Cos’è il consenso informato in medicina?

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Quando un paziente deve effettuare un trattamento sanitario invasivo, è necessario ottenere il consenso informato. Vediamo cos’è e perché è così importante. Intro. 

Prima di sottoporsi a un trattamento medico-sanitario, ad esempio un intervento chirurgico o un accertamento diagnostico (TAC, risonanza magnetica, ecc…), viene richiesta l’acquisizione del cosiddetto Consenso Informato.  

Oltre a fornire dettagli sulla procedura da eseguire e sui possibili effetti avversi, questo documento garantisce che il paziente abbia deliberatamente acconsentito a sottoporsi al trattamento in questione, senza forzature né obblighi da parte di terzi. 

In effetti, l’articolo 1 della Legge 22 dicembre 2017 n. 219. stabilisce che: 

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“Nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata, tranne che nei casi espressamente previsti dalla legge”.

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cos’è il consenso informato in medicina, come si struttura, a cosa serve e perché è così importante

Cos’è il consenso informato in ambito medico?

Il consenso informato in medicina consiste nell’accettazione che un paziente esprime a un trattamento sanitario in maniera libera e consapevole, dopo essere stato informato sulle modalità di esecuzione, i benefici, gli effetti collaterali e i rischi ragionevolmente prevedibili, e l’esistenza di valide alternative terapeutiche. 

Si tratta di un processo fondamentale che permette al paziente di partecipare attivamente alle decisioni riguardanti la propria salute.

È importante evidenziare, però, che l’espressione “consenso informato” va sempre intesa nella sua interezza e mai in modo parziale. Cosa vuol dire? Che non è sufficiente ricevere il consenso da un paziente se questi prima non è stato adeguatamente informato sul trattamento a cui sottoporsi, così come non è possibile procedere se, dopo aver fornito informazioni esaustive e corrette, il paziente non presta il proprio consenso a procedere.

Quindi, il paziente deve essere prima informato, poi deve dichiarare di accettare il trattamento proposto, e sottoscrivere il documento (nelle varie forme che vedremo più avanti).

Come sancisce l’articolo 1 della succitata Legge 219/17, al punto 3:

“Ogni persona ha il diritto di conoscere le proprie condizioni di salute e di essere informata in modo completo, aggiornato e a lei comprensibile riguardo alla diagnosi, alla prognosi, ai benefici e ai rischi degli accertamenti diagnostici e dei trattamenti sanitari indicati,  nonché riguardo alle possibili alternative e alle conseguenze dell’eventuale rifiuto del trattamento sanitario e dell’accertamento diagnostico o della rinuncia ai medesimi.” 

Gli elementi chiave del consenso informato

Abbiamo spiegato che il consenso informato consiste nell’accettazione, da parte di un paziente adeguatamente edotto, a sottoporsi a un trattamento sanitario.

Questo consenso deve essere: 

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  • obbligatorio: va richiesto e acquisito obbligatoriamente prima di qualsiasi procedura invasiva o trattamento medico, tranne in casi specifici che elencheremo più avanti;
  • informato: il medico ha il dovere di fornire al paziente informazioni complete e comprensibili sulla sua condizione medica, le opzioni di trattamento, i potenziali benefici e rischi, e le possibili alternative. Secondo la Legge n.219 del 2017, il tempo della comunicazione tra medico e paziente costituisce tempo di cura;
  • comprensibile: il paziente deve comprendere appieno le informazioni fornite per poter prendere una decisione consapevole. Il medico deve adoperarsi per rendere le informazioni chiare e accessibili, utilizzando eventualmente ausili visivi o altri strumenti di supporto;
  • libero: il paziente ha il diritto di accettare o rifiutare qualsiasi trattamento medico, anche se il rifiuto potrebbe avere conseguenze gravi per la sua salute, così come ha il diritto di revocare il consenso precedentemente fornito, anche quando la revoca comporti l’interruzione del trattamento;
  • specifico: il consenso deve essere specifico per il trattamento proposto. Un consenso generico a un trattamento non ha valore legale, soprattutto in caso di trattamenti complessi;
  • attuale: il consenso deve essere dato al momento della decisione del trattamento e può essere revocato in qualsiasi momento
  • documentato: il consenso informato deve essere documentato in forma scritta o tramite altri mezzi appropriati, come videoregistrazioni, e inserito nella cartella clinica del paziente. Nel caso di pazienti affetti da disabilità che impediscono un consenso scritto o parlato, può essere acquisito attraverso dispositivi che gli consentano di comunicare. Per i minori o i pazienti incapaci di intendere e di volere, il consenso deve essere fornito da un tutore legale o da un amministratore di sostegno, tenendo conto della volontà del paziente per quanto possibile.

