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Tanto si è parlato del bonus 110% introdotto dal Governo Movimento 5 Stelle e Partito Democratico. Un provvedimento che era nato con buoni scopi, come per esempio, migliorare l’efficienza energetica, Ecobonus, delle case degli italiani. Subito ne seguirono una serie di polemiche di scandali. Nel frattempo, lo Stato ha preso delle contromisure sino a portare alla percentuale di rimborso al 36% a partire dal 2025.

 La superficialità dell’assegnazione dei fondi elargiti e dalla sproporzione del beneficio tra privato e Stato ha causato un buco nel bilancio che permarrà per diversi anni. Il rimborso garantito era di 10% in più di quello speso dal privato. Uno svantaggio che gravava e grava ancora sulla collettività. Per non dire del denaro pubblico scomparso in Società di ristrutturazione inesistenti o in quelle fallite subito dopo aver incassato il credito. Non è giusto sperperare i soldi dei contribuenti. Ecco il motivo di tanta cautela del Governo attuale.

Il bonus 110%, o meglio, il superbonus, ha fatto  aumentare ulteriormente il debito pubblico, il quale noto nel panorama finanziario internazionale per essere uno dei più alti al mondo. Il quadro normativo del cosiddetto decreto Rilancio, si basava sull’articolo 119121 del decreto legge n.34 del 2020. Con l’articolo 119, s’introduceva la famigerata detrazione al 110% delle spese per l’efficienza energetica, come per i lavori per il cappotto termico o per la sostituzione delle finestre e l’articolo 121 con il quale s’indicava la possibilità di avere lo sconto in fattura e alla cessione del credito a terzi; in poche parole, il rimborso dello stato era gestito come un investimento finanziario. Fatta una legge trovato l’inganno.

L’indebitamento dello Stato in materia di bonus ristrutturazione ha costretto il Ministero delle Finanze a ridurre la percentuale di rimborso. Il 110% rimarrà nella storia di questo paese. Pertanto si è passati dal 110% al 50% attuale che poi passerà al 36% dall’anno prossimo.

La novità, che sarà effettiva nel 2025, deriva dalla modifica introdotta con la Legge di Bilancio 2024, e derivante a quanto stabilito con la Legge n. 197 del 2022. Per chi ha deciso solo ora di realizzare opere di riqualificazione energetica o lavori di rinforzo strutturale della propria casa per renderla antisismica, Sismabonus, il bonus sarà notevolmente ridotto. Infatti, dal 1° gennaio 2025, come già anticipato, il rimborso sarà solo del 36% di quanto speso. Nello specifico, è stato stabilito che il rimborso sarà concesso per opere per una spesa massimale di soli 48mila euro.

Il bonus edilizio previsto 2025, oltre l’antisismica e la riqualificazione della categoria energetica riguarderà l’abbattimento delle barriere architettoniche. Un tema, quello della disabilità, a volte reso, purtroppo, marginale, come se i portatori di handicap, in Italia, non esistessero.

Bonus barriere architettoniche, incluso nella Legge n. 197 del 2022, riguarda quelle opere che rendono più facile la vita dei disabili. La sensibilità posta al capitolo bonus barriere architettoniche, ha permesso un’eccezione; il bonus previsto, rimarrà al 75% rimarrà anche nel 2025. Esempio di opera per l’abbattimento delle barriere architettoniche sono i montascale superare gli scalini di accesso dei portoni condominiali.

Il bonus edilizio è di pubblica utilità; né giova l’ambiente, né giovano le tasche del cittadino. Peccato che, a causa dei soliti furbetti, tale risparmio sia stato ridotto nel tempo. Speriamo in un riequilibrio dei fondi a disposizione in futuro.



 

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