Secondo il Global Talent Barometer di ManpowerGroup per l’Italia i giovani hanno più difficoltà a trovare significato e scopo nel proprio lavoro (63%) a differenza dei Babyboomer
Quanto sono soddisfatti gli italiani del proprio lavoro? In quanti cambierebbero ruolo potendo? Quali settori presentano maggiori livelli di stress? A queste domande risponde l’ultima indagine di ManpowerGroup, Global Talent Barometer, realizzata in 16 Paesi su un campione di oltre 12 mila intervistati. Per l’Italia il quadro è fatto di luci e ombre soprattutto se si guarda alle differenze tra generazioni.
I dati
Nel nostro Paese circa il 63% dei lavoratori e delle lavoratrici dice di avere una percezione positiva del proprio posto di lavoro tuttavia circa il 53% afferma di sentirsi stressato, tanto che più di un lavoratore su tre (36%) ha in programma di abbandonare l’impiego entro i prossimi sei mesi.
Se si isola il solo indice della Soddisfazione lavorativa la media italiana si attesta al 58%. In particolare, la Generazione Z si dichiara la più stressata (57%) e di gran lunga la più incline a cambiare impiego per propria scelta nei prossimi mesi (49%). Sono anche coloro che hanno più difficoltà a trovare significato e scopo nel proprio lavoro (63%) a differenza dei Baby Boomer.
Il commento
«Il rapporto tra persone e aziende si sta evolvendo rapidamente. Per trattenere le migliori collaboratrici e collaboratori, in una situazione di crescente talent shortage e mismatch di competenze, il solo stipendio non è più sufficiente. Le persone si aspettano che il lavoro offra loro qualcosa di più: maggiore equilibrio, più opportunità, più empatia», dice Anna Gionfriddo, Amministratrice Delegata di ManpowerGroup Italia.
«Sebbene il 75% delle persone in Italia trovi uno scopo nel proprio lavoro, i dati del nostro Global Talent Barometer dimostrano che questo da solo non è sufficiente a trattenere i talenti. Le persone sono alla ricerca di ambienti di lavoro che offrano servizi su più fronti, dal supporto per la salute mentale e l’equilibrio tra vita privata e lavoro allo sviluppo della carriera e alla formazione delle competenze».
Le differenze regionali
A livello territoriale la percentuale di persone che dichiarano di temere di dover lasciare il posto di lavoro è più alta nel Sud e Isole (30%) e nel Centro (29%) rispetto a Nordovest (24%) e Nordest (22%). Al contrario, dalle rilevazioni risulta che in Centro Italia ci sia un’alta percezione rispetto al poter migliorare le proprie competenze (77%) e la propria carriera (61%), mentre la percezione di miglioramento più bassa si registra nel Nordest sia per le competenze (63%) sia per la carriera (46%).
I settori con picchi di insoddisfazione o stress
Per quanto riguarda i singoli settori, la percentuale di persone stressate più alta si registra nei beni di consumo e servizi (61%) e nella sanità e life sciences (59%), mentre la più bassa è nei trasporti, logistica e automotive con il 38%. I lavoratori e le lavoratrici di quest’ultimo settore sono anche i meno intenzionati a cambiare lavoro a breve (15%), mentre nei beni di consumo e servizi intende farlo uno su due (50%).
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