FERMO – Start up, spin off, storie di successo come quella di David Clementoni di Italian Artisan o di Andrea Carpineti con Dis e Andrea Pizzarulli di Civitanavi, tutti riuniti in una tre giorni dedicata al mondo delle idee che diventano impresa. “Servono competenze trasversali di tipo economico, fiscale, normativo oltre che tecnico per emergere” è il primo messaggio.
Il professore Villanacci della Politecnica ha ricordato che “nel 2012 è nata la prima legge che ha regolamentato le startup per implementare le idee nuove e da allora sono stati realizzati piccoli interventi. Queste disposizioni legislative non sono sufficienti, danno vantaggi, incentivano, ma hanno peculiarità non del tutto convincenti”.
Una su tutte: la temporaneità della sua esistenza, visto che per legge la start up poi deve evolvere, “ma questo non è funzionale” ha aggiunto.
StartAn è stato un successo e ha dato voce a quel mondo di under 35, e non solo, che sta provando a rendere l’Italia più contemporanea, anche in settori tradizionali. Basti pensare a Clementoni e carpineti che hanno portato il futuro nel mondo delle scarpe.
Loro ce l’hanno fatta, sono i casi di successo, ma è evidente che sia necessario creare l’ambiente economico-normativo per favorire lo sviluppo delle startup innovative “sapendo che l’innovazione dei ricercatori è sempre più avanti del diritto e delle norme che si sviluppano in seguito alla nascita dell’esigenza” hanno spiegato gli esperti.
È fondamentale confrontarsi. “Nasce dal desiderio – ha introdotto Gianni Marasca, presidente dell’Ordine degli avvocati di Ancona, uno degli organizzatori – di dare ed avere delle scintille, cioè messaggi brevi e precisi, per distinguere ciò che appare da ciò che è”.
Ha aggiunto Franco Elisei, presidente Ordine di giornalisti dele Marche: “Ai giornalisti viene chiesto di narrare i fatti accaduti ma il giornalista deve anche saper interpretare e fare una previsione della direzione nella quale si sta andando, non dimentichiamo che comunicazione e informazione sono parallele divergenti”.
C’è molto da fare, soprattutto in tema legale. “Il diritto – hanno concluso i relatori – non riesce più a stare dietro alle esigenze delle nuove problematiche mentre servirebbero norme che incoraggino gli startupper a non soffocare l’innovazione intimoriti dai profili di responsabilità in caso di malfunzionamento o di danni arrecati”.
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