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Gli agricoltori inglesi vanno coi trattori in Parlamento per protestare contro le tasse di Starmer #finsubito prestito immediato


Starmer ne ha combinata un’altra delle sue, colpendo categorie di cittadini rilevanti senza tender conto delle loro necessità. Decine di migliaia di agricoltori scenderanno oggi a Westminster per protestare contro il raid del governo sulla tassa di successione. 

L’evento prevede l’intervento di oratori, un corteo di trattori fino a Parliament Square e un discorso di Tom Bradshaw, presidente della National Farmers’ Union (NFU).

La protesta arriva dopo che il governo di Sir Keir Starmer ha annunciato modifiche agli sgravi per le proprietà agricole e per le proprietà commerciali nel caso di successione.

Nel bilancio del mese scorso, il cancelliere Rachel Reeves ha annunciato le modifiche, il che significa che le aziende agricole precedentemente esenti, dovranno pagare un’imposta di successione del 20% a partire dall’aprile 2026 se hanno un valore superiore al milione di sterline, una cifra non elevatissima visto che i vaolori dei beni immobili e dei terreni nel Regno Unito sono elevati.  Per molte aziende agricole britanniche, che non nuotano nell’oro e nella liquidità finanziaria, si tratta di un esproprio all’atto della succesione.

La notizia è stata accolta con sdegno dalla comunità agricola e Bradshaw l’ha definita un “tradimento”.

 

Il capo della NFU: Il Labour ha distrutto il contratto tra agricoltori e governo

Secondo il presidente della NFU, i laburisti hanno “distrutto” un contratto tra agricoltori e governo che risale alla Seconda Guerra Mondiale con il loro raid sulla tassa di successione.

Avvisato che solo un piccolo numero di aziende agricole sarebbe stato colpito dalla modifica dell’imposta, Tom Bradshaw ha dichiarato a Sky News: “L’aspetto davvero problematico è che i margini della produzione alimentare sono veramente bassi”. L’accordo appunto sarebbe quello per cui gli agricoltori accettano di produrre con margini molto bassi, mantenendo contenuti i prezzi dei prodotti agricoli, in cambio di esenzioni fiscali da parte del governo. Ora questo patto si è rotto.

“Queste aziende familiari intergenerazionali producono meno di mezzo punto percentuale di rendimento sul capitale. “Semplicemente non hanno i soldi per pagare l’imposta di successione”.

“C’è sempre stata un’intesa, un contratto, tra l’agricoltura e la società, l’agricoltura e il governo, fin dalla Seconda Guerra Mondiale, e questo governo laburista ha appena distrutto quel contratto con le modifiche proposte alla tassa di successione”.

L’impatto della tassa sugli agricoltori sarà minimo, insiste il ministro

L’impatto della tassa di successione del governo sugli agricoltori sarà “piccolo”, ha insistito questa mattina un ministro in vista di una grande protesta contro questa politica che si terrà oggi a Westminster. Il fatto appunto che sia “Piccolo” però evidenzia il carattere ideologico dell’imposta, non finanziario, e questo la rende ancora più grave.

Il governo ha fatto quello che fanno normalmente i governi in queste situazioni: ha dato la colpa al governo precedente.  Dame Diana Johnson, ministro dell’Interno, ha dichiarato che gli agricoltori hanno “assolutamente” il diritto di protestare, e si prevede che migliaia di persone si riverseranno nell’area intorno al Parlamento, ma critica le loro motivazioni:

“Riconosco pienamente che c’è un sentimento molto forte tra la comunità agricola riguardo ai cambiamenti che sono stati introdotti.

“Hanno assolutamente il diritto di venire a protestare e di esprimere chiaramente il loro punto di vista. So che oggi faranno pressioni sul Parlamento.

“Ma credo sia importante riconoscere che le decisioni prese dal Cancelliere si collocano sullo sfondo di un’eredità che abbiamo avuto in estate, in cui abbiamo trovato un buco di 22 miliardi di sterline nelle finanze pubbliche e che ha richiesto decisioni difficili.

Dopo di che, seguende un’altra normale tattica dei governi di sinistra, si afferma che la ricaduta sarà minima, senza capire che è stato violato un principio. E quando viene violato un principio, non c’è nulla che possa fermare l’ampliamento della base imponibile..


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