I Ristoranti Preferiti dei Famosi

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Il vip watching รจ un lavoro serio: richiede tempo, denaro, logistica. E ottimo stomaco. I ristoranti vip sono luoghi di raccordo e di incontro, governati da alchimie profonde che, al netto delle star che li frequentano, si basano su pochi principi immutabili. Spazziamo via ogni dubbio: non confonderli con i ristoranti dei vip, aperti dalle celebritร  dello showbiz che mettono nome e (inedite?) capacitร  imprenditoriali a servizio della ristorazione. Come si apre un ristorante amato dai vip, รจ tutto un altro tipo di copione. Da Los Angeles con lo storico Giorgio Baldi alle nuove aperture di New York, essere eletti luogo di fiducia per le forchettate delle star non si basa soltanto sull’efficienza dei PR o sul passaparola. Richiede il rispetto di alcuni importanti fattori di accoglienza, aka le basi della ristorazione, con il plus di non dover faticare troppo a recuperare un tavolo. Che a NY รจ diventato un’autentica questione, col mercato nero delle prenotazioni che falsa la reale presenza/disponibilitร  nei locali: come riassume il sito newyorkese The Gothamist, in cittร  entrerร  in vigore da metร  febbraio 2025 il Restaurant Reservation Anti-Piracy Act, che impedirร  le speculazioni sulle prenotazioni dei ristoranti da parte di terzi. Pure se non sembra, anche i vip possono incappare in questo problema.

Escludendo il tema delle prenotazioni, i ristoranti preferiti dei vip sono tutti accomunati da alcune specifiche caratteristiche. “Sembra che ci siano solo due tipi di ristoranti a New York: quelli dove mangiano le celebritร , e tutti gli altri” esordiscono su New York Times le giornaliste Becky Hughes e Priya Krishna, nell’enumerare l’elenco (parziale) della strategia per accomodare una star nel proprio locale. Nemmeno troppo segreta, in realtร : se non vogliamo scomodare il concetto distorto di successo, ma semplicemente compilare i motivi perchรฉ un locale funziona, obiettivamente i principi universali di accoglienza, buon cibo, rapporto qualitร /prezzo, atmosfera sono primari. E i ristoranti dove vanno i vip seguono esattamente gli unici, veri dogmi da rispettare della ristorazione: ristorare, appunto. Accogliere, nutrire, rilassare. Cui si aggiungono anche le giuste dosi di discrezione: le migliori responsabili di sala non commettono l’errore di “riconoscere” qualcuno quando sanno che non vuole essere identificato, non spifferano a paparazzi&gossip la sua presenza, proteggono la privacy del piacere gastronomico. Tra i punti chiave di un ristorante di successo, per vip e non, la presenza umana รจ fondamentale: che siano mรขitre, patron e patronne, chef che si affacciano personalmente per consegnare un piatto, lo charme nell’accompagnare la serata รจ il segreto fondamentale, la spezia che eleva la fluiditร  del servizio tra sala e cucina.

Vero anche l’esatto contrario. C’รจ chi se ne infischia e contribuisce volontariamente all’hype del locale facendosi vedere, posando nelle foto con il personale, non stizzendosi per essere ripreso mentre mangia. Nell’era 4.0 della ristorazione, un TikTok che inquadra i bocconi di una celebritร  รจ sufficiente a imballare il locale per i mesi successivi. Accade con potenze contemporanee come Taylor Swift, seguita metodicamente dall’army di fan che ha persino mappato tutti i posti dove รจ andata a mangiare (per poi frequentarli a propria volta, quando le prenotazioni lo concedono), ma non sono da meno George Clooney (habituรฉ tra lago di Como e Stati Uniti), Timothรฉe Chalamet (le sue foto a pranzo con Larry David al Sant Ambroeus di NY nel 2021 fecero il giro del mondo), Jennifer Lopez (presenza fissa al Cipriani di Beverly Hills) o Katy Perry e Rihanna (estimatrici del Carbone di NY). Negli USA ampio traino lo danno anche le stelle dello sport statunitense, dai cestisti NBA ai giocatori di baseball e football, o della tv: tutto lo staff del Saturday Night Live mangia al The Rock, cui accede da un ingresso secondario vicinissimo agli studi. A volte sono ristoranti di catene di eccellenza a diventare it spot per il celebrity watching: i vari Cipriani sparsi negli Stati Uniti figurano sempre tra i posti preferiti dei vip, vuoi per l’allure immutata, vuoi per la possibilitร  di avere la giusta riservatezza di ingresso/tavolo, mentre a Roma chiunque sa che sulla terrazza di Zuma si possono incrociare facilmente calciatori&co., e si mangia anche bene. Nodo focale, tra l’altro, core business nel vero senso della parola: il cibo buono, genuino q.b. e autenticamente goloso, รจ al centro di tutto. Molto aiuta anche l’accoglienza delle diverse necessitร  alimentari (le celebri dietary restrictions), con opzioni vegane e vegetariane, senza glutine, no lattosio, e via specificando. E in fondo รจ questo che amiamo, di ristoranti che eleggiamo a preferiti, dove torniamo piรน e piรน volte abbandonando temporaneamente la frenesia di sperimentare nuove aperture. Ci facciamo cullare da posti che sappiano soddisfare quella voglia di chillax, di sederci, essere nutriti bene, lasciare per qualche mezz’ora le ansie performative fuori dalla porta. E i vip, in questo, sono proprio come noi.

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