa volano insulti, e anche un ceffone. Le urla svegliano la piccola di 6 anni, figlia della coppia, ma anche il più piccolo dei due ragazzi avuti dalla donna in una precedente relazione. Il giovane, di 15 anni, avverte al telefono il fratello maggiore, di tre anni più grande, ucraino, anche lui studente, che in quel momento è ancora fuori con gli amici. Alla notizia, il 18enne decide di regolare i conti con il patrigno.

Quando si presenta davanti al patrigno, è in compagnia di tre amici, con i quali dà una «lezione» al 45enne. Sembra che la coppia avesse avuto accese discussioni anche in altre occasioni, e che la situazione a casa fosse tesa negli ultimi tempi. Anche se non risultano né denunce, né precedenti interventi delle forze dell’ordine. E dalle prime verifiche, sarebbero stati esclusi maltrattamenti da parte dell’uomo nei confronti della compagna. Dopo il pestaggio, i ragazzi s’allontanano, mentre l’uomo recupera la pistola, li rincorre per le scale, esce dal portone, e fa fuoco.

L’uomo è stato quindi arrestato e accompagnato a San Vittore. Dovrà rispondere di tentato omicidio, porto e detenzione di arma illegale e ricettazione. La pistola è stata consegnata al Ris per verificare se ha fatto fuoco altre volte.

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