Stress sul lavoro, finalmente c’è un precedente a cui appoggiarsi: la sentenza della Cassazione fa strada ai risarcimenti.
Per anni i lavoratori e le lavoratrici hanno accettato in modo rassegnato il cosiddetto “stress lavorativo”, una condizione di disagio psicofisico che può portare anche a conseguenze gravi.
La salute mentale, però, continua a essere trascurata in favore della produttività.
Si tratta di un tema oggi molto caldo, il che fa sperare in un cambiamento.
Un segnale di cambiamento è giunto proprio dalla Cassazione, che ha pronunciato una sentenza in tema di risarcimento proprio a fronte di un forte stress: ecco come è andata.
Sentenza della Cassazione, la parte in causa è un medico in burnout
Il protagonista di questa sentenza è un medico ortopedico dell’Asl di Napoli. La situazione è stata raccontata sul sito brocardi.it. Il fatto che il caso riguardi un professionista nell’ambito sanitario, peraltro lavorante nel pubblico, apre la strada a diverse riflessioni e discussioni. In ogni caso, il focus della sentenza è lo stress lavorativo: il medico, infatti, ha raccontato le condizioni di lavoro estreme che ha affrontato per ben 15 anni.
Da turni di lavoro massacranti, ben oltre le 48 ore, è derivata, alla fine, una condizione di burnout, ovvero un esaurimento fisico e psicologico che è giunto a compromettere lo stato di salute del soggetto. La Cassazione è stata chiamata a decidere di chi fosse la responsabilità di questa condizione e delle sue conseguenze.
Riconosciuto un ingente risarcimento: ecco di chi è la responsabilità
Bisogna precisare che le ore lavorate in più dal medico sono state retribuite come straordinario. Ciò nonostante, la responsabilità del progressivo deterioramento delle condizioni psicofisiche del lavoratore ricade in capo alla stessa ASL di Napoli, ente presso il quale il dipendente ha svolto l’attività. Così ha deciso la Corte di Cassazione, che ha condannato la suddetta ASL al pagamento di un risarcimento di ben 100.000 euro al medico.
La situazione, infatti, si è così configurata proprio a causa della corretta gestione dell’attività lavorativa e del personale da parte della ASL stessa. C’è ancora la possibilità di fare ricorso in Cassazione, ma con questa sentenza la Corte ha segnato un passo fondamentale per il diritto del lavoro nel nostro Paese. Grazie a questa sentenza, finalmente possono venire riconosciute come dannose le condotte della ASL per quanto riguarda la gestione lavorativa: una cattiva gestione che ha portato all’esaurimento del dipendente. C’è ancora molto da fare, ma la sentenza apre la strada per una nuova interpretazione delle leggi in ambito lavorativo in favore dei dipendenti.
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La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
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