Lucca, 17 novembre 2024 – Nuovi sviluppi per il caso del tragico incidente di Luca Cavati, l’operaio 69enne nato a Pescia e residente a Spianate morto martedì mattina nel piazzale della cartiera “Modesto Cardella” a San Pietro a Vico in provincia di Lucca.
Sono ancora in corso tutti gli accertamenti del caso, visto che rimangono vari punti interrogativi sulla dinamica dell’incidente, che si è consumato nel piazzale esterno alla cartiera. Da capire se, sia l’operaio che l’uomo alla guida del muletto stessero percorrendo la strada corretta e se siano state rispettate tutte le norme di sicurezza.
Proseguono, inoltre, le indagini anche della Procura, che ha acquisito gli hard disk contenenti le immagini delle telecamere di sicurezza dell’azienda, anche se sembrerebbe che la zona dell’incidente non sarebbe coperta nella sua totalità dalla videosorveglianza interna. Da queste immagini si potrebbe capire se sono state rispettate tutte le norme di sicurezza, tema particolarmente attenzionata dai tecnici dell’Asl.
La dinamica in teoria è abbastanza chiara: una fatale manovra in retromarcia del muletto carico di presse di carta, pesante oltre 3 tonnellate. Ma nulla può essere dato per scontato e va ricostruito. Intanto, nei primi giorni della prossima settimana verrà svolta l’autopsia sulla salma di Cavati, affidata dal pm di turno, Lucia Rugani, al medico legale Stefano Pierotti. A questo punto sono due gli indagati al momento, che hanno ricevuto l’avviso per l’autopsia.
Naturalmente il 58enne senegalese alla guida del carrello elevatore, dipendente di una cooperativa esterna, che aveva un regolare patentino per la conduzione del mezzo. Insieme a lui, è indagato anche il responsabile della sicurezza della cartiera “Modesto Cardella”: un avviso di garanzia come semplice atto dovuto in vista dell’autopsia.
Luca Cavati da molto tempo aveva lasciato la sua Pescia, cresciuto ai piedi del Caminone insieme all’adorata sorella Antonella, poco più che ventenne si era trasferito prima a Uzzano, poi a Spianate di Altopascio.
Una vita trascorsa soprattutto nel settore della floricoltura, quando era ancora a Pescia, poi da più di dieci anni aveva iniziato a lavorare come operaio nella cartiera lucchese anche perché aveva pochi contributi per la pensione e come tanti altri doveva continuare a lavorare nonostante i suoi 69 anni. Lascia nel dolore la moglie Antonella Bonino, il figlio Cristiano e la figlia Nagaya.
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