A differenza dell’uomo, che come cantava Franco Battiato “è l’animale più domestico e più stupido che c’è”, nel Regno degli Animali ci sono ruoli e regole antiche e ben definite che stabiliscono i margini di sicurezza, di potere e di libertà ed hanno consentito loro di prendere contromisure, proteggersi e relazionarsi. Si dice che la natura selvaggia sia un mondo anche crudele, spietato, ma a confrontarlo con quello degli esseri umani, almeno ognuno sa dall’inizio chi sono i cattivi, i violenti e i più forti, nessuno uccide per piacere o frustrazione, nessuno si appropria di cose altrui se non per la pura sopravvivenza e soprattutto, non girano soldi.
Tutte cose che appaiono banali e scontate, ma che ogni volta aiutano a capire come se anche l’uomo si servisse di tali precetti, e non avesse dimenticato di essere comunque un animale, potrebbe tornare a vivere meglio ed in sintonia con la Terra e i propri simili.
Il “pippone” iniziale sui danni dell’antropizzazione è per raccontare la storia dei contadini keniani che, provati e danneggiati dal conflitto con gli animali, a causa dell’urbanizzazione del Paese, si devono industriare per trovare metodi (che alla fine sono ancestrali, a ben guardare) per difendere il proprio lavoro da cui dipende la loro sopravvivenza. E sono gli animali a salvarli!
Dopo anni di invasioni da parte degli elefanti di campi coltivati e proprietà private, particolarmente nei cosiddetti “corridoi” di migrazione tra i due parchi nazionali di Tsavo e l’Amboseli, un progetto dell’organizzazione “Save The Elephant” sta risolvendo il problema e allo stesso tempo darà un’ulteriore fonte di sostentamento agli agricoltori. E risolverà anche il problema delle uccisioni di tanti elefanti, considerati colpevoli di distruzioni, come se lo facessero apposta…
Api e miele, questa la ricetta trovata da Save The Elephant, come scrive sul suo sito:
“Il progetto “Elephant Bees” fa parte del Programma di coesistenza uomo-elefante di Save the Elephants – illustra l’organizzazione, che ha iniziato ad operare a Sagalla, nella zona dello Tsavo Ovest -, l’uso di recinzioni ad alveare come deterrente naturale per gli elefanti, aiuta a proteggere gli agricoltori e i terreni agricoli. L’idea si basa sulla nostra ricerca innovativa che utilizza la paura degli elefanti nei confronti delle api africane per contribuire a ridurre i danni alle colture e a minimizzare altri casi di conflitto uomo-elefante”.
Gli elefanti quindi, stanno alla larga dai campi e modificano i loro percorsi, ma allo stesso tempo i recinti per alveari contribuiscono a creare una spinta sociale ed economica per gli agricoltori attraverso i servizi di impollinazione e la raccolta di “miele amico degli elefanti”.
Tutte cose che la nostra civiltà, che un tempo sapeva coesistere con gli animali e conosceva a memoria le abitudini, i correttivi, le tradizioni e tutte le dinamiche della loro coesistenza con l’uomo, si è dimenticata, pensando di essere padrona del mondo e sentendosi così furba da avvicinarsi pericolosamente alla distruzione dell’intero pianeta.
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