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Allungare la durata del contratto per alleggerire la rata? È il quesito che tanti mutuatari si pongono oggi. Vale in primo luogo per chi ha sottoscritto il variabile e adesso si trova a fare i conti con un costo ben più elevato, ma anche per alcuni che hanno optato per il fisso, ma faticano ad arrivare a fine mese alla luce dei numerosi rialzi nel prezzo dei beni dovuti all’inflazione.

Si amplia il differenziale tra i tassi

Secondo l’ultimo Osservatorio di MutuiOnline.it, nel mese di giugno si è ulteriormente ampliato il differenziale tra i benchmark per la costruzione del tasso fisso e del variabile, a vantaggio del primo. L’Euribor a 3 mesi è salito al 3,54% e quello a 1 mese al 3,34%, mentre l’Irs a 10 anni è rimasto sostanzialmente fermo al 3,03%, con le scadenze a 20 e 30 anni che sono addirittura scese, rispettivamente al 2,90% e al 2,63%. Andamenti che rendono ancora più conveniente che in passato l’opzione del fisso, caratterizzato da un Tan medio del 3,76%, sostanzialmente in linea con il miglior variabile. Di conseguenza, crescono sensibilmente le richieste di mutuo a tasso fisso, arrivate a superare il 91% del totale, con un progresso di oltre il 9% rispetto ai primi tre mesi del 2023. All’opposto si dimezzano a poco più del 7% le richieste di mutuo a tasso variabile, con il misto e il variabile con cap abbondantemente sotto il punto percentuale a testa.

Tornano a crescere le richieste di surroga, ma attenzione all’equo compenso

Quanto alle finalità dei mutui, a dominare le richieste nel secondo trimestre del 2023 sono sempre i mutui prima casa, che si attestano al 58% del totale, mentre la seconda casa si ferma poco sotto il 6% e la ristrutturazione poco sopra il 3%. Il consolidamento si ferma all’1,5%, mentre le surroghe guadagnano quasi tre punti arrivando al 31,3%. Queste ultime tornano a crescere dopo l’ultimo rialzo deciso dalla Bce e soprattutto alla luce della presa di posizione della governatrice Christine Lagarde, la quale ha fatto sapere di voler proseguire con i rialzi dato che l’inflazione resta abbondantemente sopra il 2%, che è l’obiettivo – a termini di statuto – della Bce. Se da un lato le richieste sono in aumento, dall’altro la legge sull’equo compenso potrebbe invece avere un effetto negativo sul mercato delle surroghe; aumentano (già in alcune province) infatti i costi notarili a scapito degli istituti di credito (tutte le spese connesse alla surroga sono a carico delle banche) che non potranno più godere di prezzi di mercato, ma dovranno adeguarsi a delle tariffe salate perdendo così l’interesse nell’offrire questa tipologia di prodotti. L’auspicio di MutuiOnline.it è che questo non accada per salvaguardare la possibilità dei consumatori di trovare sempre condizioni di mutuo migliorative.

Durate e importi senza grandi variazioni

La durata media del mutuo resta intorno ai 24 anni, dove si è attestata dalla fine del 2021. Il che in parte sorprende, considerato che in questo arco di tempo i prezzi delle abitazioni sono cresciuti e l’importo dei mutui ancor più per il rialzo dei tassi. Evidentemente è stato raggiunto un livello limite tra sostenibilità del finanziamento ed età dei richiedenti. Mentre, quanto all’importo medio, c’è un piccolo rialzo tra il primo e il secondo trimestre (+0,4%), ma è prematuro parlare di inversione di tendenza, dato che il rimbalzo è arrivato dopo quattro trimestri consecutivi in calo.

Le opzioni da percorrere quando la rata diventa insostenibile

Secondo i dati diffusi dalla Fabi (il principale sindacato dei bancari), i mutui non pagati dalle famiglie italiane sono arrivati a 6,8 miliardi di euro, in uno scenario che ha sostanzialmente visto raddoppiare i tassi di mercato rispetto alla primavera del 2022, quando i tassi ufficiali erano a zero. Mentre il Governo annuncia di essere al lavoro per «allungare le rate di chi ha un mutuo a tasso variabile» (secondo le parole del ministro Matteo Salvini), cosa fare allo stato attuale della normativa? L’allungamento della durata del mutuo offre un aiuto nel breve termine per le famiglie, con un aumento del costo totale del mutuo. Le alternative a costo zero sono due: la rinegoziazione con la propria banca e la surroga. Secondo MutuiOnline.it, infatti, l’ipotesi di introdurre l’obbligo per le banche di negoziare l’allungamento della durata dei mutui a tasso variabile «Rischia di essere una soluzione di breve termine che porta un sollievo limitato alle famiglie con un mutuo a tasso variabile, ma nessun sollievo al mercato dei mutui per cui è necessario che il Governo faccia di più».

 

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