il viaggio di Elisa tra pecore e innovazione – Targatocn.it

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 


“La città ha un volto, la campagna un’anima e le pecore un cuore”.

Questa è una frase di Elisa, una veterinaria ligure, da tempo insediata a Revello, che mi ha raccontato il suo progetto di recupero della lana delle pecore autoctone piemontesi.

Tutto è iniziato con una telefonata

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

“Non so se la mia storia ti può interessare:io non produco nulla!” mi ha detto quando ci siamo sentite. In effetti è così. Elisa non è un’artigiana, ma è una delle poche persone che oggi, nel suo piccolo, ha fatto la differenza e adesso ti racconto come.

Nata e cresciuta ad Alassio, ha sempre avuto un sogno chiaro: diventare veterinaria.

Dopo essersi laureata a Torino, ha proseguito la sua carriera in Piemonte, dove vive dal 1998.

Negli ultimi anni, il suo interesse si è ampliato verso la valorizzazione della lana rustica delle pecore italiane. Tutto è nato durante un Capodanno in Trentino-Alto Adige, racconta: “C’erano delle piccole greggi di pecore dal mantello grigio, un colore raro e affascinante. Mi sono chiesta: che fine fa questa lana? E ho visto come, in quelle regioni, è valorizzata e utilizzata per fare molte cose. La lana di quegli animali non era differente da quella che vedevo in Piemonte durante il mio lavoro. Perchè non tentare di fare una cosa simile anche nel mio territorio?”

Elisa scopre così il mondo della lana

A fine 2017 inizia a fare delle ricerche. “Ero infastidita e dispiaciuta nel vedere tutta quella lana venisse venduta dagli allevatori. Un materiale prezioso che diventa ancora un rifiuto mentre potrebbe avere molti utilizzi!”

Prestito personale

Delibera veloce

 

Con tenacia, ha iniziato a esplorare un settore spesso trascurato: la lavorazione della lana rustica. Ha iniziato ad interessarsi ad ogni possibile soluzione scoprendo metodi incredibili per valorizzare e dare una seconda vita a questo materiale.

Mi ha raccontato di scoperte davvero affascinanti come la possibilità di rende la lana pellet e utilizzarla come ottimo concime per piante di casa, oppure farla diventare una sorta di melasso, quindi un materiale da spargere nei campi o, infine, utilizzandola per realizzare dei teli da pacciamatura.

Tutte soluzioni ottime, ma che richiedevano un grande investimento economico e la necessità di non essere soli nell’impresa.

Elisa in questo viaggio ha cercato di coinvolgere molte persone, ma spesso le risposte ottenute sono state spente, in nessuno si accendeva quella passione per fare qualcosa di buono che si era accesa in lei.

L’unica soluzione che le rimane è quella di tentare una strada da sola per fare, nel suo piccolo, la differenza. Recupera circa 600 kg di lana di pecora Biellese e inizia la sua avventura.

“Ho iniziato telefonando a mezzo mondo e cercando informazioni su internet. Alla fine, ho trovato un signore a Biella, esperto di fibre pregiate, che ci ha aiutati a capire come procedere”. La lana raccolta, accuratamente selezionata in base al colore – greggia naturale, marrone e grigia – è stata inviata a Biella, un territorio storicamente legato alla lavorazione tessile.

Contabilità

Buste paga

 

La trasformazione della lana è un processo complesso e frammentato: “La lana viene lavata, cardata, filata e successivamente tessuta. Ogni fase avviene in laboratori diversi, a volte distanti chilometri tra loro. Per esempio, c’è chi si occupa solo dell’ordito e chi della trama. È un lavoro di squadra, ma con un incredibile valore artigianale”.

Nasce così nel 2018 il progetto Bela, che prende il nome dal verso della pecora, ma anche dal fatto che il materiale creato è davvero bello e di qualità.

Dai 600 kg iniziali sono stati prodotti più di 360 kg di lana lavorata, che non si è fermata solo  ai gomitoli. Una collaborazione con artigiani della zona di Bergamo ha dato vita a calzettoni rustici e di qualità. Questo connubio tra lana e creatività ha valorizzato tradizioni e tecniche locali, producendo anche coperte.

Una curiosità che l’intervistata sottolinea riguarda il colore della lana: “Il bianco candido che vediamo spesso non è naturale. La lana grezza è bianco sporco o color panna. Se la vedi perfettamente bianca, vuol dire che è stata sbiancata”. Un indizio per capire se stiamo comprando lana naturale o no.

In un secondo momento è arrivata l’idea di utilizzare il latte di pecora per creare cosmetici. Una latte con delle proprietà uniche: un contenuto di grassi tra il 6% e il 9%, superiore al latte vaccino. Questa composizione rende il latte di pecora ideale per prodotti come creme e saponi, caratterizzati da un rapido assorbimento e benefici per la pelle.

Microcredito

per le aziende

 

Questo progetto ha accompagnato Elisa per una lunga parte della sua vita, un meraviglioso viaggio di cui è diventata esperta. Oggi con i suoi prodotti che puoi vedere qui www.belamonviso.it  la si può trovare ai mercatini e la sua voglia di trovare soluzioni per far si che la nostra terra possa essere un po’ più green e sostenibile, non è svanita, forse un po’ assopita, come per coloro che iniziano una battaglia e poi di ritrovano soli.

Se tutti però facessimo un piccolo pezzo sicuramente il mondo sarebbe migliore.

Con la sua famiglia ha persino scelto di isolare e insonorizzare una parte di casa sua, ristrutturata di recente, utilizzando dei materassini di lana che produce un’azienda in Toscana, incrociata nel suo percorso di ricerca. Un ‘idea davvero interessante ed innovativa che pochi conoscono ma che varrebbe la pena di approfondire.

Questo progetto non è solo un modo per dare nuova vita alla lana rustica, ma anche un tentativo di rivalutare un patrimonio culturale. “Con la lana rustica delle nostre pecore possiamo realizzare davvero molte cose. È un materiale prezioso, ma poco valorizzato.

La qualità della lana dipende strettamente dalla razza della pecora e dalla sua attitudine alla produzione di latte o carne. Le pecore da latte, come le sarde, tendono ad avere una lana più grossolana rispetto a quelle destinate alla carne, come le inglesi o neozelandesi. Questo fenomeno è spiegato dalla competizione tra aminoacidi nel corpo dell’animale: più si produce latte, meno pregiata sarà la lana.”

Richiedi prestito online

Procedura celere

 

Se volete davvero fare un viaggio e magari collaborare con Elisa per diventare un gruppo e portare avanti un progetto, vi consiglio di andare a conoscerla. Rimarrete, come me, affascinati da questo mondo.

La storia di questa veterinaria dimostra che, con passione e determinazione, è possibile trasformare una risorsa sottovalutata in un’opportunità unica per il territorio e la comunità.

Un sogno nel cassetto di Elisa?Sta raccogliendo materiale per creare un piccolo museo sulla lavorazione della lana di un tempo e di oggi per raccontare la sua bellissima ricerca e sensibilizzare le persone. Lancia un appello a chiunque abbia oggetti e li voglia donare, per una buona causa, affinché la contatti!

Questo viaggio nella filiera della lana e del latte di pecora racconta non solo un processo produttivo, ma anche una filosofia: valorizzare il territorio, rispettare l’ambiente e creare prodotti di alta qualità che parlano di tradizione e innovazione. Dai gomitoli ai cosmetici, ogni passo testimonia l’importanza di un legame profondo tra l’uomo e le sue risorse.





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link