“Il problema dell’Europa è che ha disegnato un green deal a misura degli altri paesi. Il problema dell’Europa è L’Europa. E come dice Draghi deve intervenire subito, subito, subito”. Così il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenendo, oggi a Roma, all’incontro annuale dei giovani costruttori dell’Ance. Per spiegare le contraddizioni di alcune norme europee e “la follia del green deal”, il ministro ha citato il caso dell’automotive, annunciando che “a breve presenterò un ’non paper’ sull’auto, per cambiare il percorso (verso l’elettrico, ndr), non l’obiettivo, che invece resta: ma come raggiungere l’obiettivo nel settore delle auto”. A questo seguirà, ha proseguito il ministro, “un ’non paper’ su siderurgia e chimica, che stiamo confezionando con le altre potenze europee – perché vanno cambiate le regole sulla siderurgia e la chimica”.
Tornando sull’automotive, il ministro ha ricordato che “nel regolamento sui veicoli leggeri è previsto che dal 1° gennaio del prossimo anno scattano delle multe alle imprese automobilistiche che non raggiungono un equilibrio graduale nel tempo tra vendite di auto endotermiche e vendite di auto elettriche. Questo equilibrio non è stato raggiunto perché è crollata la vendita di auto elettriche in Europa e quindi hanno sono state vendute più auto endotermiche di quanto prevede l’obiettivo 2025”. Pertanto, prosegue Urso, i produttori “dovrebbero pagare 15-17 miliardi di euro di multe: significa tagliare le gambe all’industria automobilistica europea”. “Per sfuggire a questa tagliola – ha proseguito il ministro – non potendo aumentare la vendita di auto elettriche, stanno riducendo drasticamente la produzione di auto endotermiche. Per questo annunciano la chiusura degli stabilimenti in Europa: per ridurre produzione e vendita di auto endotermiche e rimanere per quanto possibile sotto l’asticella”.
Un’altra possibilità, ha aggiunto Urso, “è la strada che sta praticando Stellantis, che importa le auto elettriche del suo socio cinese Leapmotor, le certifica Mirafiori, con il brand Mirafiori, le mette in vendita nei suoi 200 punti vendita in Europa e così aumenta la sua quota di elettrico”. “In questo modo – ribadisce Urso – si riduce la produzione di auto endotermiche, si chiudono gli stabilimenti, si licenziano gli operai oppure si importano auto elettriche da altri continenti, si certificano e si vendono”.
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