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Droga in casa e bunker per la coltivazione di marijuana, arriva il verdetto d’appello #finsubito richiedi mutuo fino 100%


RACALE – Furono arrestati la sera del 30 maggio del 2023, quando i finanzieri della compagnia di Gallipoli entrarono in un’abitazione nelle campagne di Racale, trovando in un terreno di pertinenza, un bunker sotterraneo destinato alla coltivazione di marijuana.

Nei guai finirono la proprietaria dell’immobile, Monica Brocca, di 41 anni, e il fidanzato della figlia di questa, Michele De Icco, 26, di Melissano, ma domiciliato anche lui a Racale, già noto per furti, che all’arrivo dei militari cercò di nascondere cocaina nel frigorifero.

Per questa vicenda, lo scorso 13 marzo, furono condannati in abbreviato dalla giudice del tribunale di Lecce Maria Francesca Mariano, lei, a 5 anni e mezzo di reclusione, lui a 6 anni tondi.

Ma le pene sono state notevolmente ridotte all’esito del processo d’appello terminato ieri, rispettivamente in 2 anni (col beneficio della pena sospesa), più 14mila euro di multa, e in 2 anni e 4 mesi, più 18mila euro di multa, in cui erano entrambi assistiti dall’avvocato Paride Marti.

Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro novanta giorni, ma di certo, dalla lettura del dispositivo, la Corte d’appello ha qualificato il reato di spaccio nell’ipotesi più lieve.

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Al termine delle perquisizioni, nelle mani dei militari finirono: 7 grammi, di cocaina, già divisa in dosi, bicarbonato di sodio, necessario a miscelazione e taglio, e ad altri due grammi di marijuana (anche questi già distribuiti in dosi), tre bilancini di precisione e diverso materiale per il confezionamento.

Ma la scoperta più rilevante fu fatta nel terreno rustico: una serra per la coltivazione di marijuana ricavata sottoterra e sopra alla quale c’era un camion abbandonato, malridotto e senza pneumatici, a sua volta coperto lateralmente da pannelli, per mascherare meglio l’ingresso. Per accedervi bastava scendere attraverso un’apertura ricavata sul pianale del mezzo dove era stata collocata una scala in legno. 

Il locale di circa 15 metri quadrati per 2,5 di altezza era stato dotato di materiale isolante, ventilatori, pompe di calore, soffiatori, riflettenti, lampade Uv e termostato digitale. In tutto furono requisite 37 piante: 24 alte circa un metro e le altre, di circa 60 centimetri, messe a essiccare in un capannone.


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