Decreto Disabili Psichici e Anziani, ricorso al Tar

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Prestito personale

Delibera veloce

 


Due distinti ricorsi al Tar, depositati da 44 cooperative socio-assistenziali firmatarie, tutte aderenti a Confcooperative Sicilia, contro il Decreto 1326 del 7 novembre scorso, che stravolge il sistema di autorizzazione e accreditamento delle Case di Cura e delle Comunità Alloggio.

Netta la posizione della confederazione a supporto dei cooperatori allarmati per il concreto rischio che l’intero sistema socio-assistenziale, in piedi da 40 anni in Sicilia, salti e addirittura sparisca con un colpo di spugna. Le cooperative ricorrenti si sono rivolte alla giustizia amministrativa evidenziando gli elementi di illegittimità rilevati nel contestato decreto interassessoriale, tali da compromettere la sopravvivenza delle cooperative, delle professionalità impiegate e di conseguenza la stabilità del servizio, destinato ad utenti particolarmente fragili: gli anziani non autosufficienti o con ridotta autosufficienza privi di adeguato supporto familiare e i disabili psichici. Confcooperative Sicilia ritiene che gli assessorati della Salute e della Famiglia debbano fare subito marcia indietro.

Il presidente di Confcooperative Sicilia, Gaetano Mancini si mostra preoccupato. “Questo decreto- spiega Mancini- mette a rischio un sistema consolidato, che eroga servizi fondamentali ad un’utenza fragile, a cui occorre dare continuità e certezze. Parliamo di un sistema che garantisce occupazione ed una distruzione equa della ricchezza. Chiediamo al governo regionale di fermarsi e di rivalutare le proprie scelte, a tutela di una realtà che da decenni dà risposte ai cittadini e al territorio, spesso colmando con senso di responsabilità le lacune delle istituzioni”.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Entra nei dettagli tecnici il vicepresidente di Confcooperative Sicilia, Antonio Matina. “Il nuovo decreto- premette-istituisce nuove tipologie assistenziali, senza tener conto in alcun modo del contesto esistente, né della legge 22 del 1986, su cui l’assistenza si basa. Il decreto di novembre introduce forme assistenziali con caratteristiche strutturali e organizzative completamente diverse rispetto ad oggi. Significa che moltissime strutture, soprattutto le più piccole, sarebbero estromesse da tutto”. La vicenda coinvolge migliaia di utenti (oltre 2400 i soli disabili psichici) e di operatori. Il nuovo decreto non prevede nulla che possa lasciar supporre un percorso di metamorfosi graduale. Al contrario, l’attuale tipologia assistenziale sembra destinata a morire. “Il decreto -prosegue Marina- non fornisce,inoltre, indicazioni sulle modalità con cui sarà quantificato il fabbisogno, né sui criteri di distribuzione dei posti. “Cosa ne sarà delle strutture che non riescono a riconvertirsi? Le istituzioni, a tutti i livelli, hanno un ruolo fondamentale nel definire le politiche e le strategie per affrontare il cambiamento. Tuttavia, spesso mancano di una conoscenza approfondita dei bisogni e delle dinamiche sociali. Il comparto cooperativo sociale, invece, è radicato nel territorio e conosce da vicino le problematiche specifiche delle comunità.Chiediamo, pertanto, con forza, maggiore dialogo e collaborazione”.

Altrettanto chiaro il presidente di FederSolidarietà Sicilia, Salvo Litrico, che non nasconde, oltre alla preoccupazione, la delusione rispetto ad un confronto che nei mesi scorsi aveva lasciato spazio ad un seppur cauto ottimismo. “Il nuovo decreto sulla lungoassistenza e il riordino delle comunità psichiatriche -dichiara- ci lascia perplessi per due motivi: uno tecnico e uno politico. Sul primo si esprimeranno i giudici dei Tar a cui sono stati consegnati i ricorsi, in primis perchè questo decreto non dialoga con la legge 22/86 gettando ombre sul futuro delle comunità alloggio e perchè azzera esperienze di decenni, parificandole a chi dal nulla, con il solo l’utilizzo di capitali “decide” di fare un investimento. Non sappiamo quanti posti verranno banditi, che fine faranno i 2300 utenti delle comunità alloggio e gli operatori del settore. Non c’è una previsione di conversione delle attuali comunità. Sui temi di ordine politico -prosegue Litrico- siamo ancora più dispiaciuti . E’ mancato il confronto. Eppure la scorsa estate si erano susseguiti incontri proficui da cui era emersa la certezza per le centrali cooperative di prendere parte al tavolo di confronto per un’eventuale revisione della legge 22. Invece è stato redatto un decreto interassessoriale che non ci ha visti minimamente coinvolti e abbiamo per questo chiesto audizione alle commissioni competenti. Il futuro delle cooperative e dei servizi per i più fragili è sempre più incerto -conclude Litrico- affidato solo alla buona volontà dei soci”



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link