L’assessore Poli: presto la sperimentazione al via
I nuovi confini di Brescia sono a portata di smartphone: la città sta per immergersi (e specchiarsi) nel Gemello Digitale. Grazie alla tecnologia i cittadini conosceranno meglio Brescia, visiteranno i musei e al tempo stesso gli amministratori in Loggia potranno studiare gli impatti delle proprie scelte prima che queste diventino realtà.
Dalla modifica del flusso veicolare per i cantieri al ritiro dei rifiuti porta a porta sino all’utilizzo dei mezzi pubblici, ogni cosa sarà determinata (e predeterminata) nel Gemello. Ci vuole ancora un pochino di pazienza ma i tempi sono maturi. «Sono contento del lavoro svolto, abbiamo mappato la futura linea T3 e stiamo procedendo con tutto il resto perché vogliamo mostrare il contributo del gemello digitale nelle scelte strategiche della città» dichiara l’assessore alla transizione digitale Andrea Poli.
Dunque tra dicembre e gennaio verrà attivato un test di 60 giorni riservato ai soli dipendenti del comune ed «entro il primo trimestre 2025 conto di rendere visibili a tutti i cittadini i primi layer» spiega assessore in Loggia. Sulla cartina della città potranno essere visualizzati più livelli, da quello degli alberi a quello del traffico. Ma l’abilitazione per l’accesso a questi dati (al netto di quelli coperti dalla privacy) avverrà soltanto dopo l’integrazione di tutte le piattaforme. Questo open data consentirà il monitoraggio dei fenomeni che avvengono in città e creerà scenari predittivi. Pertanto può essere uno strumento utile per i bresciani ma anche per gli amministratori in Loggia. Un’innovazione a partire dai cantieri della prossima linea T2: «Prima ancora di aprire i cantieri del tram potremo studiare gli effetti sul traffico e limitare i possibili disagi per i cittadini» commenta Poli.
Non è da confondere con il metaverso, il Gemello digitale è una fedele radiografia della città al servizio delle innovazioni che stanno per essere realizzate. Una delle principali è l’auto a guida autonoma — annunciata A2A — e questa nuova mappatura può essere d’aiuto a calibrare il servizio. Serviranno sensoristica in strada e dati dalle auto. «Dobbiamo sfruttare la sensoristica esistente ma impiegata per altre funzioni e integrarla» aggiunge Poli.
Per questa ragione, la Loggia sta già raccogliendo le informazioni fornite da Brescia Mobilità e le sta interconnettendo nel Gemello Digitale. Ma per la sperimentazione della guida autonoma i limiti sembrano di altra natura: «Il nodo vero è lo standard normativo, bisogna capire quali livelli di avanzamento saranno consentiti. A2A ha la tecnologia ma non sappiamo fin dove possiamo spingerci» afferma Poli. Nel Paese che ha accolto Uber in una versione light, gli attriti al cambiamento sembrano notevoli. Non si sa se l’auto autonoma viaggerà su corsie preferenziali oppure in promiscuità. Quindi l‘adozione celere di queste normative è necessaria per «non essere troppo lenti nell’implementazione» conclude l’assessore.
Visite immersive nei musei, l’operosità del mondo industriale e molto altro saranno sullo smartphone. Il digitale riflette la Brescia del futuro, non il contrario.
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