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Pascoli e terreni fanno gola alle mafie, alziamo la guardia #finsubito prestito immediato


In Molise esiste la possibilità di una infiltrazione mafiosa che punti all’accaparramento dei fondi europei destinati all’agricoltura.
A essere coinvolte potrebbero essere le mafie foggiane, la camorra e la ‘ndrangheta. Per ora ho sentito soltanto alcuni agricoltori che hanno riferito di furti di mezzi agricoli, di bestiame, incendi a vigne e uliveti e minacce in basso Molise (dati freddi e cose già note, ripetutesi con una certa frequenza temporale). Questo mi porta a pensare a un sistema organizzato che potrebbe essere finalizzato anche all’accaparramento dei terreni per scopi illegali e dei relativi sussidi europei.
Come Osservatorio Antimafia del Molise stiamo analizzando il nostro territorio e verificando, fin dove sia possibile con i nostri mezzi, le concessioni dei terreni e l’uso improprio che di questi è fatto da imprenditori di fuori regione. La Procura Europea (Eppo) pochi mesi fa ha aperto un’indagine su diversi allevatori e su due dipendenti di un Comune altomolisano, coinvolti in un procedimento giudiziario legato ai finanziamenti comunitari. La vicenda parte da un’inchiesta condotta dai Carabinieri Forestali di Isernia, con il supporto di nuclei forestali della Campania, specializzati nelle truffe comunitarie, volta a far luce sull’acquisizione da parte di alcuni imprenditori agricoli di fondi europei a sostegno del pascolo del bestiame. Già in passato, il sindaco di San Pietro Avellana, tramite la Prefettura isernina, aveva segnalato casi simili alla Procura della Repubblica. Incrociando i dati presenti nel Sian (Sistema informativo agricolo nazionale) per il Molise sono già emerse alcune incongruenze che stiamo verificando per arrivare poi a una mappatura simile a quella realizzata dalla professoressa Lina Calandra, docente di geografia del Dipartimento di Scienze umane dell’Università dell’Aquila e coordinatrice di Cartolab che si occupa principalmente di lavori di geografia sociale applicata alla gestione ambientale. Lo scopo sarà di verificare il sistema di gestione dei pascoli con il solo e unico scopo di incassare i premi messi a disposizione da Bruxelles, nell’ambito della Pac, la politica agricola comunitaria.
La truffa dei pascoli fantasma scoperta in Abruzzo prevedeva l’affitto di centinaia di ettari di pascoli d’alta quota da parte di grosse aziende di fuori regione, anche attraverso agganci locali, che aumentavano così superficie utilizzata e titoli a loro carico, in alcuni casi senza garantire l’effettivo pascolo del bestiame. Un sistema che ha fruttato milioni e milioni di euro a scapito degli allevatori veri e onesti delle montagne abruzzesi e che potrebbe essere attuato anche da noi in Molise. I racconti delle poche persone sentite per ora aprono soltanto a una verifica più approfondita che ovviamente noi faremo soltanto a scopo di studio e ricerca. A me, da esperto, tuttavia, sembra ci sia qualcosa che non va in un quadro specifico che dovrebbe essere indagato meglio da chi ha ovviamente gli strumenti necessari per farlo.
Da una primissima valutazione dei fondi beneficiati da un soggetto in un piccolo Comune del basso Molise, emerge una dissonanza in termini di erogazione di fondi comunitari e importanza del piccolo territorio in termini economico-produttivi. Abbiamo provato ad approfondire ma a un certo punto ci si trova di fronte a scatole cinesi e spesso non si riesce a risalire a chi realmente percepirà i contributi europei. Il nostro studio naturalmente è appena all’inizio ma già mette in luce alcuni aspetti che andrebbero analizzati nel loro insieme, da chi naturalmente è deputato a indagare e ha gli strumenti per farlo, in un’ottica di tutela e difesa di un territorio alla mercé del miglior offerente che presumibilmente ha interessi lontani dal bene della comunità molisana. Io credo che esista già un sistema mafioso esportabile e applicabile in qualsiasi luogo, già sperimentato con successo in Sicilia. Non dimentichiamoci che in Molise, sia a Isernia sia a Campobasso, abbiamo avuto interdittive prefettizie su aziende che non sono affatto molisane (cfr. Puglia, Calabria, Campania). Ditte impersonate da soggetti economici importanti, assistiti da eccellenti professionisti. Gli intrecci possibili sono con la mafia foggiana, con la camorra e con la ‘ndrangheta. Per esperienza acquisita sul campo posso dire che il settore agricolo interessa alle mafie per molteplici scopi. Dall’interramento di rifiuti tossici nei terreni, alle possibilità di riciclaggio e autoriciclaggio, sino al reimpiego di proventi illeciti, ricettazione, truffa aggravata ai danni dello Stato e per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
Non abbassiamo la guardia, siamo sentinelle vigili e se c’è da denunciare si abbia il coraggio di farlo.
Vincenzo Musacchio



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