Un ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, senza freni a Rio, parlando di Manovra 2025. Al margine del G20, interpellato dai cronisti, Giorgetti sottolinea che l’Italia sta meglio rispetto agli altri paesi europei in termini di legge di Bilancio. Il motivo? «Al mio collega francese gliel’hanno bocciata» e il «tedesco non l’ha manco presentata». Poi arriva la stoccata a Maurizio Landini, leader della Cgil, «che dice che siamo autoritari ma noi siamo molto più rispettosi del Parlamento di Francia e Germania, mettiamola così». Se poi «vuole dire che ha ragione lui e che se gli diamo ragione diventiamo bravi, no. Giustamente il Governo fa la sua politica. Poi casualmente, accidentalmente fa la politica esattamente a beneficio dei lavoratori dipendenti con reddito medio-basso, forse questo gli dà fastidio. Non lo so, è strano però»
Da parte sua Pierpaolo Bombardieri, segretario della Uil e promotore dello sciopero di fine mese insieme alla Cgil ha spiegato che, nonostante sia tutto confermato, «gli incontri e i confronti per noi sono sempre importanti, non solo con il governo ma anche con le controparti, quindi quando si può lavorare per costruire un percorso non ci siamo mai sottratti e non lo faremo in futuro. Per quello che riguarda lo sciopero continuiamo ad insistere sui grandi temi che abbiamo posto al governo, i salari, la perdita del potere d’acquisto, la sicurezza sul lavoro, il fisco».
Restando sempre in tema di Manovra, Giorgetti poi sottolinea come «per la prima volta» il governo «ha mandato in Parlamento la manovra da un mese» e ora si sta ragionando «ma i tempi li decide il Parlamento». Gli emendamenti presentati sono «tanti, tantissimi, anche della maggioranza (parliamo di 4.562 emendamenti di cui circa 1.200 della maggioranza) ma per fine anno, come sempre, sarà approvata». Dopodiché Giorgetti sembra mettere le mani avanti sul concordato. Fino alla settimana scorsa non c’erano infatti dubbi sul fatto che le risorse derivanti da questa misura fossero destinate in maniera prioritaria al taglio dell’Irpef, per il ceto medio. A Rio Giorgetti non ne sembra però più così convinto: «le risorse del concordato per sforbiciare l’Irpef? Quando le vedrò, decideremo come usarli. Prima vedere i soldi, poi vedere come usarli».
Confindustria: Piano casa è urgente
«Adesso serve fare squadra». Per questo Confindustria ha indicato la necessità di prevedere già nella Manovra in discussione, misure di garanzia, per l’accesso al credito, anche attraverso Sace, e per «favorire l’investimento dei risparmiatori in iniziative finalizzate a offrire alloggi ai lavoratori a un canone sostenibile», ha aggiunto il vicepresidente di Confindustria per il Credito la Finanza e il Fisco, Angelo Camilli.
Entrando più nel dettaglio Confindustria ha presentato un grande piano di politica economica per rilanciare lo sviluppo del paese e superare, da una parte il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, e dall’altra la “trappola della mobilità” che impedisce di abbattere la disoccupazione strutturale che soffoca la nostra economia. «Le nostre imprese registrano ormai da tempo un record nella carenza di personale, sono difficili da reperire quasi il 50% dei profili ricercati», sottolinea il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, aggiungendo che al momento «abbiamo un enorme problema di lavoratori che non riusciamo ad assumere perché mancano abitazioni a canoni compatibili con gli stipendi. È prioritario, quindi, creare le condizioni affinché le classi più fragili della nostra società possano avere accesso ad abitazioni di qualità a un prezzo sostenibile. Non si tratta solo di una misura sociale è anche e soprattutto un grande piano di politica economica per accelerare lo sviluppo del paese».
Un piano che ha come obiettivo quello di coinvolgere soggetti pubblici e privati per mettere in campo gli strumenti necessari ad attivare capitali, rimuovere gli ostacoli di natura urbanistica e amministrativa, per la costruzione e riqualificazione di nuovi edifici, oltre che introdurre specifiche misure fiscali. Per realizzarlo Confindustria chiede un tavolo di confronto allargato, che metta insieme: imprese, governo, Anci, Conferenza delle Regioni, Agenzia del Demanio, Cdp, Invimit, e le società partecipate pubbliche proprietarie di immobili.
Ita- Lufthansa: la storia continua
Meglio chiudere la partita Ita-Lufthansa prima dell’arrivo della nuova Commissione. Questo l’auspicio di Giorgetti. Il motivo? Le tempistiche: «Noi abbiamo fatto tutta la trattativa con una Commissione e un gabinetto, quindi se poi bisogna aspettare che venga insediato il nuovo gabinetto, la nuova Commissione, che riprendano in mano le carte, magari hanno qualche idea diversa, non lo so, potrebbe essere non esattamente auspicabile. La vicenda è definita, chiusa, ho detto perfezionata, dopo una sofferta trattativa», spiega Giorgetti.
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