Maratone, è boom di iscritti alle corse lunghe, l’importante è partecipare – Report Sardegna 24

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Boom di iscritti alle maratone di tutto il mondo e la massa che corre si rinverdisce di new entry, inclusa la generazione Z con ragazzi e ragazze che si presentano anche in felpa e senza troppe pretese sportive.

Il 2024 è stato l’anno dei record e non solo per la quantità di gente arrivata al traguardo (a New York sono giunti all’arrivo in 55.646, a Parigi 54.175 e a Berlino in 54.280, numeri record) ma per le centinaia di migliaia di persone che complessivamente si sono iscritte alle gare di tutto il mondo e che si definiscono ‘corridori lenti’ (tra i record si segnala l’ultima 42 km di Londra con 800.000 persone che hanno fatto domanda per partecipare e con solo 40.000 posti disponibili).

Sold out tutte le principali gare, da Boston a Parigi. Allenati, equipaggiati a puntino con abbigliamento sportivo e device o meno ambiziosi e con look assolutamente casual, è ‘maratona lifestyle’ perchè l’importante è partecipare, arrivare al traguardo anche col buio ma godersi panorami, città e allegria, oltre l’amore per la corsa. Insomma ecco le maratone viste da un’angolazione diversa e sempre più apprezzata: la coda. E per il 2025 le premesse ci sono tutte (già oltre 20.000 gli iscritti alla maratona di Roma, prevista per marzo).

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Professionisti a parte (che con la corsa ci guadagnano grazie ad ingaggi e sponsor), chi sono gli altri? Cosa fa la massa, inclusa quella che ‘corricchia’ lungo un percorso così impegnativo? “Lo spartiacque lo decide il cronometro, – spiega Cesare Monetti, esperto del mondo running, di maratone e atleta. – Al di sotto delle 2 ore e 15 per percorrere il circuito ci sono i professionisti da record, con sponsor e ingaggi. Oltre questi tempi ci sono una moltitudine di runners che corrono per passione e che fanno altri mestieri. In media la massa ci mette 4 ore, 4 ore e mezza. Oltre le 5 ore c’è una crescente quantità di gente che alterna camminate, fa walking, passeggia in compagnia e arriva al traguardo anche col buio”.

Sembra cambiare anche il look di chi corre e ai fedelissimi degli outfit tecnici e dei dispositivi elettronici si aggiungono ora i nuovi runner casual della Generazione Z: “Dallo scorso anno si vedono molti più ragazzi e ragazze di 18, 20 e 30 anni, che partecipano in allegria e perfino in felpa e senza badare al cronometro. Accade alle maratone di Cophenagen, Losanna e Salisburgo, – sottolinea Monetti. – In pratica c’è chi corre, chi sfila, si diverte e impiega anche 8 ore per terminare il tragitto, come succede a New York”.

A Roma per l’ultima 42 Km ci sono stati circa 20mila iscritti. Si arriva ad un totale di 40mila contando anche le ultime staffetta solidale Run4Rome e la Fun Run Stracittadina. Con gli accompagnatori al seguito si calcola che nella capitale siano arrivate circa 80mila persone. L’ultimo della coda è stato Romano Dessì: 7 ore, 55 minuti e 50 secondi per tagliare il traguardo. Classe 1954, 109 maratone alle spalle. Dopo di lui un lungo elenco di persone (circa 3000) che non hanno terminato il percorso ma che si sono goduti l’esperienza, apprezzando la socialità e la convivialità dell’evento. “La corsa è uno sport in cui ognuno è libero di esprimersi, senza dover rendere conto a nessuno dei risultati conseguiti, uno sport dove il primo non prevalga sull’ultimo, – ha precisato Dessì al suo gruppo ‘Podistica Solidarietà’.

“Sono quello che chiamano ‘lo spazzino’ (ndr gli ‘spazzini’ sono i furgoncini che puliscono le strade in coda alle maratone e, si presuppone, per ultimi) e mi sto preparando per la mia quinta maratona, – scrive M.G. su ‘Marathon_Training’ , community internazionale di runners. – Sono il tipo che fa oltre 6 ore. Raramente cammino ma sono solo lento. Quest’anno è più una lotta”. Gli si associano in moltissimi e il dibattito entra nel vivo con esperienze divertenti (e qualche critica da parte di chi invece controlla i tempi e si sente rallentato dagli altri che si muovono alla rinfusa). “Ho seguito il pacer (ndr atleti volontari che corrono a ritmi costanti per incoraggiare i non professionisti a farsi seguire, hanno un palloncino colorato legato in vita con i tempi di percorrenza per dare un riferimento cronometrico) ma poi l’ho perso” commenta ironico qualcun’altro.

E poi c’è il mondo dei ‘turisti maratoneti’ con famiglie al seguito. “A Roma aumenta la percentuale di turisti che si iscrivono, – sottolinea Monetti. – C’è chi sceglie di partecipare per la bellezza del percorso, chi per lasciare la propria impronta nella storia di Roma, chi per affezione, chi ancora per cogliere l’occasione per una vacanza in Italia. Le maratone sono anche uno stile di vita”.

Da una nuova ricerca condotta all’università Sapienza di Roma risultano due tipi di  turisti correlati con questo genere di eventi: ‘lo sportivo’ e ‘l ‘accompagnatore’. Il turista sportivo è chi partecipa alle maratone e alle corse non competitive. Sono il 75% uomini e il 25% donne; uno su tre ha un’età media inferiore ai 35 anni, nel 44% dei casi va dai 36 ai 50 anni e solo il 22% supera i 50 anni di età. Tra le attività prevalenti dello ‘sportivo’ c’è visitare la città. Il turista sportivo ha al seguito da 1 a 5 accompagnatori. Tutti insieme inoltre prenotano visite nei musei e fanno shopping durante la permanenza.

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