Morena Morelli, addetta alle relazioni con il pubblico e rappresentante sindacale, aspettava il nuovo contratto. «Forse c’entra il mio ruolo sindacale». Manifestazione della Cgil. Il direttore: «Nessuna rappresaglia, vicenda strumentalizzata»
Lasciata a casa dopo trent’anni di servizio e senza alcuna spiegazione. È quanto succede a Ferrara, dove Morena Morelli, 60 anni, storica addetta all’ufficio relazioni con il pubblico, scuole, università, associazioni, teatro ragazzi e biglietteria al teatro comunale «Claudio Abbado», nonché rsu della Slc-Cgil da diciotto anni, da qualche mese ha perso il suo posto di lavoro. La Fondazione Teatro Comunale infatti, nei mesi scorsi, ha deciso di non rinnovarle il contratto «con passaggi procedurali poco chiari, che per noi si traducono in un vero e proprio licenziamento» aveva affermato la Cgil. «Quando me lo hanno comunicato – racconta Morelli – sono rimasta davvero molto incredula. L’ho saputo dalla telefonata di una collega dell’Ufficio Personale che si scusava a nome di altri. Di solito – prosegue – i rinnovi venivano comunicati in estate con una lettera di impegno, ma già negli ultimi due anni si era persa questa abitudine. Così, come rsu, avevo iniziato a telefonare in teatro per chiedere se potessero comunicare a me e ai miei colleghi l’inizio del nuovo contratto in maniera ufficiale. Mi dissero che a me non sarebbe stato più rinnovato».
La dipendente: «Mai avuto richiami»
Era il 30 luglio scorso e, a distanza di oltre tre mesi, Morelli fa fatica a trovare un perché a quella decisione così inaspettata: «Ad oggi non c’è nessuna spiegazione sul mancato rinnovo, né su chi lo abbia proposto. Non ho mai avuto richiami verbali o scritti e sinceramente non capisco. Un mese fa abbiamo chiesto un accesso agli atti, ma ci è stato negato, mentre l’unico incontro con la direzione del Teatro Comunale è stata nel periodo dopo le elezioni, durante il passaggio di consegne tra il vecchio e il nuovo Cda. Ma è stato tutto molto vago». Dietro la fine del rapporto di lavoro, riflette Morelli, potrebbero esserci i rapporti sindacali con l’azienda: «Il dubbio che possa centrare il mio ruolo sindacale c’è. Ma ritengo di essermi comportata sempre nei limiti della correttezza, senza mai andare oltre le righe con nessuno. Se fosse così, mi dispiacerebbe molto perché penso sia necessario e fondamentale distinguere i due ruoli, di lavoratrice e di rappresentante sindacale».
La manifestazione
Lunedì pomeriggio, in piazza Savonarola a Ferrara, la Slc-Cgil provinciale e quella regionale hanno indetto una manifestazione a suo sostegno e a sostegno di tutti i lavoratori del mondo dello spettacolo. «La vicinanza dei colleghi – prosegue – non è mai mancata, sia di quelli che conoscevo che di quelli che ho conosciuto in questi mesi. Comunque vada, penso che questa sia la strada che dovevamo percorrere. Speravamo di poterla risolvere in maniera diversa, ma – a questo punto arriveremo alle vie legali. Penso che sia importante per me, ma anche per i colleghi degli altri teatri per cui si sta cercando di portare avanti un discorso che riguarda il rinnovo del contratto collettivo, che possa andare a prevedere un minore uso dei tempi determinati e la loro stabilizzazione». Ora si prepara uno scontro: «La speranza – conclude la donna – era quella di poter risolvere la vicenda in maniera tranquilla, come dicevo. Ma la via che stiamo percorrendo, quella di fare vertenza, purtroppo, credo sarà la strada che dovremo percorrere affinché quello che è successo a me non capiti più a nessun altro».
La replica del direttore: «Strumentalizzazione»
Sulla vicenda è arrivata la replica di Carlo Bergamasco, direttore della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, dopo che la Slc-Cgil – nei giorni scorsi – aveva parlato di «licenziamenti per rappresaglia». Una lettura che il direttore ritiene «gratuitamente insultante e di inconcepibile gravitàche merita una risposta assolutamente netta». «Sorge il legittimo dubbio – dichiara Bergamasco – che il sindacato stia strumentalizzando questioni di somma importanza, per sostenere una vertenza individuale attraverso un’azione che parrebbe appropriata solo per problemi di carattere generale e di ben più ampio respiro». Sul fronte della stabilizzazione dei lavoratori, il direttore difende l’operato del Teatro e smentisce che all’origine del mancato rinnovo possa esserci il ruolo sindacale di Morelli: «La Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, nel corso dell’ultimo quadriennio, ha proceduto a progressive stabilizzazioni di molti lavoratori precari, nonché a vari passaggi di livello e miglioramenti della posizione lavorativa di dipendenti, in attuazione di una linea d’azione volta ad investire sul personale come risorsa primaria del Teatro. Di queste 11 stabilizzazioni, 11 passaggi di livello e 4 miglioramenti retributivi hanno beneficiato, in modo indiscutibilmente meritato, vari esponenti della Cgil, il cui impegno sindacale, certamente, non era da meno di quello della dipendente il cui contratto non è stato rinnovato».
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