Un finanziamento per l’acquisto di un’attrezzatura o per partecipare a uno dei bandi Pnrr o semplicemente per coprire con liquidità la nuova annata agraria? Molto spesso il capitale a disposizione di un’azienda agricola non è sufficiente per pensare a investimenti, occorrerebbe rivolgersi a un istituto di credito ma non sempre si vantano garanzie sufficienti a ottenere un sì dalla banca. Non tutti lo sanno ma, oltre alle garanzie Ismea, un altro strumento messo a disposizione dallo Stato è il Fondo di garanzia gestito da Mediocredito Centrale (MCC). L’accesso alle garanzie pubbliche offerte dal Fondo di garanzia gestito da MCC è più semplice di quanto si creda ed è a disposizione anche degli imprenditori agricoli appena insediati.
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Il Fondo fa capo al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il suo scopo è affiancare le imprese che hanno difficoltà ad accedere al credito bancario e l’accesso al credito per le aziende agricole è da sempre un grave problema. Lo strumento è ancora poco conosciuto perché solo recentemente gli agricoltori sono rientrati fra i soggetti che effettivamente possono richiedere le garanzie del Fondo. Guardando ai dati 2024, il settore agricolo rappresenta solo il 4% delle operazioni di finanziamento accolte per poco meno di 1 miliardo di euro di finanziamenti con garanzie contro il 44% dell’industria e il 35% del commercio.
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Fondo di garanzia, a tu per tu con l’esperto
A spiegarci come si richiedono le garanzie, quali sono i vantaggi e chi può aspirare a un finanziamento garantito dallo Stato, tramite il Fondo di garanzia gestito da MCC, è stato Giorgio Oliva, direttore della Divisione Agricoltura di PromozioniServizi® del Gruppo CRIF. In pratica, la divisione del Gruppo CRIF offre supporto a banche ed enti finanziatori nella gestione e nell’ottenimento delle garanzie a valere sulle imprese agricole. “Siamo un digital service per banche e intermediari finanziari nella richiesta e nella gestione delle garanzie statali, non solo quelle che fanno riferimento al Fondo di garanzia gestito da MCC, ma anche Ismea e Sace. Se è vero che la garanzia viene richiesta dall’azienda agricola, firmando un modulo, è però la banca l’attrice principale della richiesta. Può farlo tramite il nostro sevizio. Più del 90% delle imprese agricole sono ditte individuali o società semplici ed è principalmente a queste realtà che si rivolge il Fondo di garanzia gestito da MCC. Il nostro portafoglio di garanzie gestite ha un controvalore di circa 20 miliardi di euro”, ci ha raccontato Giorgio Oliva.
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Ecco come Oliva ci ha spiegato le garanzie del Fondo di garanzia gestito da Mediocredito Centrale. “Il garante del finanziamento richiesto dall’azienda agricola alla banca è fondamentalmente lo Stato. Interviene infatti in caso di insolvenza, al posto dell’impresa. Lo Stato diventa garante di primo livello e la banca ha così un rischio ridotto. In caso di insolvenza l’istituto richiede direttamente al Fondo il pagamento della garanzia e lo fa senza aspettare le classiche procedure. I vantaggi per l’azienda agricola sono due: ottenere un finanziamento che non avrebbe potuto ottenere, non avendo garanzie da offrire alla banca, e godere di tassi d’interesse più vantaggiosi. La garanzia del Fondo infatti riduce gli accantonamenti per il rischio di credito che la banca deve operare”.
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Naturalmente a ogni garanzia rilasciata corrisponde un costo da pagare per l’imprenditore agricolo, ma la buona notizia, per chi usufruisce delle garanzie Fondo, è che l’agricoltore non se ne accorge, non sostiene infatti un esborso vero e proprio. “Di fatto la garanzia rilasciata dal Fondo di garanzia gestito da MCC è ‘pagata’ tramite il plafond de minimis di cui gode ogni azienda agricola. Non c’è di fatto quindi alcun esborso. Il plafond è di 25mila euro nell’arco di tre esercizi finanziari, ad azienda. La garanzia infatti è considerata automaticamente aiuto di Stato. Il sistema di rating del Fondo di garanzia gestito da MCC divide in cinque fasce il rischio da associare alle aziende e solo se si ricade in fascia cinque, la più alta, allora la garanzia non può essere rilasciata”.
