Associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di gasolio agricolo. E’ questa l’accusa ipotizzata a carico di sette persone finite in una vasta indagine della Guardia di finanza che ha portato al sequestro da 1,5 milioni di euro. Mesi d’indagine – con intercettazioni, riscontri bancari, accertamenti finanziari, analisi di documentazione contabile ed extra contabile – hanno portato a svelare un giro da milioni di litri di gasolio agricolo venduto in maniera abusiva a persone che non potevano utilizzarlo, risparmiando, così, in maniera consistente sulla differenza di prezzo tra la nafta per uso agricolo e quella per autotrazione. Lo stesso carburante, infatti, può alimentare sia i motori dei mezzi agricolo sia quelli dei camion, la differenza sta nella tassazione e di conseguenza nella vendita. La differenza di Iva tra la nafta agricola è quella per autotrazione è di circa 12 punti: al 10% quella per l’agricoltura ed al 22% per il trasporto.
GLI IMPORTI
Ad ipotizzare gli affari illeciti sono stati gli uomini la Guardia di finanza del gruppo di Cassino, diretti dal tenente colonnello Francesco Papale che, ieri mattina, hanno sequestrato conti bancari, auto, case ed altri immobili per un valore di 1,5 milioni di euro. Vale a dire l’importo che ritengono abbia evaso al fisco il titolare della rivendita di carburante agricolo finito al centro delle indagini. A disporre il sequestro è stato il Giudice delle indagini preliminari di Cassino, Claudio Marcopido, sulla base degli elementi raccolti dai finanzieri coordinati dal sostituto procuratore Francesca Fresch. La società sotto indagine si trova a Pontecorvo ed a finire al centro degli accertamenti è stato anche il suo amministratore. Oltre all’amministratore sono indagati anche gli autisti e gli impiegati della società. La Finanza ipotizza l’associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di gasolio agricolo, per un’irregolarità di 1,47 milioni di litri di carburante. Dagli accertamenti eseguiti sulle fatture risulta che il gasolio sia stato venduto a circa 150 soggetti, tutti impegnati in attività agricole, ma sentiti dalla Finanza hanno detto che non avevano mai comprato gasolio da quella società e che nulla sapevano di quelle fatture.
L’ESCAMOTAGE
Per rendere le operazioni più veritiere, la presunta associazione a delinquere emetteva i previsti documenti di trasporto del gasolio agricolo, denominati e-DAS, indicando i dati identificativi dei falsi destinatari, compresi gli indirizzi di consegna. «Il prodotto veniva consegnato in altro luogo e ad altro soggetto, destinandolo, in questo modo, a uso diverso, arrecando un grave danno all’Erario», è stato spiegato dalle fiamme gialle.
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