LIVORNO. I primi campanelli d’allarme sono scattati col distacco delle forniture, vista la mole di bollette non pagate. Utenze come il gas in comune o l’illuminazione delle scale, pagate a livello centrale. Solo dopo si è capito che quei soldi, versati dagli inquilini all’amministratore, non erano mai stati usati per saldare i conti. Un amministratore di condominio livornese è stato denunciato per appropriazione indebita mentre, a livello civile, è stato già destinatario di diversi decreti ingiuntivi. Sarebbero inoltre sette le ipoteche iscritte dai creditori per cercare di recuperare il denaro, di cui una volontaria rilasciata dallo stesso amministratore nel tentativo di fare fronte ai numerosi debiti lasciati nelle casse condominiali.
«Difficile spiegare»
A livello penale, le denunce, sarebbero invece due. Ma al momento non è chiaro se il professionista abbia già ricevuto l’avviso di garanzia, visto che in procura ci sarebbe comunque un fascicolo aperto. Lui, almeno, contattato dal Tirreno non entra nel dettaglio: «Alcune cose sono state travisate – le sue parole – ed è presto, perché è ancora tutto da verificare. Difficile ora spiegare…». L’amministratore, che si è dimesso da ogni gestione dei palazzi e proprio in questi giorni sta chiudendo la sua attività, spiega di voler richiamare Il Tirreno nel giro di alcune ore per fornire ulteriori dettagli e chiarimenti, ma la telefonata non è mai arrivata. Una persona che, fino al momento dei presunti ammanchi, era molto stimata dagli inquilini che lo avevano appunto scelto per questo ruolo molto importante. Nei mesi scorsi, quando il caso è esploso, con gli abitanti di un edificio da lui al tempo amministrato si era anche impegnato a rientrare con un piano rateale, che per altro ha in gran parte onorato, ma in altri casi l’accordo non è arrivato e le nuove gestioni hanno proceduto alle querele.
Gli importi
Non è chiaro a quanto ammonti il denaro distratto dai conti correnti dei vari condomini, il motivo per il quale è stato denunciato. Per alcuni palazzi si parla di 60mila euro, per altri di 40mila od 80mila. Sicuramente, è il dato complessivo, sarebbero almeno centinaia di migliaia di euro quelli spariti. Il diretto interessato, a precisa richiesta, non fornisce delucidazioni. Mentre un perito sarebbe stato nominato dalla procura per acquisire tutta la documentazione finanziaria e avere quindi contezza della situazione, non facile evidentemente da ricostruire a livello economico. Certo è che al suo studio, da un po’ di tempo, non risponde nessuno. «Le segretarie – spiega uno degli inquilini dei condomini al tempo da lui amministrati – mi hanno detto che stanno smobilitando, chiudono tutto». Sulla chiusura imminente, in ogni caso, l’amministratore ha confermato, spiegando di essersi dimesso dalla gestione dei palazzi. Non è chiaro, però, che cosa sia accaduto e come mai, questi soldi, oggi non ci siano più.
I creditori
Se le aziende di fornitura di energia elettrica e metano sono state quelle che hanno fatto esplodere il caso, visto che a fronte dei ripetuti mancati pagamenti hanno dovuto staccare le forniture, i reali creditori sono altri. Per riattaccare il gas o la luce, infatti, qualcuno ha dovuto pagare: «Sono stati i condomini», spiega uno degli avvocati che ha presentato denuncia per conto di una delle gestioni, Nicola Quaglierini. Ma anche imprese di pulizie e ditte di giardinaggio sarebbero vittime. Gli inquilini più danneggiati restano comunque coloro che vivevano in un condominio da lui amministrato con il gas condominiale, persone che avrebbero pagato regolarmente le rate condominiali ma che poi, a fronte del mancato versamento delle risorse alle aziende di gestione, hanno dovuto pagare due volte, la seconda per far riattivare l’utenza o evitare che venisse staccata. Chi aveva il metano autonomo, insomma, avrebbe subìto disagi minimi, visto che gli importi condominiali giocoforza sono assai inferiori, limitandosi alla pulizia delle scale, alla manutenzione del giardino (se c’è), ai consumi energetici delle aree comuni (bassi in particolare se non esiste l’ascensore) e ai corrispettivi dell’amministratore.
I condomini
Non è chiaro quanti siano i condomini interessati, certo è che l’amministratore nel suo picco massimo ne gestiva oltre cento. Diversi nel quartiere della Rosa, poi nella zona di Villa Fabbricotti, nei dintorni del Mercato centrale e pure vicino all’ospedale di viale Vittorio Alfieri. Fra gli avvocati che negli ultimi mesi hanno presentato i decreti ingiuntivi, per conto dei creditori, c’è anche Enrico Squarcini: si è occupato di alcuni debiti di sue ex amministrazioni alla Rosa, dove ora è subentrata un’altra amministrazione condominiale scelta dagli inquilini. Chi è arrivato al suo posto, fra l’altro, sta cercando di ricostruire i bilanci, visto che la situazione ad oggi riguarda solo i consuntivi più recenti, come quelli del 2022 e del 2023, non i passati, ammesso che si siano verificati ammanchi pure nelle vecchie annualità, circostanza ancora tutta da dimostrare. L’indagine, scattata con le denunce delle sue stesse ex amministrazioni, in ogni caso è ancora all’inizio e l’ormai ex amministratore, a livello penale, non è stato destinatario di alcun decreto di sequestro.
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