Un atto d’amore verso la letteratura, verso le donne e verso la libertà. Tratto dall’omonimo romanzo bestseller del 2003 di Azar Nafisi edito in Italia da Adelphi, Leggere Lolita a Teheran è nelle nostre sale cinematografiche dal 21 Novembre con FILMCLUB Distribuzione. Siamo a metà degli anni ‘90 e il film, fedelissimo al suo libro, racconta della professoressa Nafisi che lascia l’insegnamento all’Università Allameh Tabatabaei di Teheran e riunisce segretamente nella sua casa sette delle studentesse, le più impegnate, vivaci e appassionate, per leggere classici occidentali come Lolita, Il grande Gatsby, Orgoglio e pregiudizio, Cime tempestose, Le mille e una notte. Facciamo però un necessario passo indietro. Nel 1979 – nella realtà proprio come nel libro e ora nel film – Azar Nafisi fa ritorno in Iran insieme al marito. Per diverso tempo ha vissuto e lavorato all’estero però il legame con il suo paese di origine non si è mai spezzato. In quegli anni, quelli della rivoluzione, le aspettative della professoressa verso il futuro dell’Iran sono molto alte e proprio per questo sceglie di tornare. La situazione però cambia ben presto e quando l’ayatollah Khomeini instaura il Governo provvisorio islamico, imponendo la sharia come legge dello Stato, tutte le donne sono costrette a indossare l’hijab e Azar Nafisi vede il suo corso di letteratura vivere un vero e serio atto di censura. I suoi studenti sono divisi.
Gli uomini la contestano e provocano, le donne la appoggiano e sostengono. Quando due di loro vengono arrestate e sottoposte a torture, scomparendo poi dalla circolazione, la Professoressa Nafisi decide di dare vita ad ristretto circolo letterario. È così che il salotto della sua casa diventa il solo luogo veramente accogliente della storia. E mentre fuori i fondamentalisti prendono il controllo, all’interno del suo appartamento queste giovani donne hanno il modo e la possibilità di essere libere. Tolgono il velo, parlano delle loro speranze più intime, dei loro amori, delle loro delusioni e della loro ricerca di un posto in una società sempre più oppressiva. “Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi, con la sua rappresentazione delle relazioni umane e delle questioni politiche e globali, mi ha colpito profondamente”, ha commentato il regista Eran Riklis. “Ero assolutamente consapevole della complessità di raccontare una storia così intima di donne in Iran, eppure sapevo che si trattava di una sfida meravigliosa ed emozionante”. Il film, proprio come le pagine scritte dalla Nafisi, celebra il potere liberatorio e rivoluzionario della letteratura e mostra come una storia, seppur locale o apparentemente circoscritta, può assumere una valenza universale e generale che diventa arma di riflessione in ogni parte del mondo.
Il film Leggere Lolita a Teheran è una coproduzione Italia – UK e, grazie alla magia del Cinema, ciò che gli spettatori vedranno sul grande schermo è stato girato a Roma e non in Iran. Riguardo a questo e al lavoro di ricerca location, fatto per rendere credibile in tutto e per tutto la storia, ha così raccontato Eran Riklis: “Nell’impossibilità di girare questa storia nei luoghi di origine, la Teheran degli anni Ottanta è stata ricostruita a Roma mi sono detto ‘i film sono sicuramente autenticità, ma anche creatività, ispirazione, apertura mentale’. E questo è stato il mio approccio. Mi sono circondato di esperti iraniani per assicurarmi che tutto fosse perfetto: le location, i costumi, le comparse, tutto ciò che era davanti all’obiettivo. Mi sono anche assicurato che tutto ciò che si sente – i dialoghi, i suoni della strada, la musica – fosse assolutamente realistico. E oggi posso dire che siamo riusciti a creare Teheran a Roma”.
Nello specifico, il set ha interessato: a Roma il Salone delle Fontane (opera di architettura monumentalista ideata dall’architetto Gaetano Minnucci agli inizi degli anni ’40 in occasione dell’Expo previsto per il 1942), il Palazzo dei Congressi (progettato alla fine degli anni ’30 dall’architetto Adalberto Libera, sintesi tra stile neoclassico e razionalista), l’Università degli Studi La Sapienza (fondata per volontà di papa Bonifacio VIII nel 1303), il cinema Tiziano (sala cinematografica d’Essai molto vicino al museo MAXXI), il mercato rionale del Rione Monti (quartiere con elementi bohémien e classici, un tempo vera suburra della città) e l’Istituto storico e di cultura dell’arma del genio (edificio del 1906 e museo che ha il compito di testimoniare l’intima connessione che è sempre esistita tra Società civile e Genio militare in tutti i campi dell’ingegneria e dell’architettura). E poi a Frascati l’Istituto salesiano Villa Sora (una delle Ville Tuscolane della prima metà del XVI secolo) e a Ostia il bar Sisto (considerato “il salotto buono” negli anni ‘70).
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