Il consenso informato è un diritto fondamentale del paziente, che trova riscontri sia nella Costituzione italiana  – nello specifico nell’articolo 13, che sancisce l’inviolabilità della libertà personale, e nell’articolo 32, secondo il quale nessuno può essere obbligato a determinati trattamenti sanitari se non per disposizione di legge – sia in numerose normative nazionali (codice penale, sentenze della Corte di Cassazione e Costituzionale) e internazionali, e rappresenta un momento cruciale nella relazione tra medico e paziente, basata sulla fiducia, il dialogo e la condivisione delle decisioni.

Quali eccezioni esistono all’obbligo del consenso informato?

Esistono alcune eccezioni all’obbligo di ottenere il consenso informato da parte del paziente. La Legge 219/2017 indica le seguenti situazioni in cui è possibile procedere senza averlo acquisito nelle modalità sopra descritte:

  • situazioni di emergenza: in caso di emergenza o di urgenza, quando le condizioni del paziente sono talmente gravi da richiedere un intervento medico immediato per salvargli la vita, si applica il principio del “consenso presunto”. Si presume, cioè, che il paziente avrebbe acconsentito al trattamento se fosse stato in grado di farlo;
  • trattamenti sanitari obbligatori (TSO): in questi casi, previsti dalla Legge per specifiche patologie, il trattamento può essere eseguito anche senza il consenso del paziente, al fine di tutelare la salute pubblica;
  • rifiuto esplicito di essere informati: se il paziente ha espressamente manifestato la volontà di non essere informato sulla propria condizione medica o sulle opzioni di trattamento, il medico non ha l’obbligo di fornirgli tali informazioni;
  • cure di routine: per le cure di routine, come un semplice prelievo per le analisi del sangue, si può parlare di “consenso implicito”, in quanto si presume che il paziente, sottoponendosi a tali procedure, acconsenta implicitamente al trattamento;
  • consenso allargato: in situazioni particolari, come nel caso di un intervento chirurgico dove non c’è certezza sul grado di estensione di una neoplasia, si ricorre al “consenso allargato”, in cui il paziente acconsente a eventuali procedure aggiuntive che si rendessero necessarie durante l’intervento.

È importante sottolineare che, anche in caso di emergenza o di TSO, il medico deve comunque agire nel miglior interesse del paziente e nel rispetto della sua dignità e, quando possibile, deve informare il paziente o i suoi familiari sulle procedure eseguite.

Il consenso informato non è solo un foglio da firmare

Purtroppo, molto spesso il consenso informato viene sottoposto in formato cartaceo insieme al modulo per l’autorizzazione al trattamento dei dati personali, senza dedicare il giusto tempo alla comunicazione e all’interazione tra il professionista sanitario e il paziente, che si troverà a firmare in maniera approssimativa e superficiale

Si tratta di una situazione molto frequente, che però rappresenta una violazione dei diritti del paziente

Il consenso informato, infatti, non è solo un documento, un foglio da firmare e mettere all’interno di una cartella clinica, ma un processo di fondamentale importanza, che garantisce il rispetto dei diritti dei pazienti

Il modulo da firmare è solo il sistema utilizzato per acquisire il consenso, e non il consenso stesso.

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Quindi, quando ci si appresta a ricevere delle cure mediche per le quali è previsto l’obbligo di prestare il consenso informato, si consiglia vivamente di non limitarsi a firmare un “pezzo di carta”, ma di leggerlo con molta attenzione e di chiedere quanto previsto dalla Legge.

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.





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