Riportare la persona al centro. Questo l’imperativo del convegno organizzato ieri a Sassari dalla Cisl e tenutosi all’Hotel Marini.
«Si tratta di un punto di avvio del confronto», dichiara Sergio Mura, segretario generale Cisl Sassari. I problemi del comparto nel nord Sardegna sono noti, dalle liste d’attesa alla mancanza di personale alla rinuncia alle cure.
«Miracoli non ne possiamo compiere – riferisce Desiré Manca, assessora regionale del Lavoro – Stiamo portando avanti una riorganizzazione totale del settore».
Daniele Cocco, ex consigliere regionale, riconosce le difficoltà di un sistema che «fa acqua da tutte le parti» ma confida nell’assessore regionale alla Sanità Armando Bartolazzi, di cui è consulente. «Se lo si lascerà lavorare, avremo delle sorprese positive».
Per Carla Fundoni, presidente della Commissione sanità in Regione, sarà fondamentale ridistribuire le risorse tra capo di sotto e di sopra dell’isola.
«Chiediamo anche – riferisce nel suo intervento – una maggiore sinergia tra l’università di Sassari, così che gli studenti che si sono formati qui possano restare». E ricorda poi la variazione di bilancio da 200 milioni di euro dell’esecutivo Todde per pagare il personale sanitario e ridargli dignità. Giuseppe Pintor, dg Ares, ammette le lentezze dell’organismo che dirige ma assicura: «Stiamo lavorando per migliorare le tempistiche».
Disamina cruda infine del direttore generale Aou Sassari, Antonio Lorenzo Spano, che evidenzia come l’ospedale Santissima Annunziata non possa reggere alla pressione di un intero territorio. «Nei reparti internistici – sottolinea- oltre ai normali posti letto ci sono pure 5/6 barelle. Con conseguenze anche per il personale». La soluzione, o una delle soluzioni insieme al funzionamento delle cure di prossimità con hospice e case di comunità, è un nuovo ospedale nel capoluogo turritano.
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