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Per avere accesso alle garanzie del Fondo occorre, all’atto di richiesta di finanziamento, fare esplicita domanda alla banca che quindi, dopo aver valutato la richiesta di credito dell’azienda agricola, se la ritiene meritevole di finanziamento avvia la procedura. La copertura di garanzia da parte del Fondo di garanzia gestito da MCC arriva al massimo all’80% del finanziamento concesso dall’istituto di credito. Sommando le garanzie richieste nel tempo dalla singola azienda non possono essere superati i 5 milioni di garanzia. Una volta che il plafond de minimis di 25mila euro per coprire i costi della garanzia offerta dal Fondo MCC si esaurisce, però, non sarà più possibile accedere se non con altri regimi come quello di esenzione de minimis, che però ha maggiori vincoli.
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“Circa il 30-35% dei finanziamenti garantiti dal Fondo MCC riguardano finanziamenti di liquidità , servono cioè a finanziare l’annata agraria e hanno una durata solitamente di dodici-diciotto mesi. Questa liquidità – ha continuato ancora Giorgio Oliva – può servire per pagare la manodopera, per acquistare fertilizzanti o sementi. È il cosiddetto prestito di conduzione”. Per le aziende molto piccole, il vantaggio per finanziamenti minimi, entro 40mila euro, è che con un prodotto offerto dal Fondo che si chiama “importo ridotto”, si salta il passaggio della valutazione del rating aziendale e quindi non c’è il rischio di ricadere in fascia cinque: la garanzia è rilasciata automaticamente e può arrivare fino all’80% del finanziamento richiesto.
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Un’occasione anche per i giovani
Anche se ci si è appena insediati e quindi l’azienda agricola è in fase di avviamento, si può aspirare a godere delle garanzie offerte dal Fondo di garanzia gestito da MCC. Spesso è proprio durante i primi anni di vita di un’azienda agricola che c’è necessità di credito. “Il Fondo di garanzia gestito da MCC prevede garanzie anche per le cosiddette startup. Le startup, anche quelle non innovative, sono valutate sulla base del business plan che presentano. Naturalmente il giovane agricoltore deve prima convincere la banca rispetto alla validità del progetto. Il vantaggio è poter contare sullo Stato come garante, proprio in quella fase in cui le garanzie offerte dal giovane o dallo startupper sono poche o non sufficienti per la richiesta di finanziamento”.
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L’accesso al credito per le aziende agricole, anche quelle che sono ormai sul mercato da tempo è spesso un problema. Secondo un sondaggio europeo fi-compass commissionato dalla Banca Europea per gli Investimenti (Bei) sul fabbisogno finanziario degli agricoltori e delle aziende agroalimentari, infatti, in Italia, fra il 2017 e il 2022, la percentuale di agricoltori che ha deciso di non rivolgersi in banca per un finanziamento, temendo un rifiuto, è passata dal 2 all’8% ed il credito inespresso è stato stimato in circa 9 miliardi di euro.
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“Spesso – ha spiegato ancora Giorgio Oliva, direttore della Divisione Agricoltura di PromozioniServizi del Gruppo CRIF – il problema è che le banche hanno difficoltà a valutare le aziende agricole, soprattutto quando di piccole e medie dimensioni. Il punto è la mancanza di un bilancio. Le banche vogliono capire se l’imprenditore che stanno finanziando è in grado di ripagare il debito. Oltre alla questione del bilancio, c’è anche un problema di comprensione dei cicli produttivi. Se un imprenditore cerca di farsi finanziare un nuovo impianto di kiwi è chiaro che ci vorrà tempo prima che il frutteto produca. Quello che noi facciamo come CRIF – ha concluso Oliva – è anche offrire alle banche un servizio di questo tipo, offrire quindi strumenti alla banca con cui valutare velocemente la rischiosità di una determinata azienda agricola”.
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