Gruppi anche a Selva e Levico e in tutta la Valsugana. Il progetto è in attesa dell’ok da Roma
A Trento sono attivi tredici gruppi, poi c’è l’«esercito» dei volontari, pronti a dare un supporto in termini di segnalazioni ovviamente, a carabinieri e polizia, a Rovereto e ad Arco, Riva, Drena, Dro e Tenno c’è già un filo diretto via WhatsApp tra i cittadini e le forze dell’ordine. «Non siamo degli sceriffi, vogliamo solo essere di aiuto», ci tengono a precisare.
I progetti avviati in Trentino sono diversi e ora scendono in campo anche i cittadini della Valsugana, in particolare Levico, Selva e Barco. «Ci sono già diversi gruppi attivi su WhatsApp», spiega il sindaco Gianni Beretta che nelle scorse settimane ha avuto un incontro con il vice prefetto al Commissariato del governo. Ora si attende l’ok da Roma, ma nel frattempo a Barco sono già una trentina i volontari che sono pronti a mettersi a disposizione per creare una rete di sicurezza urbana, alla luce anche delle nuove ondate di furti che stanno interessando un po’ tutta la Valsugana. Gli ultimi episodi, in ordine di tempo, risalgono a mercoledì. In poche ore a Barco si sono registrati cinque tentati furti in abitazione. «C’era una macchina sospetta che girava, sono intervenute le forze dell’ordine che hanno perlustrato per il paese fino a tarda sera», racconta un cittadino.
L’idea di attivare anche a Levico lo strumento del «Controllo di vicinato» risale alla scorsa estate. Il 19 giugno il Comune aveva organizzato un incontro informativo con il comandante della polizia locale Alberto Adami e l’ex questore Alberto Francini aperto a tutta la popolazione e la risposta da parte dei cittadini non è mancata. A inizio agosto una trentina di residenti di Barco ha chiesto l’attivazione del progetto. L’obiettivo è rafforzare la collaborazione tra cittadini e forze di polizia al fine di ricostruire i rapporti e le relazioni sociali.
Il senso civico
Quante volte è capitato di commentare con i vicini di casa presenze sospette, furti avvenuti in paese o episodi di degrado? Accade spesso, ma talvolta manca il passo successivo: la chiamata al 112. Si parla, si commenta e poi ci si «dimentica» di telefonare alle forze di polizia. «È importate il senso civico e ben venga la popolazione attiva, ma poi c’è il problema della segnalazione. È fondamentale chiamare il 112 e questo vale per gli episodi di criminalità così come per la presenta di lupi», sollecita il sindaco.
Per attivare il «controllo di vicinato» — uno strumento di prevenzione contro la criminalità, previsto dalla legge e che permette di rafforzare la collaborazione con la forze dell’ordine — il Comune di Levico ha fatto tutti i passaggi necessari, è stata infatti richiesta l’approvazione al Commissariato del Governo e adesso manca solo l’ultimo via libera da Roma. Nel frattempo i volontari, che sono pronti a mettersi a disposizione, sono aumentati. Per loro il fattore tempo è fondamentale soprattutto dopo le nuove ondate di furti che stanno preoccupando molto. «Siamo in attesa che il progetto venga attivato — spiegano — perché vogliamo dare il nostro supporto alle forze dell’ordine per contribuire a combattere il fenomeno dei furti e delle rapine in casa che tanto preoccupano la nostra comunità».
Aumentare la sicurezza
I cittadini pensano in particolare alle persone che vivono da sole, spesso anziane, «che sono oltremodo spaventate da questi reati. Dopo i numerosi furti che abbiamo subito e la ripresa di tale fenomeno negli ultimi tempi nei paesi vicini, è necessario fare qualcosa per aumentare la sicurezza di Barco — continuano — . Siamo pronti a collaborare attivamente con le forze dell’ordine, dopo aver costituito il gruppo ed essere stati adeguatamente formati, per rendere Barco di Levico un posto più sicuro per tutti».
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