cosa cambia con la Legge di Bilancio 2025 • Secondo Welfare

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La Legge di Bilancio 2025, come già accaduto negli anni scorsi (ve ne avevamo parlato qui), prevede alcune novità sul welfare aziendale. Il Governo ha infatti deciso di incrementare la soglia dei fringe benefit, cioè quegli strumenti di welfare aziendale che sono comunemente veicolati attraverso buoni spesa, buoni carburante, gift card o voucher acquisto da spendere presso catene commerciali o negozi, e previsto un intervento relativo ai neo-assunti che si trasferiscono.

Nella sostanza i cambiamenti non sono molti e, ancora una volta, è mancata l’attenzione sulla componente sociale del welfare aziendale. Ma andiamo con ordine.

Le nuove soglie dei fringe benefit

Come spesso vi abbiamo raccontato, i fringe benefit sono strumenti regolati dalla normativa a cui si fa riferimento quando si parla di welfare aziendale, cioè gli articoli 51 e 100 del TUIR, il Testo Unico delle Imposte sui Redditi. Tale normativa prevede che le aziende possano concedere ai singoli lavoratori/trici fino a un massimo di 258,23 euro attraverso lo strumento dei fringe benefit. Tra il 2020 e il 2024 i Governi che si sono susseguiti hanno però realizzato una serie di interventi finalizzati a garantire un aumento temporaneo di questa soglia di deducibilità dei cosiddetti fringe.

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Sarà ancora così. Con l’ultima Legge di Bilancio il Governo ha deciso di modificare le soglie per un triennio (e non solo per l’anno in corso): i nuovi limiti per i fringe benefit saranno dunque validi fino al 2027.

Nello specifico, come già avvenuto nel 2024, sono state definite due soglie distinte: 1.000 euro per i lavoratori e le lavoratrici senza figli e 2.000 euro per coloro che hanno invece figlia a carico. È stata inoltre confermata la possibilità di utilizzare i fringe per il pagamento o il rimborso delle bollette di acqua, luce e gas e per affitto o mutuo sulla prima casa.

I fringe benefit per i nuovi assunti

Come anticipato qui, la principale novità della Legge di Bilancio 2025 in tema di welfare aziendale riguarda l’ulteriore innalzamento della soglia fringe fino a 5.000 euro “per il pagamento dei canoni di locazione e delle spese di manutenzione dei fabbricati locati. Questo incremento è però valido solo per:

  • lavoratori o lavoratrici dipendenti assunti a tempo indeterminato a decorrere dal 1° gennaio 2025 ed entro il 31 dicembre 2025;
  • chi nell’anno precedente la data di assunzione un reddito non superiore a 35.000 euro;
  • che hanno trasferito la residenza nel comune di lavoro collocato a più di 100 chilometri di distanza dal comune di precedente residenza, che deve essere autocertificata con riferimento ai sei mesi precedenti la data di assunzione.

Come riportato da Silvia Spattini all’interno del Bollettino ADAPT, la possibilità per il datore di lavoro di concedere 5.000 euro in fringe per i neo-assunti che si trasferiscono godendo di benefici fiscali vale per i primi due anni dalla data di assunzione. Da sottolineare però che si tratta di una agevolazione esclusivamente fiscale che non rileva ai fini contributivi. Questo significa, pertanto, che la somma è assoggettata all’aliquota di contribuzione sociale prevista per il lavoratore.

Inoltre, le somme oggetto dell’esenzione fiscale sono incluse nel computo del valore dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) e ai fini dell’accesso a prestazioni previdenziali e assistenziali.

Oltre i fringe, torniamo a parlare di welfare?

La Legge di Bilancio 2025 mette in luce, ancora una volta, come il welfare aziendale sia considerato dal Legislatore un elemento da valorizzare. Questa è sicuramente una buona cosa in un’ottica di secondo welfare. Nonostante non vi sia stata una modifica definitiva della normativa, inoltre, è stata fatta una scelta più coraggiosa prevedendo una durata triennale (e non annuale) delle soglie fringe. Questo permetterà una programmazione da parte delle aziende e l’avvio di progettualità più stabili.

Nonostante questo, restano alcune perplessità. La strada del Governo fino ad oggi è stata quella di considerare i fringe benefit l’unico strumento di welfare aziendale. Ma il continuo – ed esclusivo – ricorso ai fringe ha dei limiti evidenti.

Il primo rischio è che gli investimenti delle imprese in questo campo si riducano a buoni, voucher e card acquisto che, anche se sono un importante strumento di sostegno economico e al reddito (come evidenziato qui), poco hanno a che fare con il welfare e il benessere delle persone. Per di più, nella quasi totalità dei casi, questi buoni acquisto sono spesi nella Grande Distribuzione Organizzata e non vanno ad incentivare il commercio e il consumo locale e di prossimità (di questo tema ne abbiamo parlato in questo report).

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A tutto ciò si aggiunge il fatto che l’aumento della soglia dei fringe rischia di ridurre o, addirittura, far scomparire tutte le altre prestazioni e gli altri servizi veicolati attraverso il welfare aziendale, in primis quelli sociali, sanitari e assistenziali.

Eppure come vi abbiamo raccontato più volte nel corso degli ultimi mesi – ad esempio qui e qui – ci potrebbero essere alcune correzioni cruciali da fare per valorizzare realmente la componente sociale del welfare d’impresa. Tra questi c’è il facilitare l’utilizzo di servizi di natura sociale, sanitaria e assistenziale, anche incentivando l’utilizzo dei fringe per queste prestazioni. Ma anche l’introduzione di nuove voci alla normativa, come la flessibilità, la formazione continua, l’orientamento e l’ascolto dei lavoratori/trici per migliorare l’impatto delle misure. Infine, ci sarebbe bisogno di una valorizzazione della dimensione territoriale, prevedendo sgravi e incentivi per le organizzazioni che fanno rete (tra loro e con il territorio) in modo da incentivare (anche) lo sviluppo territoriale grazie al welfare aziendale.

Per questo è auspicabile che si torni presto a parlare del vero ruolo del welfare aziendale, che non è legato alla compensazione economica ma, piuttosto, al supporto al benessere e alle necessità sociali di lavoratori e lavoratrici.

Foto di copertina: Pavel Danilyuk, Pexels.com





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