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In un’Italia in cui l’80% delle famiglie vive in una casa di proprietà, comprare un’immobile sta diventato sempre di più un’impresa impossibile per milioni di giovani. L’impennata dei tassi d’interessi avvenuta nell’ultimo anno e mezzo ha portato a un calo del mercato dei mutui che, circoscritto agli under 36, è diventato un vero e proprio tracollo. Se infatti nei primi nove mesi del 2023, come emerso dai dati del Crif diffusi nei giorni scorsi, si registra un trend negativo del 19,4% delle domande di mutui da parte delle famiglie italiane, nello stesso arco temporale le richieste per quanto riguarda le cosiddette “categorie prioritarie” che possono beneficiare di prestiti agevolati prima casa per l’acquisto dell’immobile sono letteralmente precipitate. Dai dati elaborati dall’ufficio statistiche di Consap (Concessionaria servizi assicurativi pubblici), che gestisce il Fondo di garanzia prima casa, l’andamento del numero delle garanzie pubbliche all’80% ammesse da gennaio a settembre ha registrato un calo di circa il 37% rispetto al medesimo periodo del 2022. Dall’aggiornamento richiesto da Avvenire a Consap risulta infatti che si è passati da circa 53.400 garanzie ammesse a 33.400.

Tale andamento decrescente – si spiega – è causato dal significativo incremento dei tassi d’interesse sui mutui. Con la tendenza che è iniziata dal novembre 2022 e si è andata via via intensificando nei mesi successivi. Si osserva, infine, che negli ultimi due trimestri (luglio/settembre 2023 e aprile/giugno 2023) tale decremento sembrerebbe essersi stabilizzato rispetto ai medesimi periodi del 2022. Il Fondo garanzia prima casa si rivolge a quei cittadini che non sono proprietari di altri immobili a uso abitativo in Italia o all’estero e con un Isee non superiore a 40mila euro annui. L’immobile per cui si chiede il mutuo agevolato, inoltre, deve essere adibito ad abitazione principale e non deve rientrare nelle categoria A1 (abitazioni signorili), A8 (ville) e A9 (castelli o interi edifici). Inoltre, il finanziamento richiesto non può superare i 250mila euro.

Si tratta di una misura che punta a favorire l’acquisto della casa per le categorie potenzialmente più in difficoltà: gli under 36, i nuclei familiari monogenitoriali con figli minori conviventi, le giovani coppie coniugate o conviventi da almeno due anni, i conduttori di alloggi popolari. La netta diminuzione del numero di garanzie all’80% da inizio 2023 dimostra come la salita dei tassi di interesse sia diventato un ostacolo spesso insormontabile per tanti cittadini per acquistare la prima casa, nonostante la normativa sui mutui agevolati. Da Consap sottolineano comunque l’importanza della misura, senza la quale l’accesso ai mutui sarebbe ancor più limitato. Mettendo in relazione i dati dei mutui erogati e garantiti dal Fondo prima casa con il numero totale dei mutui stipulati (fonte Istat), nel 2022 la garanzia all’80% (introdotta a maggio 2021) ha contribuito a sostenere l’erogazione dei mutui prima casa raggiungendo circa il 25% del totale dei mutui stipulati.

«Il Fondo si è dimostrato un significativo supporto per l’accesso al credito a beneficio della collettività – evidenzia il presidente di Consap Sestino Giacomoni –. L’introduzione della garanzia all’80%, oltre a ridurre notevolmente il rischio di default per la banca nella concessione del mutuo ha aperto spazi inesplorati per alcune categorie di cittadini, in primis per i giovani under 36 per i quali in passato sarebbe stato molto difficile poter stipulare un mutuo per l’acquisto della prima casa». Giacomoni accoglie con favore la volontà del governo di rinnovare la misura anche per il prossimo anno, come previsto dal testo provvisorio della manovra: «Nonostante la flessione di inizio anno, rimane determinante la capacità del Fondo prima casa di sostenere la domanda di questo importante segmento di mercato, stabilizzandone il suo peso sul totale delle richieste. Per questo, è da apprezzare la decisione del governo che, nella recentissima Legge di Bilancio, ha deciso di rifinanziare la misura con ulteriori 282 milioni estendendola a tutto il 2024. In sede di approvazione della manovra sarebbe utile un confronto con l’Abi per valutare se, a fronte della garanzia concessa da Consap per conto dello Stato, si possa trovare il modo per contenere l’aumento dei tassi».

 

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