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Crisi Automotive – Sindacati all’unisono chiedono sostegno dello Stato. Dura nota di Unindustria Cassino #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


Una giornata campale per la vertenza Automotive che agita sempre di più il mondo del lavoro. Una vertenza dovuta alla crisi occidentale del settore e che in Italia pare toccare vette anche più gravi che altrove.

Questa mattina sono iniziate presso la IX Commissione del Senato le audizioni informali dei sindacati di settore. Una sessione di lavori agitata sin da subito a causa dell’assenza del presidente di Stellantis, Elkan, il quale in una nota ha sostenuto che la sua presenza niente avrebbe potuto aggiungere a quanto già esplicitato in altre circostanze da Tavares.
I rappresentanti sindacali hanno sostenuto, con una sostanziale omogeneità di opinione, la necessità di sostegno da parte dello Stato in un momento drammatico che potrebbe costare, da qui a pochissimo, decine di migliaia di posti di lavoro.
Della stessa opinione, in provincia di Frosinone, dove il problema è particolarmente sentito per la presenza dello stabilimento di Piedimonte San Germano e di un sostanzioso indotto, il presidente di Unindustria Cassino, Vittorio Celletti.
Questi ha diramato una note nella quale asserisce:“Un piano d’azione per supportare la filiera dell’Automotive è assolutamente indispensabile ed urgente. L’intero comparto non può più attendere, si sta mettendo a rischio un capitale umano e tecnologico unico. Dobbiamo preservarlo e valorizzarlo, perché stiamo parlando di un settore che è stato, e che merita di continuare a essere, fiore all’occhiello della nostra economia”.
“Il settore auto – ha continuato Celletti – sta affrontando una transizione che va governata, non subita. I tempi imposti dall’Europa per la transizione verso i motori elettrici non sono assolutamente realistici. Non siamo pronti, le nostre aziende non tutte sono pronte. Non solo nel Lazio, in Italia, ma in tutta Europa.Quanto sta accadendo anche in Germania con Volkswaghen ne è la prova. Tutti i dati relativi alla produzione dell’industria automotive italiana sono molto preoccupanti e nei prossimi mesi la situazione rischia di diventare drammatica. Chiediamo pertanto al Governo strumenti per gestire e supportare la transizione: più tempo anche con ammortizzatori sociali straordinari perché non ci possiamo permettere aziende che chiudono e perdita di competenze. Servono inoltre centri di ricerca e sviluppo per favorire un cambiamento dei processi produttivi e dei prodotti. Vogliamo che nel 2035, quando tutte le auto dovrebbero essere elettriche, ci sia invece un parco macchine euro 6, cosa che già porterebbe un notevole miglioramento dal punto di vista delle emissioni e darebbe la possibilità ai cittadini di cambiare l’auto; di conseguenza una ripresa delle vendite che ad oggi non c’è considerato gli attuali alti costi dell’elettrico.
Incentivi ed agevolazioni di filiera, dunque – ha concluso Celletti – non possono più attendere, ogni istituzione politica per quanto di propria competenza deve dare il proprio contributo con un gioco di squadra che però deve essere finalizzato ad incidere ed a determinare con azioni concrete in un momento così complesso.
Per tale ragione chiediamo al Governo che siano ripristinati gli oltre 4,6 miliardi di euro per il “fondo automotive” destinato all’adozione di misure a sostegno della riconversione della filiera”.
Inoltre, riteniamo non coerente e contraddittorio con una politica di incentivazione per il settore l’ennesima previsione – nel progetto di Legge di Bilancio 2025 – di incremento dell’imposizione sulle auto aziendali dei lavoratori dipendenti. Ultimo aumento di una lunga serie che ha portato a svuotare quello che doveva essere un fringe benefit per i lavoratori, e non fa che danneggiare il settore rispetto agli altri paesi e aumentare l’imposizione sulle imprese e sui lavoratori.
Non comprendiamo, ancora di più, il continuare a non vedere un Piano Industriale organico, tale da consentire anche la tracciabilità di una Roadmap delle attività strategiche, tale da monitorarne i tempi effettivi di realizzazione al fine di raggiungere l’obiettivo In sintesi, con velocità, ma altrettanto cura del dettaglio, va fatto quanto Unindustria sta facendo di concerto con la Regione Lazio e cioè l’aver predisposto “Il Piano Industriale del Lazio” mettendo a sistema gli attivatori quali Territorio Attrattività Risorse per lo Sviluppo Competenze, perché del resto la sostenibilità diventa anche economica e non si rimane in un territorio se questo non è competitivo ed attrattivo”.

Dario Facci

 





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