Milella era diventato collaboratore di giustizia nel 2020 dopo l’arresto per un omicidio di mafia, da quattro anni viveva in una località protetta con la famiglia
C’è anche il collaboratore di giustizia barese Domenico Milella, ex braccio destro del boss del quartiere Japigia Eugenio Palermiti, tra le 16 persone arrestate il 19 novembre con le accuse – a vario titolo – di traffico internazionale di droga, spaccio, rapina, ricettazione e reati in materia di armi.
L’inchiesta che ha portato agli arresti eseguiti dalla polizia è stata coordinata della Dda di Genova. Milella, diventato collaboratore di giustizia nel 2020 dopo l’arresto per un omicidio di mafia, da quattro anni viveva in una località protetta con la famiglia: per gli inquirenti sarebbe coinvolto in un episodio di compravendita di stupefacenti degenerato in un tentativo di rapina da parte degli inquirenti.
La collaborazione di Milella ha consentito alla Dda di Bari, nel corso degli anni, di ricostruire diversi episodi legati alla criminalità organizzata. E la sua testimonianza è risultata importante anche nell’ambito dell’inchiesta «Codice interno», che ha svelato i presunti intrecci tra mafia, politica e imprenditoria a Bari a causa dei quali sarebbero state anche inquinate le elezioni comunali del 2019.
Nell’ambito di questa inchiesta è finito in carcere l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri ed è stata arrestata – ma è tornata in libertà – la moglie Maria Carmen Lorusso, la cui elezione al consiglio comunale in quell’anno sarebbe stata favorita dai voti della malavita. Ma la sua collaborazione è servita anche a gettare luce sulla guerra di mafia avvenuta a Japigia nel 2017 tra il clan Palermiti e il gruppo guidato da Antonio Busco, una faida legata allo spaccio di droga nel quartiere. Milella è stato anche condannato (in primo grado e in appello) per l’omicidio di Walter Rafaschieri, commesso nel 2018 nel quartiere Carbonara.
Le indagini liguri per le quali Milella è stato arrestato sono iniziate nel 2022 dopo un sequestro di sei chili di cocaina e di una pistola, e hanno consentito agli inquirenti di accendere i riflettori su due gruppi dediti allo spaccio di droga: uno in provincia di Torino, collegato con narcotrafficanti spagnoli, l’altro composto da pentiti e persone sottoposte a programma di protezione, provenienti dalla Puglia (tra cui Milella) ma residenti in Liguria. In tale contesto, sono state riscontrate importazioni di partite di droga, attraverso i valichi di frontiera di Ventimiglia e del Piemonte. In particolare, è emerso che il gruppo dei pugliesi, per rapinare un corriere, si era accordato per una fornitura di cocaina con esponenti dell’associazione a delinquere capeggiata da due italiani residenti in Spagna, considerati i capi del sodalizio, che riuscivano a intrattenere contatti stabili con fornitori presenti in quel territorio.
L’attività della squadra mobile ha consentito di attribuire all’associazione almeno tre importazioni di partite di droga tra il febbraio e l’aprile 2023. Nel corso delle indagini sono state, inoltre, arrestate in flagranza cinque persone e sequestrati 85 chili di marijuana e 87 di hashish.
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