“Un anno fa di questi tempi lanciavamo l’allarme sul taglio degli aiuti agevolati sulle polizze assicurative previste per il settore agricolo, da circa il 70% al 40%, taglio che venne preannunciato dal Ministero causa dotazioni economiche insufficienti. Da allora è stata incessante la protesta di Confagricoltura, fortemente sollecitata dall’Emilia Romagna e dalle altre regioni del nord, che sono le maggiormente colpite da tale ridimensionamento”.
A ricordarlo è il presidente di Confagricoltura Ferrara Francesco Manca, che prosegue, “ridurre il sostegno alle polizze assicurative, soprattutto in un periodo come questo, in cui il cambiamento climatico ha determinato un aumento delle avversità atmosferiche, che si manifestano in maniera sempre più estrema, è la cosa più sbagliata che si possa fare, anche perché non viene proposta alcuna, altrettanto efficace alternativa (come già accaduto con la drastica riduzione degli agrofarmaci, che ha portato alla ricomparsa di fitopatie fino ad allora contrastate efficacemente), ammesso che se ne possano davvero individuare. Ma la cosa che più amareggia e che rende inaccettabile ciò che sta accadendo, è che il taglio degli aiuti è stato effettuato retroattivamente, ovvero con decorrenza 2022, dopo che le aziende hanno assicurato per ben due anni i propri raccolti, nella ragionevole consapevolezza di ricevere un aiuto pari al 70% circa”.
“Grazie alla incessante pressione di Confagricoltura e di alcune altre associazioni (appartenenti al coordinamento Agrinsieme), il Governo – prosegue Manca – ha incrementato le risorse per le annate 2022 e 2023, portando gli aiuti al 52% per quanto riguarda il 2022 ed al 55% per il 2023. Risultato importante ma non soddisfacente, perché l’agricoltore ha il sacrosanto diritto di conoscere, nel momento in cui assicura i propri raccolti, l’entità del contributo che riceverà, per poter scegliere il tipo di polizza in base alle proprie necessità e disponibilità. Come più volte abbiamo sostenuto nei confronti dei rappresentanti del Ministero dell’Agricoltura, non è accettabile che le regole vengano cambiate retroattivamente, anche perché vi sono molte aziende che si troveranno nelle condizioni di non essere in grado di far fronte a quel 18% in più di costo assicurativo che ora graverà integralmente sulle proprie spalle”.
“Ad aggravare la situazione – continua il presidente di Confagricoltura – il fatto che le aziende hanno ricevuto solamente una parte degli aiuti concessi loro dopo la loro riduzione per quanto attiene all’annualità 2022, e ve ne sono che addirittura non hanno ancora ricevuto nulla. Confagricoltura ed il Consorzio di Difesa di Bologna e Ferrara hanno (tra l’altro) più volte sollecitato il Ministero ad erogare il saldo di tali aiuti, ma al momento non è dato a sapersi quando ciò accadrà. Nel frattempo Bologna e Ferrara (ultimo tra tutti i Consorzi) si è visto costretto a chiedere alle aziende la restituzione (dal prossimo settembre) di quanto a suo tempo anticipato per conto delle aziende consorziate, dovendo fare fronte ai propri impegni nei confronti degli istituti di credito. Il Consorzio ha ritardato quanto più possibile nell’auspicio, prima, che il Ministero trovasse tutte le risorse utili per garantire integralmente gli aiuti come era previsto, poi, che venisse saldato l’aiuto risultante dalla decurtazione».
“Certo è – conclude Manca – che questa situazione metterà a dura prova tante aziende, reduci da anni disastrosi; abbiamo chiesto aiuti per le nostre imprese, per quanto riguarda gli eventi catastrofali degli ultimi anni, stiamo ancora aspettando; in compenso abbiamo ricevuto questa bruttissima sorpresa, che avrà anche l’effetto di allontanare le aziende dal sistema assicurativo, in un momento in cui, al contrario, occorrerebbe incentivarne l’adesione”.
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