Tra i motivi che ancora ostacolano l’adozione di motori elettrici sui mezzi pesanti per il trasporto merci ci sono i tempi di ricarica e le limitate autonomie. Una soluzione arriva da Tual che annuncia un powerbank intercambiabile che può essere sostituito velocemente
Secondo i dati della European Environment Agency, nel 2023, il trasporto merci su gomma è stato responsabile di circa il 25% delle emissioni di gas serra nell’Unione europea.
Le emissioni inquinanti sono particolarmente elevate a causa dell’uso predominante di veicoli alimentati a gasolio, che emettono sostanze nocive come il biossido di azoto (NO2) e l’anidride carbonica (CO2), spesso associati a problemi di salute.
Nonostante i miglioramenti tecnologici e l’adozione di standard produttivi per i motori dei mezzi di trasporto più severi, il contributo all’inquinamento del settore è significativo e sarebbe necessario riuscire a trasformare i mezzi in veicoli elettrici.
Necessità che si scontra contro le effettive limitazioni dei mezzi elettrici pesanti – da 16 a 44 tonnellate – in autonomia e tempi di ricarica. Una possibile soluzione arriva da Tual – azienda britannica specializzata in soluzioni per la ricarica elettrica – che propone soluzioni di powerbank intercambiabili appositamente progettate per i veicoli pesanti.
Si tratta di batterie da 120kWH e 180kWH, che permetteranno di estendere il chilometraggio di un mezzo pesante elettrico fino a 195 chilometri.
Sviluppata in collaborazione con alcuni dei maggiori operatori di flotte europee, questa soluzione è modulare e scalabile per poter essere utilizzata su mezzi che hanno differenti necessità e può essere integrata senza problemi nelle piattaforme esistenti – i tempi di sostituzione annunciati dall’azienda sono di circa 5 minuti.
Le powerbank intercambiabili di Tual, spiega il suo Ceo, Philip Clarke, sono state progettate per cfornire una soluzione affidabile e flessibile che consente alle flotte restare sempre in movimento. “Questa tecnologia è già pronta per l’uso e offre una valida alternativa alla rete di ricarica pubblica da megawatt, che è stata a lungo rinviata” conclude Clarke.
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