Gli incentivi auto saranno stanziati oppure no nel 2025? Il Governo sembra disposto a cambiare strategia: facciamo chiarezza.
Il Governo italiano sembra deciso a invertire la rotta: invece di continuare a finanziare gli incentivi auto, potrebbe puntare a sostenere la filiera produttiva e a promuovere investimenti tecnologici. Questa scelta, annunciata dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e confermata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, nascerebbe da una riflessione sull’efficacia degli ecobonus per l’acquisto di auto. Di fronte a una crisi industriale che coinvolge tutta l’Europa, il Governo sembra pronto a concentrare i fondi verso la produzione, con l’obiettivo di rafforzare il settore e salvaguardare l’occupazione.
In dubbio gli incentivi auto per il 2025
In dubbio quindi il rinnovo degli incentivi auto nel 2025. La prossima legge di bilancio potrebbe prevedere una riduzione delle risorse, con un taglio del cosiddetto Fondo Automotive. Questa scelta deriverebbe dalla valutazione che gli incentivi, finora destinati a stimolare l’acquisto di auto, non abbiano generato i benefici attesi sulla produzione nazionale.
Adolfo Urso ha dichiarato che le risorse risparmiate verranno riorientate verso investimenti strutturali, aprendo un nuovo capitolo per i contratti di sviluppo nel settore auto, finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). L’obiettivo è ora quello di destinare 500 milioni di euro a sostenere la competitività del Made in Italy, con la possibilità di integrare ulteriori fondi per il biennio 2025-2027.
Auto elettriche, la sfida della concorrenza e la richiesta di un intervento europeo
Il Governo italiano è ben conscio della difficile competizione con i produttori asiatici, specialmente per quanto riguarda le tecnologie relative alle auto elettriche. Le aziende cinesi sono già avanti in termini di soluzioni tecnologiche e prezzi competitivi, un vantaggio che rende il mercato europeo vulnerabile.
Per contrastare questo squilibrio – al di là dell’introduzione dei dazi sulle auto elettriche cinesi – Urso ha sottolineato l’importanza di un intervento dell’UE. L’Italia, insieme alla Repubblica Ceca, ha proposto di integrare il Green Deal con un approccio basato su una neutralità tecnologica, che permetta di raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione non solo con i veicoli elettrici ma anche tramite biocarburanti ed e-fuels.
La posizione dell’industria italiana sugli incentivi auto 2025
Marco Stella, vicepresidente di Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), ha spiegato come il settore si trovi a un punto di svolta. Il Fondo Automotive, istituito nel 2022 con una dotazione di 8,7 miliardi di euro, è stato pensato per agevolare la transizione ecologica fino al 2030. Un’eventuale mancanza di incentivi all’acquisto richiederebbe una revisione profonda delle politiche industriali per evitare che la produzione venga delocalizzata, specialmente verso l’Asia.
Stella ha sottolineato che il settore automobilistico vale il 5% del PIL italiano. Genera oltre 58,8 miliardi di euro dando lavoro a circa 170.000 addetti. Ha inoltre ribadito che per mantenere questo equilibrio, l’Italia deve investire in ricerca e sviluppo e ridurre il costo dell’energia. Costo che, che nel nostro Paese, risulta ancora superiore del 30% rispetto alla Spagna e del 50% rispetto agli USA.
La transizione verso le auto elettriche richiede poi infrastrutture di ricarica più efficienti e una rete di supporto tecnologico. Secondo il vicepresidente di Anfia, il sistema degli incentivi auto va ripensato: finora è stato un modo per spingere l’acquisto di auto elettriche – i bonus quest’anno sono andati a ruba -, ma restano problemi strutturali da risolvere come la disponibilità di punti di ricarica e i tempi di ricarica stessa.
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