A Los Angeles lotta contro il vento per fermare le fiamme. E Trump attacca le autorità

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di
Matteo Persivale

«Assalto» aereo dei pompieri, il timore che il tempo peggiori. Il governatore sotto accusa

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DAL NOSTRO INVIATO 
HOLLYWOOD – «Combatteremo sugli oceani, combatteremo con crescente fiducia e crescente forza nell’aria»: ieri notte e l’altroieri notte i pompieri — aiutati da colleghi di tutto l’Ovest americano, del Canada e del Messico, dalla Guardia Nazionale e da tantissimi volontari — hanno dato vita a un impressionante assalto aereo, «epico» l’ha definito il Los Angeles Times, che avrebbe reso orgoglioso il Winston Churchill del discorso del maggio 1940, quello del «non ci arrenderemo mai». La resa alle fiamme che devastano la città vorrebbe dire, semplicemente, che dal «peggior disastro di sempre» (definizione del governatore Gavin Newsom) si passerebbe alla fine di Los Angeles.

Un rosa irreale

I pompieri hanno scaricato tonnellate di ritardanti (che hanno colorato di rosa le macerie carbonizzate, una visione irreale da aggiungere alle tante di questi giorni) e acqua sui fuochi, finalmente liberi dai droni amatoriali mandati follemente a girare video per TikTok e YouTube (il vicedirettore del Fbi, furibondo, ha diffuso un video nel quale ha confermato che i responsabili andranno in carcere) e che almeno in un caso hanno avuto una collisione in volo con i soccorritori e ne hanno rischiate altre.
Un cambio di direzione del vento, nella notte di venerdì, aveva spinto l’incendio a nord e a est attraverso le montagne di Santa Monica, costringendo all’evacuazione di Brentwood e delle colline di Encino e Tarzana, facendo tremare tutta la città, con più di 10.000 strutture distrutte e almeno 24 morti (ma i dispersi sono molti di più).





















































Due notti e due giorni di impegno sovrumano — buona parte dei soccorritori finisce il turno di dodici ore, mangia qualcosa, dorme qualche ora poi torna al lavoro — non cambiano il rischio molto concreto, uscito dalle previsioni del tempo, secondo le quali questa mattina (ora italiana) potrebbero tornare i venti fortissimi che abbinati all’aria secchissima hanno cominciato martedì scorso l’opera di devastazione tuttora in corso.
«La durata generale di questo cambiamento non pare uno sviluppo positivo», ha affermato la meteorologa del National Weather Service Rose Schoenfeld in quello che è senza dubbio l’understatement più grande della settimana.

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Se le previsioni si rivelassero infatti corrette, le conseguenze sarebbero difficili da quantificare (giovedì potrebbe piovere, ma sarebbe comunque troppo tardi). Se invece i soccorsi potessero continuare come nel weekend appena concluso, sarebbe possibile ipotizzare l’inizio della fine — ci vorrebbe almeno un’altra settimana — del disastro. E cominciare finalmente la conta dei morti, e dei danni.

Duello sui social

Ci sarà tempo per un’inchiesta che appare ormai inevitabile, ma la politica americana mediatizzata che i social media hanno trasformato in duello rusticano a suon di tweet e video virali non aspetta. Donald Trump, atteso da una difficoltosa conferma davanti al Senato (dove ha una maggioranza di tre voti) di alcune delle sue nomine più avventurose per ruoli chiave nell’amministrazione che tra una settimana prenderà il potere, ha continuato a martellare sull’argomento preferito suo e della destra Usa: la cultura progressista incarnata dalla California e dai suoi leader, Newsom e la sindaca di Los Angeles Karen Bass, 71enne che (52 anni fa, peraltro) andò a Cuba con la brigada Venceremos di giovani castristi americani.
«Gli incendi stanno ancora divampando a Los Angeles — ha scritto Trump sul suo social Truth —. I politici incompetenti non hanno idea di come spegnerli. Migliaia di magnifiche case sono andate perdute e molte altre andranno perdute presto. Non riescono proprio a spegnere gli incendi. Che problema hanno? ».

Attacco che si aggiunge a quello di alcuni giorni fa, quando aveva criticato il governatore Newsom per essersi rifiutato di firmare la «dichiarazione di ripristino delle acque presentatagli che avrebbe consentito di utilizzare milioni di galloni d’acqua» per spegnere gli incendi, dichiarazione che però nessuno sembra aver trovato da nessuna parte (neanche la Bbc che si ostina a fare fact-checking a Trump — in America si sono arresi — c’è riuscita).

Terremoto politico 

La dichiarazione fantasma? L’importante è fare caciara, ricetta brevettata in un clima imbruttito, con la capa dei pompieri — anche lei duramente attaccata dal popolo trumpiano per dichiarazioni favorevoli alla cultura del «Dei», cioè delle regole di gestione volte a amplificare il ruolo delle minoranze — che attacca la sindaca in modo irrituale, specialmente alla luce degli interventi di emergenza ancora in corso.

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Per le rese dei conti ci sarà tempo: intanto però colpisce il cambiamento di clima politico nel quale Newsom appare isolato — il partito democratico pare aver commissionato riservatissimi sondaggi-lampo dai risultati non entusiasmanti. E quella che da una generazione è una roccaforte democratica, la California, potrebbe in realtà avere una maggioranza meno solida di quanto si pensa. Se alle presidenziali del 2028 diventasse repubblicana (lo era ai tempi di Reagan) darebbe alla destra una maggioranza permanente, sgravando i più piccoli sette «Stati in bilico» dal ruolo di tradizionali arbitri (in novembre, la californiana Kamala Harris non ne aveva vinto neanche uno).

12 gennaio 2025 ( modifica il 13 gennaio 2025 | 08:10)

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