a Catanzaro un progetto contro la criminalità organizzata

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  06 febbraio 2025 18:32

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di IACOPO PARISI

Un’importante iniziativa contro la criminalità organizzata si è svolta questa mattina in videoconferenza, coinvolgendo numerose scuole della Calabria. L’evento, parte del progetto “Giustizia e Umanità – Liberi di Scegliere”, promosso dall’associazione culturale Biesse, ha visto la partecipazione di figure istituzionali e testimoni diretti per sensibilizzare i giovani sul tema della legalità e offrire loro una prospettiva di riscatto lontana dalle dinamiche mafiose.

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L’iniziativa, definita da molti l'”Erasmus della legalità”, si ispira al lavoro della presidente di Biesse, Bruna Siviglia, e del magistrato Roberto Di Bella, presidente del Tribunale per i Minorenni di Catania. Il progetto si basa sulla legge regionale 27 del 28 giugno 2023, che rappresenta una rivoluzione culturale nella lotta contro la ‘ndrangheta. L’obiettivo è quello di trasmettere alle nuove generazioni un messaggio chiaro: nella criminalità organizzata non esiste libertà, spesso si nasce e si cresce in contesti mafiosi, ma esiste la possibilità di scegliere un futuro diverso.

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L’evento è stato introdotto da Bruna Siviglia, che ha accolto i partecipanti e sottolineato l’importanza di un impegno collettivo per contrastare la mentalità mafiosa. Successivamente, hanno preso la parola diversi dirigenti scolastici e docenti, tra cui Cinzia Scozzafava, Gianluca Scalise, Daniela Panzera, Vittoria Paola Zurzolo, Filomena Rita Folino, Maria Minetvini, Elena Maida, Paola Cama, Rossella Tallerico, Paola Borzumati e Antonella Regio, tutti concordi sulla necessità di promuovere la cultura della legalità fin dai banchi di scuola.

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Il Sottosegretario all’Interno Wanda Ferro, intervenuta con convinzione, ha ribadito il valore del progetto, sottolineando come sia necessario offrire ai giovani alternative concrete per evitare che il loro destino sia segnato dalla criminalità. Ha evidenziato il ruolo cruciale della scuola nella prevenzione della dispersione scolastica e nel supporto a madri coraggiose che vogliono garantire ai figli un futuro lontano dalle logiche mafiose. Ha inoltre sottolineato come droghe e criminalità vadano di pari passo rendendo quindi fondamentale anche la lotta alle droghe.

Il giudice Roberto Di Bella, ideatore del progetto, ha evidenziato i successi ottenuti fino ad oggi e la necessità di un protocollo governativo ministeriale per rendere stabile questa iniziativa. Ha parlato della ‘ndrangheta come un fenomeno che si tramanda di generazione in generazione, citando intercettazioni in cui i padri “ereditano” i figli alla criminalità. Ha inoltre raccontato come, nel corso della sua carriera, abbia visto il dolore negli occhi di tanti giovani intrappolati in queste dinamiche, rafforzando così la propria determinazione nel portare avanti questa battaglia culturale e giudiziaria. Ha evidenziato anche come la presenza della ‘ndrangheta sia dannosa per il turismo e l’economia locale, scoraggiando gli imprenditori dall’investire in Calabria per timore di richieste di pizzo e minacce.

Di Bella ha ringraziato Wanda Ferro, con la quale presto siglerà un protocollo governativo insieme al Ministero della Giustizia Minorile e al Ministero dell’Istruzione e del Merito.

Uno degli interventi più toccanti è stato quello di Luigi Bonaventura, ex membro della ‘ndrangheta e collaboratore di giustizia. Bendato da dodici anni per motivi di sicurezza, ha raccontato la sua drammatica esperienza, spiegando come il suo percorso criminale sia iniziato da giovanissimo. Ha descritto l’orrore di un mondo in cui l’omicidio viene trattato con normalità, fino alla sua decisione di dissociarsi, scoprendo di avere ancora un cuore. Il suo messaggio agli studenti è stato chiaro: la mafia non offre un futuro, distrugge vite e priva della vera libertà di scelta. Particolarmente inqiuetante è stato il passaggio in cui ha parlato del primo momento in cui i suoi parenti sono stati contenti di lui: quando ha organizzato il suo primo omicidio. Ha inoltre ricordato come non sia vero che la mafia non uccide i bambini, portando l’esempio della diffusione dei rifiuti chimici e delle droghe, due fattori che indirettamente provocano la fine di tante giovani vite.

Il Presidente del Consiglio Regionale della Calabria, Filippo Mancuso, ha espresso soddisfazione per i risultati del progetto, sottolineando come la Calabria sia l’unica regione ad aver approvato una legge specifica su questa tematica. Ha ringraziato l’associazione Biesse per la sua continua dedizione nella lotta alla criminalità organizzata.

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Gli istituti presenti all’evento sono stati: Convitto Nazionale “P. Galluppi” (Catanzaro), Istituto Superiore “Siciliani-De Nobili” (Catanzaro), Istituto Comprensivo “M. Macrì” (Bianco-RC), Istituto Comprensivo “Taverna” (Catanzaro), Istituto Comprensivo “R. Pirla” (Scilla-RC).

L’incontro si è chiuso con le domande degli studenti, che hanno interagito con il giudice Di Bella e Luigi Bonaventura, dimostrando grande interesse e sensibilità verso le tematiche affrontate.

Giustizia e Umanità – Liberi di Scegliere” non è solo un progetto, ma una missione che coinvolge scuola, istituzioni e società civile per costruire un futuro libero dalla mafia. Perché scegliere la legalità significa scegliere la libertà.

 

 

 

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