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La Festa di Banca Etica per i suoi 25 anni sta girando l’Italia ed è arrivata anche a Perugia. Venerdì scorso, 13 settembre, soci e clienti, organizzazioni e imprese che hanno scelto la finanza etica e ne promuovono i principi e lo sviluppo sul territorio, sono stati invitati per un pomeriggio in cui si sono alternati momenti di incontro, di spettacolo e di racconto della crescita di questa realtà nata 25 anni fa sul valore della centralità dell’uomo e dell’ambiente.

L’8 marzo 1999 apriva il primo sportello della prima e finora unica banca italiana dedita esclusivamente alla finanza etica. È stata ed è il primo istituto di credito in Italia a misurare tutti gli impatti sociali e ambientali dei crediti che eroga ogni anno.

A Perugia, Banca Etica è presente dal 2011 con la filiale di via Piccolpasso. Il suo radicamento nella comunità e nell’economia locale si è così sviluppato non solo grazie a 603 persone socie e clienti nella regione, con 1.203 conti correnti, ma anche tramite l’impegno dei Gruppi di iniziativa territoriale, in un’area che registra 35,7 milioni di euro di raccolta e 32,2 milioni di euro di impieghi.

Nel futuro di Banca etica c’è…

Maurizio Spedaletti Trabalza da pochi mesi è il responsabile della filiale di Perugia di Banca Etica. Nel marzo scorso ha raccolto il testimone da Leonardo Stella. Una “staffetta” che in realtà li ha visti in prima fila insieme fin dalla nascita della filiale di Perugia.

Spedaletti, cosa c’è nel futuro di Banca Etica in Umbria?
“Nel futuro ci sarà tutto quello che viene fuori dal territorio. Io credo che una delle particolarità belle della finanza etica sia quella di non rispondere a schemi fissi ma di adattarsi alle necessità del territorio. Da qualche anno stiamo sviluppando il settore delle cosiddette workers buyout, cioè quelle aziende che sono sull’orlo del fallimento o fallite e i dipendenti prendono il controllo dell’impresa. Questo è un percorso che è nato da poco e noi siamo stati pronti a sostenerlo economicamente, anche se i veri sostenitori, quelli che rischiano, sono i lavoratori. Noi però diamo loro un piccolo polmone finanziario”.

E per l’ambiente?
“Ci sarà, spero, la nascita di molte comunità energetiche rinnovabili. Abbiamo un sole che ci dà energia e ancora continuiamo a importare gas. Vorremmo sostenere tutte quel-le iniziative che rendono migliore la vita da un punto di vista sociale e da un punto di vista ambientale sul territorio. In Umbria, come nel resto d’Italia”.

In Umbria Banca Etica già fa questo tipo di interventi?
“Sui workers buyout sì, ne abbiamo diversi. Le Cer (co- munità energetiche rinnovabili), sono in sviluppo poiché la legge attuativa è di pochi mesi fa. Speriamo che ce ne siano tante, magari anche grazie a noi!”.

Banca etica. Così è nata in Umbria

Alla Festa per i 25 anni di Banca Etica, al Centro congressi “Capitini”, quando Leonardo Stella e Maurizio Spedaletti sono stati invitati a salire sul palco, hanno voluto che li raggiungessero tutti i dipendenti della filiale. Un gesto per dire che quella dell’istituto di credito non è stata un’avventura in solitaria. E anche i soci presenti erano lì a ricordare un progetto, una visione di società, condivisa.

Leonardo Stella, come è iniziata la tua storia in Banca Etica?
“Sono entrato nell’organizzazione della banca prima che nascesse la banca. All’inizio ero coordinatore dei soci. Poi sono diventato banchiere ambulante per Banca Etica poiché non c’era una sede. E questo dal 2003 al 2011, quando abbiamo aperto la filiale a Perugia e sono diventato responsabile della filiale finché, quest’anno, non abbiamo fatto la staffetta con Maurizio che in realtà era socio e volontario ben prima di me, a Roma, e insieme abbiamo aperto la filiale di Perugia nel 2011. Attualmente lavoro per l’area centro di Banca Etica nella gestione di clienti per- sone giuridiche e aiuto alle filiali del centro Italia”.

Come è nata Banca Etica?
“Inizialmente si è costituita una cooperativa. Era la coope-rativa Verso Banca Etica e aveva il compito di raccogliere il capitale sociale che serviva per fare una banca – più o meno 6 milioni e mezzo di euro – sul territorio nazionale. L’idea nasce dal mondo del commercio equo solidale che non aveva una cifra del ge- nere, neppure coinvolgendo realtà del terzo settore come il mondo Caritas, Arci, quello ambientalista. Quindi si pensò a una raccolta di capitale sociale diffusa nel territorio e in due-tre anni, abbiamo raggiunto la cifra necessaria con più di 11.000 soci. E l’8 marzo nel 1999 ha aperto la prima filiale di Banca Etica a Padova”.

Quali sono i valori alla base di questa Banca?
“L’idea è di rimettere la persona e l’ambiente al centro dell’attività. Quindi prima di fare un qualsiasi finanziamento a un soggetto persona giuridica, facciamo due tipi di valutazione: una economico finanziaria, come qualsiasi banca è obbligata a fare, alla quale noi aggiungiamo una valutazione d’impatto socio-ambientale. Andiamo a vedere tutta una serie di indicatori, di comportamenti, della realtà, e andiamo a vedere se il suo comportamento, i suoi principi, sono coerenti con quelli della banca”.

Chi fa questa valutazione?
“Questo tipo di valutazione è affidata ad alcuni soci nel territorio, i cosiddetti ‘valutatori sociali’ che hanno fatto un corso e sono iscritti all’albo apposito. Insieme agli altri soci volontari del territorio ci dicono se una realtà è compatibile con i valori della banca o meno. Poi, ogni volta che finanziamo persone giuridiche il finanziamento viene pubblicato sul sito, per cui in ogni momento si può vedere quello che la banca fa con i risparmi dei soci. Banca Etica finanzia anche le persone fisiche, i privati, per prestiti personali come ad esempio i mutui per la casa, ma sul sito sono pubblicati solo i finanziamenti fatti a persone giuridiche, quindi cooperative, associazioni, ecc.”.

Possiamo riassumere in poche parole?
“La trasparenza, l’ambiente e il rispetto delle persone. La trasparenza è fondamentale come anche, sempre di più, il rispetto dell’ambiente. E non ultimo il rispetto delle persone che assume diverse sfaccettature: dal commercio equo solidale al rispetto dei lavoratori alla tutela del lavoro, per esempio con il sostegno alle workers buyout, le imprese recuperate dai lavoratori”.

Una sola filiale in Umbria. Come si entra in contatto con Banca Etica?
“Il contatto principale è il sito di Banca etica dove si possono trovare tutte le informazioni, oppure il nu- mero verde al quale risponde un gruppo di colleghi di Banca Etica. Da sempre ci siamo dovuti organizzare in modo tale da essere raggiungibili da tutti a prescindere dalla vicinanza con la filiale. Oggi si può fare quasi tutto tranquillamente al telefono o online”.

 

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