Nel complesso panorama dell’istruzione italiana, l’appuntamento annuale con le Prove Invalsi, i test che misurano le competenze in Italiano, Matematica e Inglese, rappresenta, al netto delle polemiche e delle critiche che scaturiscono puntualmente, un rituale collettivo che coinvolge migliaia di studenti. Questo sistema di valutazione, infatti, oltre a essere momento di verifica per loro, è anche un’occasione per l’intero sistema scolastico di riflettere sulla propria efficacia.
Prove Invalsi, l’appuntamento scolastico del 2025
Ogni anno, i test Invalsi forniscono un’istantanea delle competenze in Italiano, Matematica e Inglese, degli studenti dalla scuola primaria fino all’ultimo anno delle superiori e offrono dati preziosi che permettono di monitorare i progressi, individuare le criticità e promuovere interventi mirati. Il metodo, però, non si limita a fotografare il livello di preparazione degli studenti, ma cerca di individuare le tendenze emergenti e le eventuali problematiche, fornendo una base solida per lo sviluppo di strategie educative efficaci.
Le date da ricordare
Le prove si svolgono in un arco temporale compreso tra marzo e maggio, con date specifiche per ogni grado scolastico.
- Gli studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori (grado 13) affronteranno i test dal 3 al 31 marzo, con le classi campione che svolgeranno le prove tra il 4 e il 7 marzo.
- Per le terze medie (grado 8), il periodo designato è compreso tra il 1° e il 30 aprile.
- Le seconde superiori (grado 10) svolgeranno le prove tra il 12 e il 30 maggio.
- Nella scuola primaria, i test inizieranno il 6 maggio con la prova di Inglese per il grado 5, seguita il 7 maggio da Italiano e il 9 maggio da Matematica.
Le modalità di svolgimento
Per quanto riguarda lo svolgimento delle Prove, mentre le scuole primarie utilizzeranno il tradizionale formato cartaceo, le scuole secondarie adotteranno il sistema CBT, computer-based testing, offrendo maggiore flessibilità nell’organizzazione. Le classi campione, selezionate a livello nazionale per garantire la rappresentatività dei dati, svolgeranno le prove in giorni specifici, sotto la supervisione di osservatori esterni.
Risultati del 2024: diminuisce la dispersione scolastica
La situazione della preparazione degli studenti italiani, viene, una volta analizzati i risultati, resa nota nel cosiddetto Rapporto Invalsi. L’ultimo di cui si hanno i dati, quello del 2024, ha evidenziato sia miglioramenti che criticità nel sistema scolastico italiano. Per quanto riguarda, per esempio, la dispersione scolastica, è stata registrata una significativa riduzione della dispersione scolastica; si è osservato, però, che continuano a persistere notevoli disparità territoriali, tra Nord e Sud.
La preparazione: studenti eccellenti in calo
Per quanto riguarda la preparazione, la percentuale di studenti eccellenti nelle terze medie si attesta al 19,5%, con un lieve calo rispetto al 2023. Anche in questo caso, si osservano forti differenze regionali, con Lombardia e Veneto che superano il 20% e la Calabria che scende sotto il 10%. Le competenze in Inglese mostrano segnali di miglioramento, con una diminuzione della percentuale di studenti con difficoltà in Reading e Listening, soprattutto nella scuola primaria. Per quanto riguarda, poi, la preparazione matematica, si è osservato un lieve miglioramento nella scuola primaria, mentre nella scuola secondaria di secondo grado persistono difficoltà, soprattutto negli istituti tecnici e professionali.
Tra le Prove Invalsi anche le competenze digitali
Nel 2025, le classi campione delle scuole superiori si confronteranno per la prima volta con una prova sulle competenze digitali, basata sul framework europeo Digcomp 2.2, novità che sottolinea l’importanza crescente delle tecnologie nel mondo del lavoro e nell’istruzione. Il Ministero, ha inoltre annunciato nuove strategie per potenziare le competenze linguistiche e matematiche, puntando su metodologie didattiche innovative e sull’uso di tecnologie educative avanzate. L’obiettivo principale è quello di ridurre il divario tra le diverse aree geografiche e garantire una maggiore equità nell’accesso alle opportunità formative.
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