Lavori in corso negli ospedali di Città di Castello e Branca: le novità

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A Città di Castello e Branca, frazione di Gubbio, sono in atto importanti interventi di ristrutturazione e ampliamento che mirano a migliorare l’efficienza e l’offerta sanitaria dei due ospedali. L’ospedale di Gubbio-Gualdo Tadino, situato a Branca, e quello di Città di Castello, due pilastri della sanità umbra, stanno affrontando trasformazioni importanti, con un impatto diretto sulla qualità dei servizi.

Città di Castello e Branca: lavori negli ospedali per una sanità migliore

Nell’ospedale di Città di Castello, i lavori hanno preso il via nel reparto di rianimazione. L’ex area, situata al piano terra e dotata di sei posti letto, sarà ampliata a dodici, mentre una nuova rianimazione con ulteriori sei posti sarà collocata al primo piano, accanto alla sala operatoria. Questo intervento porterà a un aumento complessivo dei posti letto di rianimazione da sei a diciotto.

Parallelamente, al quinto piano, è in corso la creazione di un reparto di terapia sub-intensiva con 14 posti letto, un ampliamento strategico per rispondere alle esigenze sempre più crescenti dei pazienti. Anche il pronto soccorso sarà oggetto di interventi significativi: è prevista una ristrutturazione dell’area grigia e l’installazione di una nuova TAC, che sarà operativa entro aprile 2025.

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La direzione sanitaria si è scusata anticipatamente con i cittadini per eventuali disagi causati dai lavori, sottolineando l’importanza di tali interventi per migliorare le infrastrutture e i servizi ospedalieri.

Lavori di ammodernamento a Branca

Anche l’ospedale di Gubbio-Gualdo Tadino, inaugurato nel 2008 per servire un bacino di circa 70.000 persone, sta subendo importanti ristrutturazioni. L’attenzione è focalizzata sul pronto soccorso, dove sono in corso lavori di revisione e ammodernamento dei percorsi assistenziali. Per consentire tali interventi, sono stati rimodulati gli spazi, riducendo temporaneamente l’area destinata alla sala d’attesa. La direzione dell’ospedale ha chiesto pazienza agli utenti, garantendo che i lavori miglioreranno sensibilmente l’esperienza e l’efficienza del servizio.

Gli interventi in corso a Città di Castello e Branca rappresentano un passo importante verso il miglioramento della sanità regionale, ma evidenziano anche le sfide che il settore deve affrontare. Se da un lato si investe nell’ammodernamento delle strutture, dall’altro è essenziale affrontare con urgenza le problematiche legate al personale per garantire un’assistenza adeguata e tempestiva.

Gli ospedali di Città di Castello e Branca, con le loro specificità e peculiarità, si confermano punti di riferimento per la sanità umbra. Per mantenere e migliorare questo ruolo, è necessario un approccio integrato che coniughi investimenti strutturali e risorse umane, a beneficio di un bacino di utenza sempre più esigente e bisognoso di cure di qualità.

Carenze di personale al Pronto Soccorso di Città di Castello

Mentre i lavori strutturali proseguono, emergono criticità sul fronte del personale. Nei giorni scorsi, Emanuela Arcaleni, capogruppo di Castello Cambia, ha presentato un’interrogazione sullo stato del Pronto Soccorso di Città di Castello, evidenziando le carenze che rischiano di compromettere la sicurezza e la qualità dell’assistenza.

Secondo Arcaleni, il personale infermieristico è spesso insufficiente per gestire il volume di accessi: circa 25.000 ogni anno, con una media di 70-80 al giorno. Le unità attualmente operative, ridotte a tre di giorno e due di notte, devono anche far fronte alle emergenze territoriali, con circa 13-14 chiamate nelle 24 ore. La mancanza di personale OSS e medico stabile aggrava ulteriormente la situazione, portando la dirigenza a chiedere turni straordinari ai medici di altri reparti, con costi che oscillano tra gli 80 e i 100 euro l’ora.

“Questi fondi potrebbero essere impiegati per assunzioni e stabilizzazioni,” ha sottolineato Arcaleni, chiedendo un incontro urgente con i vertici della ASL1 e con il nuovo Direttore regionale del Servizio Sanitario. La capogruppo ha inoltre criticato il progetto lanciato nel luglio 2023 per la gestione dei codici a bassa intensità, definendolo un diversivo che non affronta i problemi di fondo.



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