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Di Franco (Fillea Cgil): “Con l’addio ai bonus si favorisce il nero. Serve un piano per la casa green” #finsubito prestito immediato


All’Italia occorre stilare un piano che da oggi al 2026 indichi come attuare la direttiva sulle Case green, mettendo risorse per favorire l’ammodernamento verde del patrimonio immobiliare, con particolare riguardo per i redditi medio-bassi. Al contrario “i provvedimenti in manovra rischiano di intaccare il settore delle costruzioni, che in questo Paese invece, tra manutenzioni, investimenti e il valore aggiunto dell’immobiliare sul pil, contano un quarto dell’economia italiana”, commenta Antonio Di Franco. Classe 1978, da venti giorni è alla guida di Fillea, la federazione dei lavoratori edili della Cgil. Incarico assunto nei giorni in cui il governo ha varato il disegno di legge di bilancio, ridisegnando i bonus edilizi dopo la fine del Superbonus, imponendo paletti più stringenti sui bonus, confermando l’agevolazione al 50% per la prima casa e mettendo al 36% quella sull’efficientamento.

“Mentre attendiamo un piano sull’efficientamento energetico e sulla casa, il governo fa marcia indietro e taglia i bonus, creando caos in un momento in cui al settore serve certezza. Così facendo si spalancano anche le porte all’illegalità. I bonus, pensati già nel 1998, sono stati non soltanto una forma di incentivo, ma un argine all’evasione e al lavoro nero, per questo sostenuti sia dai sindacati sia dalle parti datoriali. La manovra invece va in contrasto con quelle che dovrebbe essere la tutela del bene casa da parte del governo”.

Quali rischi vedete?

È quello di spalancare le porte all’illegalità, come ho già detto. Inoltre si guarda solo a un orizzonte temporale di breve periodo di un anno e mezzo due. Per gli interventi di ristrutturazione, la detrazione spetta nella misura del 36% per le spese sostenute nel 2025 e del 30% nel 2026. Solo per la prima casa nella misura del 50% nel 2025 e del 36% per l’anno 2026. E poi? Il rischio è di creare incertezze nel mercato dopo l’effetto positivo degli ultimi anni. In questo periodo non sono certo mancati problemi. Ma al netto di chi si è improvvisato impresario edile, problema che dovremo affrontare con la qualificazione delle aziende perché un macellaio non può diventare di punto in bianco costruttore, per le imprese sane c’è stata stabilità e investimenti importanti, che hanno permesso la crescita dimensionale e di fatturato e anche innovazione a favore di un pezzo dell’industria italiana. Ora, con la direttiva casa green, se fossimo un Paese serio bisognerebbe invece sedersi al tavolo e fare programmazione”.

 La direttiva comporta costi e questo è uno dei temi già sorti per Superbonus. Chi paga per permettere l’efficientamento verde degli immobili?

Le risorse ci sono nel Piano nazionale di ripresa e resilienza e nei Fondi di sviluppo e coesione. Dobbiamo pensare ai condomini e alle periferie, a tutti i lavoratori a reddito basso e alle persone fragili. Il rinnovamento degli immobili è una questione che attiene anche alla salute, con temperature che nella lunga estate raggiungono picchi anche oltre i 40 gradi. Dobbiamo prendere atto che il mutamento climatico esiste e che sta cambiando il sistema produttivo.

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Una delle polemiche sugli interventi superbonus, oltre ai costi, ha riguardato la tipologia dei lavori. In molti dicono che è stato come avvolgere le case nella plastica impedendo la giusta areazione e non permettendo alla casa di respirare. Quindi controproducente.

 Fino a ieri abbiamo incentivato le caldaie che dal 2026 non potranno più essere installate, mentre bisognerebbe puntare sulle pompe di calore, peraltro prodotte in Italia. Diventa quindi un tema di politica industriale. La casa deve essere nelle priorità per dare risposte ai lavoratori e pensionati.

In che senso?

Il governo ha allargato i fringe benefit per chi si trasferisce per lavoro fuori regione a più di 100 chilometri. Ma viviamo in un Paese con costi d’acquisto e d’affitto alle stelle. Sarebbe più opportuno un combinato disposto di garanzie per i mutui e bonus casa. Con i ‘fringe benefit’ non si paga l’affitto ne la rata del mutuo.

L’argomento del fring benefit chiama in causa le retribuzioni. A che punto è il rinnovo del vostro contratto.

A luglio abbiamo presentato una piattaforma ad Ance, cooperative, artigiani e piccola e media industria che prevede un aumento retributivo di 275 euro a parametro 100, ossia per l’operaio comune. La trattativa è iniziata in questi giorni. Ovviamente alle associazioni datoriali noi ricordiamo che nel settore delle costruzioni sono stati investiti negli ultimi anni 200 miliardi e che è arrivato il momento della redistribuzione.

Tempi?

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Prima parlavi di qualificazione. E’ uno dei temi che girano attorno alla patente a crediti. La soluzione introdotta contro gli incidenti sul lavoro però non vi soddisfa.

È un bluff, fatto di carta e burocrazia, che non serve ad affrontare i temi cruciali della salute e della sicurezza dei lavoratori negli appalti pubblici e privati. Se vogliamo dare una risposta alla tragedia di Firenze e a quanto successo all’Esselunga dovremo portare la normativa per gli appalti pubblici in quelli privati e ragionare sul calcolo degli oneri su salute e sicurezza già nella fase di progettazione, in modo che non venga sottostimato, e non soltanto quanto l’appalto è già andato a gara. Se ponessimo l’attenzione sul calcolo già in fase di progettazione potremo riuscire a blindare il rispetto di tale valore, riducendo il ricorso al subappalto per ridurre i costi. Per ridurre le morti del lavoro occorre istituire una procura nazionale sulla sicurezza. C’è un caso che ne evidenzia la necessità.

 A quale si riferisce?

“Parlo della morte di Salvatore Cucè nello scavo del Terzo Valico. Parliamo di febbraio 2023, siamo a ottobre 2024 e le indagini non sono ancora terminate. Ritengo evidente che la procura non abbia uomini e mezzi adeguati per intervenire su un infortunio mortale avvenuto in un ambiente confinato a seguito dell’esplosione di gas in galleria. Servono professionalità non soltanto per dare giustizia immediata, ma anche per mettere in campo comportamenti prescrittivi per i lavoratori e dare risposte omogenee su tutto il territorio nazionale”.



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