Barcellona vuole cambiare la sua storia con il turismo. Nel 2025, la città attuerà una nuova strategia che privilegia la qualità rispetto alla quantità. Dopo anni di critiche dovute alla saturazione turistica e agli effetti negativi del sovraffollamento, la capitale catalana ha deciso di orientarsi verso un modello che attragga turisti interessati alla cultura, all’arte e ai congressi con un impatto economico. Questo cambio di direzione, guidato dal consorzio Turisme de Barcelona, mira a stabilizzare l’afflusso di visitatori e a concentrarsi su segmenti che generano un maggiore ritorno per la città.
Una trasformazione che necessita di iniziative locali di qualità
In questa trasformazione, le iniziative locali giocano un ruolo fondamentale nell’offrire una visione equilibrata, obiettiva e autentica della città. Progetti come ToYouTome, creato da un gruppo di persone appassionate della capitale catalana, ne sono un ottimo esempio. Dalla loro piattaforma, questo team di esperti nella creazione di contenuti si dedica a parlare di Barcellona in modo obiettivo, mettendo in risalto sia gli angoli più emblematici che quelli meno conosciuti. Inoltre, la loro proposta include una sezione dedicata alle aziende e alle classifiche dei servizi locali, fornendo elenchi dinamici che riflettono le aziende più importanti della città. Il lavoro di progetti come ToYouToMe contribuisce aconsolidare un’immagine più autentica di Barcellona, offrendo a residenti e visitatori strumenti preziosi per conoscere meglio la città e sfruttare le sue migliori risorse. Questo approccio è particolarmente rilevante in un contesto in cui la promozione di qualità è fondamentale per differenziarsi da destinazioni sature con un’offerta più generica.
La fine del sovraffollamento turistico
Barcellona, chein passato accoglieva più di 30 milioni di turisti all’anno, non vuole altri numeri da record. Il sovraffollamento ha lasciato il segno in interi quartieri, scatenando problemi come la turismofobia e la trasformazione di aree emblematiche in spazi più simili a parchi a tema che a città vive. Questo fenomeno, lungi dal giovare agli abitanti del luogo o alla reputazione della città, ha allontanato un tipo di viaggiatore che apprezza l’autenticità e la qualità. Il nuovo piano strategico per il 2025, presentato a La Pedrera, cerca di invertire questa tendenza. L’obiettivo è quello di mettere in risalto il meglio di Barcellona e di attrarre turisti che non si limitino a consumare, ma investano anche nella città. Questo approccio si basa su una chiara premessa: Barcellona non ha bisogno di più turisti, ma di turisti migliori.
Cinque pilastri per una nuova era del turismo
Il piano ruota attorno a cinque obiettivi principali: mettere in risalto la reputazione della città, attirare i migliori visitatori, migliorare l’esperienza turistica, rafforzare il settore e offrire il miglior prodotto culturale e per il tempo libero. Questa tabella di marcia prevede la creazione di iniziative come la Barcelona Art Season, che cerca di allineare musei, teatri, gallerie e auditorium in un’offerta culturale coordinata per turisti e residenti. Anche la gastronomia e lo sport giocheranno un ruolo fondamentale in questa trasformazione. In ambito culinario, verranno promossi progetti legati alla dichiarazione della Catalogna come Regione Mondiale della Gastronomia e alleanze strategiche con guide come Macarfi. Per quanto riguarda lo sport, le esperienze legate a eventi come la Maratona di Barcellona e il Gran Premio di Formula 1 cercheranno di consolidare la città come punto di riferimento nel turismo sportivo.
Congressi che portano investimenti
Una delle scommesse più forti del piano è il turismo congressuale. Barcellona si è già affermata come sede di eventi internazionali come il Mobile World Congress (MWC), ma nel 2025 la strategia farà un ulteriore passo avanti. L ‘obiettivo è dare priorità ai congressi che non solo hanno un impatto economico diretto, ma che contribuiscono anche a creare un ecosistema di innovazione e sviluppo a lungo termine. Il Barcelona Convention Bureau darà priorità ai congressi legati a settori strategici come la tecnologia, le scienze della vita e i poli digitali. Questo approccio cerca di attrarre le aziende che vedono Barcellona come base operativa per i loro progetti. La proposta principale in questo senso è l’AI Factory, un centro di intelligenza artificiale che sarà installato in città. Inoltre, verrà implementato un programma di legacy in modo che questi eventi aziendali siano collegati alla comunità locale attraverso attività parallele, soprattutto in settori come la medicina e l’innovazione tecnologica.
Conciliare turismo e cultura
Un aspetto fondamentale del piano è il rafforzamento del rapporto tra turismo e cultura. Il turismo è un potente strumento per promuovere l’arte e la creatività. Pertanto, il consorzio lavorerà in collaborazione con l’Istituto di Cultura di Barcellona e altre istituzioni per offrire prodotti culturali pensati appositamente per i visitatori internazionali. Sono già in corso progetti come la Winter Art Season, che mette in risalto le principali mostre alla Fondazione Miró, a La Pedrera e al MACBA, nonché le produzioni operistiche al Gran Teatre del Liceu. Questo approccio non solo migliora l’offerta turistica, ma va anche a vantaggio dei residenti, che potranno godere di un programma più ricco e diversificato.
La città come marchio, ma con dei limiti
Barcellona opera da anni come marchio globale, ma questo modello ha generato tensioni. Mentre alcuni celebrano le entrate generate dal turismo, altri criticano la trasformazione della città in un prodotto al servizio del visitatore. Questo dibattito è al centro della nuova strategia: come vendere Barcellona senza perdere la sua essenza? Il consorzio si impegna a promuovere un’immagine più autentica della città, allontanandosi dal turismo delle navi da crociera o dal consumo di massa. Secondo le parole di Hernández, “non si tratta di inventare nulla, ma di mettere in risalto il meglio di Barcellona, che è molto e molto vario”. Questa affermazione evidenzia un cambiamento di paradigma: non basta attirare i visitatori, bisogna attirare quelli giusti.
Un cambiamento sufficiente?
Anche se il piano per il 2025 sembra ambizioso, resta da vedere se sarà sufficiente a risolvere i problemi strutturali del turismo a Barcellona. Le critiche alle opere pubbliche incentrate sulle zone turistiche, come il Passeig de Gràcia e la Diagonal, e la crescente occupazione dello spazio pubblico con terrazze ed eventi continuano a essere argomento di dibattito tra i cittadini. Questo modello ha generato divisioni: alcuni vedono il turismo come un motore economico essenziale, mentre altri lo percepiscono come una minaccia per l’identità e la vivibilità della città. Tuttavia, questo nuovo approccio basato sulla qualità e sulla sostenibilità può essere un primo passo verso un modello più equilibrato, se gestito correttamente. Sarà fondamentale misurare l’impatto reale delle iniziative proposte, come la promozione culturale e l’attrazione di congressi strategici, per garantire che il cambiamento non sia solo retorica con buone intenzioni. Barcellona deve affrontare l’enorme sfida di ridefinire il suo rapporto con il turismo, dimostrando di poter essere una destinazione culturale, innovativa e sostenibile senza sacrificare la qualità della vita dei suoi abitanti. Raggiungere questo equilibrio sarà la vera prova del successo.
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