Ha risposto a tutte le domande poste dal giudice il sindaco Nicola Pirozzi che ieri mattina è stato interrogato dal gip Vincenzo Saladino presso la Procura di Napoli Nord. Il primo cittadino è indagato nell’ambito dell’inchiesta sull’appalto rifiuti del Comune di Giugliano e su di lui pende una richiesta di arresti domiciliari da parte del pubblico ministero. La fascia tricolore, con il team di legali che ha nominato, il professore di diritto penale Vincenzo Maiello e il penalista Marco Sepe, si è difesa spiegando la sua estraneità ai fatti contestati.
Le contestazioni
Per l’accusa Pirozzi avrebbe, in qualità di sindaco, agevolato la ditta che si occupa della raccolta rifiuti, la Teknoservice, ottenendo in cambio delle assunzioni nel cantiere della nettezza urbana. I favori contestati vanno da una proroga tecnica a una pulizia straordinaria nel campo rom alla mancata applicazione delle penali. I legali, punto per punto, hanno mostrato attraverso memorie e pareri che la ditta, da parte dell’amministrazione Pirozzi, non ha ricevuto alcun vantaggio. Anzi, alcuni documenti attesterebbero il contrario.
Tra questi quello relativo all’applicazione delle penali che, secondo la difesa, non solo sarebbero state applicate nel periodo in esame per oltre un milione di euro, ma sarebbero persino maggiori di quelle comminate dal commissario prefettizio in precedenza. Nell’inchiesta si fa riferimento a delle assunzioni fatte dalla Teknoservice perché richieste dai politici. Sul punto in questione Pirozzi avrebbe respinto le accuse: non avrebbe chiesto né l’assunzione dei due dipendenti “incriminati” né avrebbe fornito alla società una lista di soggetti da prendere alle proprie dipendenze.
I pareri
Tra le memorie presentate anche un parere sugli atti amministrativi prodotti dal primo cittadino a firma dell’avvocato ed ex ministro Angelo Piazza. La difesa, insomma, ha provato in tutti i modi a dimostrare che tra Pirozzi e Teknoservice non c’è stato alcun accordo illecito. Gli interrogatori termineranno giovedì quando sarà ascoltato l’ex sindaco Antonio Poziello, anche lui coinvolto nell’inchiesta. Secondo il pm avrebbe pilotato la gara d’appalto nel 2020 affinché venisse aggiudicata da Teknoservice a fronte di una tangente.
Terminata la fase degli interrogatori, il giudice deciderà per tutti gli indagati su cui pende una richiesta di misura cautelare ma i tempi potrebbero non essere brevi. L’indagine è molto vasta e coinvolge anche il Comune di Marano. Qui sono implicati anche l’ex sindaco Rodolfo Visconti e il suo vice Paolo D’Alterio. Intanto il clima a Giugliano resta quello di una città sospesa. L’accusa da parte delle opposizioni è quella di trincerarsi dietro il silenzio.
«La città non può più tollerare un atteggiamento che evita, che tace, che non offre spiegazioni – tuona il consigliere di Fratelli d’Italia Francesco Iovinella -. La giustizia farà il suo corso, ma il fallimento politico è evidente». Sulla stessa lunghezza d’onda anche Potere al Popolo: «A fronte delle accuse gravissime che sono mosse dagli investigatori, l’intero fronte della politica locale tace. In una sana democrazia effettiva, le inchieste giudiziarie avrebbero dovuto quantomeno generare un vasto dibattito politico, mediatico, cittadino».
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